Un’iniziativa da 19,6 milioni di euro per finanziare la produzione di energia pulita sfruttando il movimenti delle onde del mare; un grande passo avanti per un settore in forte espansione. Il progetto, denominata WEDUSEA, sarà coordinato dalla società irlandese OceanEnergy supportata da Enterprise Ireland, l’agenzia governativa per lo sviluppo, e coinvolgerà 14 partner del mondo accademico e industriale, con finanziamenti provenienti da Innovate UK e dal programma Horizon Europe dell’Unione Europea. Il lancio avverrà in occasione della Conferenza internazionale sull’energia oceanica, che si terrà a San Sebastian, in Spagna.
Il dispositivo galleggiante
OceanEnergy ha sviluppato OE35, un sistema definito “il dispositivo galleggiante per l’energia delle onde con la maggiore capacità al mondo”. La capacità a cui si riferisce è la quantità di elettricità che un generatore è in grado di produrre quando funziona a pieno regime. La parte inferiore dell’OE35 è aperta alle onde. Quando le onde passano attraverso questa apertura sommersa, oscillano e spingono l’aria intrappolata attraverso una turbina. L’energia generata può quindi essere esportata dall’OE35 alla rete.
Secondo il Centro europeo per l’energia marina, WEDUSEA durerà quattro anni e la sua fase iniziale si concentrerà sulla progettazione di una versione di OE35 da 1 megawatt. A questa seguirà una sperimentazione di due anni con il collegamento alla rete elettrica in un sito di prova per l’energia del moto ondoso che si trova presso il Centro Europeo per l’energia marina nelle Orcadi, in Scozia. Le Orcadi sono un arcipelago situato nelle acque a nord della Scozia continentale. L’EMEC che ha sede lì, rappresenta un importante centro per lo sviluppo dell’energia delle onde e delle maree sin dalla sua nascita, nel 2003. Dopodiché la terza fase del progetto riguarderà la commercializzazione. Secondo l’EMEC, l’obiettivo principale è quello di “utilizzare questa tecnologica per costruire un impianto pilota da 20 MW”.
“Le azioni innovative intraprese in questo programma mirano a migliorare l’efficienza, l’affidabilità, la scalabilità e la sostenibilità della tecnologia dell’energia del moto ondoso e a ridurre il suo LCOE di oltre il 30% – ha detto Myles Heward, responsabile del progetto presso l’EMEC – ciò contribuirà a ridurre il rischio di investimenti nell’energia del moto ondoso”. LCOE si riferisce al costo livellato dell’energia, ovvero “la misura dei costi di vita di un dispositivo diviso per la produzione di energia”. Tony Lewis, responsabile tecnico di OceanEnergy, si è detto entusiasta delle prospettive di WEDUSEA. Ha affermato che il progetto “dimostrerà come la tecnologia del moto ondoso stia progressivamente riducendo i suoi costi, diventando quindi un trampolino di lancio per lo sviluppo di vettori commerciali più grandi e per un’ulteriore industrializzazione”. “Prevediamo che l’energia naturale degli oceani del mondo un giorno fornirà gran parte della rete elettrica”, si è spinto a dire Lewis.
La produzione da moto ondoso
Nonostante l’entusiasmo per il potenziale dell’energia marina, l’impronta dei progetti che si basano sul moto ondoso e sulle maree, al momento, rimane però molto ridotta rispetto ad altre fonti rinnovabili. Secondo i dati pubblicati nel marzo 2022, Ocean Energy Europe ha dichiarato che nel 2021 in Europa sono stati installati 2,2 MW di capacità di energia proveniente dalle maree, rispetto agli esigui 260 kilowatt del 2020. Per quanto riguarda l’energia del moto ondoso, sono stati installati 681 kW che, secondo OEE, sono triplicati nel 2022.
A livello globale, invece, nel 2021 sono entrati in funzione 1,38 MW di energia da moto ondoso, mentre sono stati installati 3,12 MW di capacità di corrente di marea. A titolo di confronto, l’Europa ha installato 17,4 gigawatt di capacità eolica nel 2021, secondo i dati dell’ente industriale WindEurope.