Da un lato i molti benefici ambientali legati all’utilizzo del gas naturale liquido (gnl), come la riduzione del 25% circa delle emissioni di CO2, e il quasi totale azzeramento degli ossidi di zolfo, di azoto e del particolato, ma dall’altro le complessità di dover gestire nuovi carburanti che devono essere conservati a temperature bassissime (il gnl ha il punto di ebollizione a circa -160 gradi Celsius), o che hanno rischi di tossicità e corrosività come l’ammoniaca. Sono questi i pro e i contro della transizione energetica nel mondo della navigazione, comparto che, in ogni caso, si sta muovendo con decisione nella direzione dei nuovi carburanti, gnl, ammoniaca e, in un futuro abbastanza prossimo, anche idrogeno.

Per ora i numeri sono ancora limitati, si parla di circa 250 navi a inizio 2022 alimentate a gnl, ma la strada sembra ormai tracciata con circa 450 ordini e più del 30% delle nuove costruzioni predisposte per essere alimentate con nuovi combustibili. Per chi va per mare, però, questo rappresenta un cambiamento di cultura. “Si deve operare – spiegano gli esperti – come se ci fosse una piccola gasiera a bordo di una nave da crociera o da carico”. E questo deve essere accompagnato da una adeguata formazione. In prima fila in questo percorso l’Accademia della Marina Mercantile, l’Its genovese che nel triennio 2019-2021 ha formato oltre 3.400 allievi, che si è dotata di un simulatore di macchina pronto per i nuovi carburanti.

“In un momento in cui si parla di transizione ecologica noi ci siamo focalizzati sulla transizione nella formazione – spiega il responsabile del dipartimento Ricerca e Sviluppo Luca Apicella – perché queste nuove tecnologie possono essere gestite in maniera sicura solo a fronte di una forte competenza”. Gli allievi, quindi, si possono esercitare su un nostro simulatore, con tecnologia Wartsila, che permette di riprodurre tutte le operazioni di “bunkeraggio”, il rifornimento della nave, e di utilizzo del gas su un vero impianto di bordo.

“Abbiamo la possibilità di testare tutte le operazioni – spiega Apicella – dalla messa a terra della nave alla rimozione della flangia, il “tappo” del serbatoio al quale si andrà a collegare, con un sistema “quick connection”, apparentemente simile a quello utilizzato per le auto di Formula 1. Possiamo preparare la distribuzione del carburante, aprire valvole e quindi collegare linee in modalità automatica o manuale, procedere alla caricazione e monitorare diversi parametri come pressioni, livelli e temperature all’interno del serbatoio”. Ma questo simulatore è fondamentale anche per la gestione delle emergenze come perdite, avarie e incendi. “In questo la simulazione è essenziale – prosegue – perché gli operatori devono essere in grado di gestire in maniera efficace non solo le operazioni di routine ma anche le situazioni di pericolo. Così come in aeronautica adesso anche in campo marittimo diventa necessario fare molte ore di simulazione per essere pronti per ogni evenienza”.

Un primo importante passo, quindi, in tema di formazione del personale di bordo che presto si completerà con nuove strumentazioni. “Il prossimo passo sarà quello di adeguare ai nuovi combustibili anche i nostri simulatori di navigazione – conclude Apicella – per gestire tutte le operazioni di navigazione e non solo gli impianti durante le operazioni di rifornimento o combustione. Potremo così effettuare ulteriori e sempre più complesse attività di addestramento integrate tra personale di coperta e di macchina anche durante l’esercizio della nave”.