In attesa che anche gli altri concessionari autostradali bandiscano le gare d’appalto per la realizzazione delle colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, Autostrade per l’Italia va per conto proprio e spinge l’acceleratore sulla rete di centraline ad alta potenza. Obiettivo: circa cento stazioni di ricarica fast e super fast nelle aree di servizio della propria rete, che copre circa la metà di quella italiana a pedaggio. Quando? Entro la fine del 2023. Il piano che prevede un investimento di 75 milioni di euro che verrà attuato attraverso la propria controllata Free to X, è stato annunciato nei giorni scorsi: le aree attive sono cinquanta, già completati i lavori di venti stazioni ultra fast, mentre sono in attesa di attivazione ulteriori dieci per le quali si stanno preparando i cantieri.
“L’obiettivo è di aprire 4-5 installazioni al mese – spiegano – al momento, la distanza media tra una stazione e la successiva è vicina ai 50 chilometri, come previsto dalle normative europee”. Il tempo medio di ricarica è di 15-20 minuti con colonnine multi-client. Nonostante la frenata del mercato auto con motore elettrico, dunque l’infrastruttura per la ricarica sembra accelerare. Secondo i dati forniti dall’associazione Motus-E nel suo ultimo report, nel 2022 in Italia sono stati installati 10.748 colonnine di ricarica a uso pubblico, di cui il 27% ad alta potenza portando il totale a 36.772 (il 41% in più). Segno positivo anche per i punti di ricarica in autostrada, che al 31 dicembre 2022 sono saliti a quota 496 (di cui l’85% con potenza oltre i 43 kW). Erano 118 alla fine 2021. Ma sono ancora troppo pochi e interi tratti autostradali soprattutto al sud sono scoperti.
L’inchiesta
Perché non si trovano le colonnine per ricaricare l’auto elettrica?
di Vincenzo Borgomeo, Fiammetta Cupellaro
Un incremento, però, fortemente limitato dalla mancata pubblicazione dei bandi – previsti per legge – per consentire agli operatori l’installazione massiva delle colonnine sulla grande viabilità. In ballo ci sono i 700 milioni di euro del PNRR (sbloccati dal ministro Gilberto Pichetto Fratin) e destinati all’installazione di più di 21mila stazioni di ricarica ad alta potenza. Allo stato delle cose, per come è impostata la normativa, c’è però il rischio di non riuscire a impiegare le risorse messe a disposizione dall’Europa. La fine dei lavori è fissata al 2025, pena la perdita dei finanziamenti Ue. Da parte sua, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) ha intanto emanato due decreti per disciplinare l’accesso ai finanziamenti, che coprono fino al 40% delle spese con 713 milioni di euro, sui 741 milioni totali previsti dal Piano.
Per gli altri 28 milioni arriverà un altro provvedimento. Intanto, i primi due sono registrati dalla Corte dei Conti. Ma a cosa è dovuto il ritardo nell’infrastruttura autostradale? In parte ai concessionari autostradali che non hanno iniziato a installare i punti di ricarica per conto proprio – come invece ha fatto Austrade per l’Italia – e che ora sono obbligati per legge a pubblicare i bandi per l’installazione delle colonnine.
“Nessuno finora però sembra abbia bandito gare per l’assegnazione della subconcessione per la ricarica dei veicoli elettrici”, dice Motus-E sperando si faccia chiarezza – dopo anni di rinvii – per garantire anche all’Italia la rete di ricarica sulle autostrade, portando il livello agli standard europei con una colonnina ogni 50 chilometri.
Guardando alla distribuzione per macroaree, si osserva che il 58% circa delle colonnine è situato nel Nord Italia, il 22% al Centro e il 20% nel Sud e nelle Isole. Con 5.971 punti di ricarica, la Lombardia si conferma la Regione più virtuosa, replicando il primato del 2020 e del 2021: da sola concentra il 16% dei punti di ricarica italiani. Seguono nell’ordine Piemonte e Veneto (l’11%), Lazio ed Emilia-Romagna (10%) e infine la Toscana (8%). Regioni che coprono complessivamente il 66% del totale dei punti di ricarica a uso pubblico in Italia.
Nelle 14 città metropolitane, in cui vive orientativamente il 36% della popolazione, si trova circa il 33% dei punti totali. Roma è al primo posto per numero di punti di ricarica (2.751), seguita da Milano (1.927), Torino (1.641), Venezia (1.372) e Firenze (882). In termini assoluti, gli ultimi posti tra le città metropolitane spettano a Messina (298 punti di ricarica), Cagliari (250) e Reggio Calabria (123). In rapporto agli abitanti, l’area con il più elevato numero di punti di ricarica è quella della provincia di Venezia (circa 16 punti ogni 10.000 abitanti), seguita da Firenze (quasi 9 punti ogni 10.000 abitanti) e Bologna (circa 8 punti ogni 10.000 abitanti).