Mentre è in svolgimento la X edizione Maratona Ferroviaria 2024 esce la pubblicazione del dossier “Futuro Sospeso 2024″, dedicato alle linee ferroviarie sospese (scaricabile in formato digitale a questo link). Si tratta di un elenco a cura dell’Alleanza per la Mobilità Dolce AMODO di 39 linee per totali 1.200 km che, se recuperate al trasporto passeggeri, potrebbero sviluppare un potenziale traffico ordinario (pendolare o anche escursionistico), senza spese eccessive, trattandosi di tracciati ancora in buone condizioni e, quindi, facilmente ripristinabili in tempi brevi. Per il quarto anno consecutivo, Biblioteca Cesare Pozzo, FIFTM, Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, UTP AssoUtenti e Co.M.I.S. Coordinamento per la Mobilità Integrata e Sostenibile, hanno realizzato la rilevazione della situazione delle linee sospese su tutto il territorio nazionale, sottolineando le principali novità che riguardano soprattutto il Piemonte e la Sicilia.
In Piemonte sono state riattivate le linee Asti – Alba e Casale Monferrato – Mortara, è stata introdotta una quarta coppia di corse sulla Cuneo – Ventimiglia, e c’è l’interessamento di un operatore privato, Longitude Holding Srl, per altre linee sospese. Purtroppo, la Regione Piemonte sembra ostinarsi, a non impegnarsi per un progetto concreto finalizzato alla graduale riapertura delle linee sospese, che in questa regione sono ancora 13 nonostante la domanda sempre più pressante che viene dai territori, sindaci, istituzioni, che reclama il ritorno del servizio su rotaia.
In Sicilia sono in corso di esecuzione i lavori di ripristino sulla ferrovia sospesa Noto – Pachino in Sicilia, sempre ad uso turistico, una delle 26 linee che deve essere riaperta secondo il Decreto del MIT146/2022 in attuazione della legge 128/2017, come anche la linea ferroviaria storica Alcantara – Randazzo, estesa per circa 37 km, che collega il versante settentrionale dell’Etna con la linea costiera ionica Messina-Catania. Per quest’ultima linea, che si dirama dalla stazione di Alcantara, ancora oggi in esercizio, è previsto il recupero dei primi 13 km dell’intera tratta entro il 2026, sempre grazie a fondi del PNRR.
La Termoli – Campobasso da marzo 2023 è nuovamente sospesa a causa di un movimento franoso (pur limitato) e non vi è alcun programma di ripristino nell’immediato, anzi la Regione Molise ha deciso di non comprendere questa linea nel contratto di servizio con Trenitalia. Recentemente, ad aprile 2024, è stato affidato ad EAV, la società regionale ferro-gomma, l’incarico per il progetto definitivo per la trasformazione dell’intera tratta Torre Annunziata – Castellammare di Stabia – Gragnano in tram leggero. Presumibilmente entro la fine di quest’anno, si procederà con il bando di gara per l’affidamento della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori che riguarderanno almeno il primo lotto, quello già finanziato tra Castellammare di Stabia e Gragnano, per un valore di circa 33 milioni di euro a valere sulle risorse FSC 2014-2020 per il finanziamento del CIS ‘Vesuvio-Pompei-Napoli’.
I Fondi del PNRR per investimenti su ferrovie turistiche e locali sono in corso di utilizzo con interventi e potenziamenti su diverse reti, per esempio anche sulle reti del Trenino Verde in Sardegna. In Puglia il 22 maggio 2024, un treno di Fondazione Fs ha percorso la tratta Gioia del Colle – Altamura. Il calendario dei lavori, promossi da Fondazione FS e in via di completamento, prevedono la riattivazione ad uso turistico nell’estate 2024, grazie proprio a Fondi PNRR. In Calabria la spettacolare linea silana Cosenza – San Giovanni in Fiore (la più elevata d’Italia, visto che supera quota 1.400 metri slm), chiusa nel 2011 e riaperta al traffico turistico nel 2016, limitatamente alla tratta Moccone – Camigliatello e San Nicola – Silvana Mansio con il “Treno della Sila”, è interessata quest’anno da interventi da parte della società regionale Ferrovie della Calabria, attualmente chiusa, che ha promesso la riapertura in estate 2024.
Possiamo quindi dire, che “eppur” qualcosa si muove nella giusta direzione, anche se le risorse limitate, lentezze attuative, in alcuni casi una strategia ancora incerta se non negativa, sono presenti e diffuse. Permane qualche preoccupazione sulla capacità di spendere bene e nei tempi stabiliti i fondi PNRR.
In Italia ci sono circa 1.200 chilometri di linee ferroviarie attualmente “sospese” all’esercizio, che meriterebbero di essere riaperte al traffico passeggeri. Che siano linee ancora efficienti, sui cui transitano le merci ma non i passeggeri, o tratte interrotte a seguito di crolli di viadotti o di eventi franosi o sospensioni “temporanee” per lavori protratte per anni (come la Bergamo-Brescia, chiusa per lavori per ben due anni), o semplicemente metodiche riduzioni del servizio per i mesi estivi o le festività, scorrendo il rapporto nasce spontaneo il sospetto che, per i decisori politici, il servizio ferroviario locale sia la “Cenerentola” della mobilità.