Il boom dei programmi di videoconferenza, la diffusione su larga scala dello smart working e poi, ancora, il ridimensionamento della globalizzazione e i tagli ai costi da parte delle aziende. Se si volge lo sguardo all’indietro, all’inizio di questo decennio, lo scenario appariva tutt’altro che roseo per il settore aereo, con la pandemia a fare da detonatore a una serie di cambiamenti strutturali.
Un decennio in crescita
In realtà, solo in parte le cose sono andate come previsto. In un recente report in cui Bain & Company rielabora i dati di fonti autorevoli come Iata, Fondo monetario internazionale e Unwto, viene sottolineato che il primo trimestre del 2024 abbia segnato il ritorno ai livelli pre-pandemia. Come riferimento viene preso l’indicatore Rpk, che sostanzialmente misura il numero di passeggeri trasportato per ogni chilometro volato. Tutte le regioni hanno registrato una forte crescita per i mercati passeggeri internazionali a giugno di quest’anno rispetto a maggio 2023. Il fattore di carico è aumentato in tutte le regioni, ad eccezione del Nord America.
“Prevediamo che entro il 2030 gli Rpk globali raggiungeranno 11,4 trilioni nel nostro scenario di base, che rappresenterebbero il 136% del volume del 2019”, spiegano gli analisti. In sostanza, nonostante gli stravolgimenti degli scorsi anni, il decennio dovrebbe chiudersi con spostamenti aerei in crescita di oltre un terzo rispetto al 2019.
I motori della crescita
L’ottimismo è spiegato anzitutto con il ritmo della congiuntura internazionale, che si sta rivelando migliore delle stime elaborate fino allo scorso anno. Un ruolo importante nella crescita lo gioca l’Europa meridionale, con Turchia, Spagna e Italia in testa. L’analisi di Bain non approfondisce le ragioni, ma è verosimile che la spinta maggiore arrivi dal boom di turisti internazionali che sta interessando questi Paesi. In particolare, l’anno in corso si sta rivelando molto proficuo per gli arrivi di americani, che possono contare sul dollaro forte, per quanto leggermente indebolito nel corso delle ultime settimane.
“Continuiamo ad aspettarci una significativa crescita della domanda intraregionale in Asia, con un aumento del 55% dal 2019 al 2030”, scrivono gli autori dello studio.
Emissioni sotto controllo
Un altro aspetto positivo che emerge dall’analisi è relativo al contributo che l’evoluzione tecnologica offre ai processi di decarbonizzazione, tanto che nel 2030 le emissioni globali di CO2 dovrebbero essere solo del 3,4% superiori a quelle del 2019, un incremento che è un decimo di quello atteso dal traffico nei cieli. Infatti la prospettiva è di una riduzione nell’ordine del 23% delle emissioni di CO2 per Rpk, grazie al rinnovo della flotta e all’uso di carburanti sostenibili.