Il Green Deal è al centro delle elezioni europee: o per smontarlo o per chiederne il rafforzamento. Eppure, sebbene finora ci sia stata battaglia su ogni singolo provvedimento del patto verde che mira alla riduzione delle emissioni e la neutralità climatica dell’Ue nel 2050, i temi che animano il piano lanciato da Ursula Von der Leyen nel 2019, come la lotta alla crisi climatica, la decarbonizzazione o la cura dell’ambiente, per diversi partiti italiani (soprattutto di centrodestra) non sono affatto centrali. Anzi. Una recente analisi condotta dall’associazione no profit Italian Climate Network ci parla della totale insufficienza, da parte di partiti come Lega oppure Fratelli D’Italia, di impegni nei programmi elettorali relativi a cambiamenti climatici o natura.

L’Indice di impegno climatico per le elezioni politiche europeo  è nato con un sistema simile a quello utilizzato per fare lo stesso confronto con le elezioni nazionali del 2022. Circa venti scienziati, esperti o professori che operano nel mondo della scienza e del clima, hanno valutato in maniera indipendente e con valutazione anonima i programmi dei partiti in vista delle elezioni dell’8-9 giugno. Dieci i criteri utilizzati che vanno dalla centralità dell’impegno sino alle posizioni sulla fuoriuscita delle fonti fossili, così come l'”ambizione” dei vari partiti, oppure il loro “inattivismo” o ancora i punti di vista negazionisti.

Il quadro che emerge analizzando programmi e dichiarazioni dei 12 partiti ammessi alle elezioni è “una situazione molto polarizzata, tra chi prende veramente sul serio la questione climatica e chi invece punta a delegittimare la recente politica climatica Europea” scrivono da Italian Climate Network. Il peggiore in assoluto nel prendere impegni sul clima e trattare la questione ambientale nei programmi che puntano a disegnare l’Europa dei prossimi cinque anni è Libertà di Cateno De Luca, che come media dei criteri valutati, in voti che vanno da uno a dieci, raggiunge un voto di 2.

Appena sopra c’è la Lega di Matteo Salvini, 2,3 la media, per un partito che ha fatto diventare la lotta al Green Deal perfino uno slogan elettorale. Seguono Forza Italia (3,1) e Fratelli d’Italia (3,5). Insufficienti anche Stati Uniti d’Europa (4,1). Male anche Azione Siamo Europei (4,9) di Carlo Calenda. Chi per impegni e interessi sulle questioni verdi si avvicina, senza ottenerla, alla sufficienza, è Alternativa Popolare che totalizza 5,6. Solo quattro i partiti, per lo più di centrosinistra, che ottengono la sufficienza e addirittura l’eccellenza nell’affrontare la questione climatica e ambientale.

Si va dal 6,6 di Pace Terra e Dignità sino all’8,3 ottenuto come media dal Partito Democratico. Meglio ancora fanno il Movimento Cinque Stelle, che totalizza un 8,6, e il migliore in assoluto è Alleanza Verdi Sinistra, che incassa dalle valutazioni un 9 tondo. Se nello specifico il tema del cambiamento climatico è centrale e strategico per Verdi, M5S o Pd, per alcuni partiti come la Lega (1,9) è praticamente assente, peggio ancora per Libertà (0.6).

Guardando al punto chiave per la riduzione delle emissioni, ovvero la fuoriuscita dalle fonti fossili, le attuali forze di Governo sembrano ignorarla quasi completamente: Fratelli d’Italia e Forza Italia incassano un 2, la Lega 1,3.

Inoltre, fanno notare gli autori dell’analisi, “rispetto alla scorsa edizione dell’Indice in cui nei programmi delle forze politiche spiccava una generale assenza di posizioni negazioniste, si assiste ora a una seppur lieve inversione di tendenza accompagnata dall’inattivismo che, nella media generale, non supera la sufficienza. Ciò vuol dire che, escluse le tre forze politiche con più alto indice di impegno climatico, in generale si tende a enfatizzare i pericoli e i costi della transizione energetica e dichiarare, in numerosi programmi, che è ormai troppo tardi per affrontare la crisi climatica”.

Infine l’associazione precisa che la reale sufficienza per poter raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi – “quello per limitare il riscaldamento globale ben al di sotto di 2°C e fare uno sforzo per fermarsi a 1,5°C”- non è stata di fatto raggiunta quasi da nessun partito. Per riuscirci infatti non basta nemmeno un nove, “ma è necessario il massimo dell’ambizione e dell’impegno, quindi, non essere lontani dal massimo voto attribuibile, cioè 10”.