Circa 240 balene sono morte dopo essersi arenate su una spiaggia delle remote Isole Chatham, a circa 840 chilometri al largo dell’Isola del Sud della Nuova Zelanda. E pochi giorni fa, altre 215 balene si sono arenate a circa 40 chilometri al largo dell’isola di Rangiauria, appartenente al gruppo delle isole Chatham e dove vivono meno di 800 persone. Sui due episodi stanno facendo indagini i funzionari del ministero della Conservazione della Nuova Zelanda.
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Le balene sopravvissute – di cui non si conosce il numero – sono state sottoposte a eutanasia per risparmiare loro “ulteriori sofferenze”, in quanto c’è il divieto di rimetterle a galla per il rischio di attacchi di squali sia al personale che ai mammiferi feriti.
Gli esperti, in ogni caso, non sono in grado di spiegare le ragioni di questi spiaggiamenti. Molti mammiferi marini, tra cui balene e delfini, sono soliti arenarsi al largo delle coste dell’Australia meridionale e della Nuova Zelanda, ma i motivi possono essere diversi: si ritiene, infatti, che questi incidenti possano essere causati da malattie, errori di navigazione, improvvisi cambiamenti di marea, inseguimento da parte di predatori o da condizioni meteorologiche estreme.