Da qualche giorno, un treno hi-tech permette di scavalcare le montagne svizzere senza cambiare convoglio, o addirittura stazione. Merito dell’innovativo progetto di carrello a scartamento variabile: in pochi secondi, l’ampiezza dell’asse tra le ruote dei carrelli si allunga o si accorcia di quasi mezzo metro, permettendo in questo modo allo stesso convoglio di viaggiare sia sulle reti ferroviarie mainstream, quelle di pianura o comunque ad alta percorrenza, che sui network locali di montagna, a scartamento ridotto, che sono una delle peculiarità delle Alpi elvetiche, quasi una parte integrante del paesaggio.
Il nuovo Goldenpass Express è stato inaugurato a inizio dicembre. Collega Montreux, sulla propaggine orientale del Lago di Ginevra, a Interlaken, la terrazza panoramica poggiata sotto le pareti nord delle Alpi Bernesi, di cui attraversa le pendici orientali, toccando tra l’altro la mondanissima Gstaad. Uno degli itinerari ferroviari ad alto tasso di bellezza che i nostri vicini Oltralpe – e non solo loro – amano di più, ma che fino a ieri era penalizzato dalla necessità di dover cambiare treno a Zweisimmen. Dal piccolo comune della Simmental a Interlaken, infatti, circolano i treni ordinari, mentre da lì a Montreux la storica linea Mob (Montreux Oberland Bernese) si inerpica su un vero e proprio valico.
Ora questo intoppo è stato risolto, grazie a una tecnologia che porta anche la firma italiana, quella di Pininfarina. In sintesi estrema, i carrelli dei treni sono stati progettati per “allargarsi” e “restringersi” dal metro (mille millimetri) di carreggiata, che è lo standard delle ferrovie di montagna elvetiche, ed è ridotto proprio per garantire la maggiore agilità necessaria a superare tratte con pendenze e curve, ai 1.435, che è la misura delle ferrovie ordinarie non solo elvetiche, ma della quasi totalità del network ferroviario europeo. Perché ciò si possa realizzare, è stato progettato il primo carrello flessibile al mondo. Non ha assi e si espande o comprime a seconda della necessità, e allo stesso tempo solleva e abbassa le carrozze del treno di 20 centimetri, per assecondare la diversa altezza delle piattaforme. Il tutto avviene, a Zweisimmen, in una rampa pensata ad hoc.
Grazie a questo stratagemma, il percorso di 115 chilometri attraverso la Simmental, la Saanenland, nel cantone di Berna, e poi il Pays d’Enhaut e la Riviera, del Vaud, si percorrono in tre ore e un quarto. Circondati da un paesagggio da favola, con il treno che si inerpica dal lago di Ginevra attraverso i vigneti che lo sovrastano prima, per costeggiare le Alpi Bernesi e ridiscendere sul Lago di Thun. A Interlaken, poi, la magnifica visione delle vette più belle e famose dell’Oberland, la favolosa triade Eiger-Mönch-Jungfrau. E – molti lo sanno di sicuro – per gli amanti del treno panoramico può non essere ancora finita: da Interlaken parte il mitico trenino della Jungfrau. Quello che, dopo aver raggiunto Lauterbrunnen (o Grindelwald), si inerpica prima fino ai 2.061 metri del Kleine Scheidegg, dove la triade sembra poter essere toccata con un dito, e di lì, attraverso un tunnel scavato in una delle Nordwand più celebrate dell’alpinismo mondiale, la parete nord dell’Eiger, raggiunge lo Jungfraujoch, a 3.454 metri, con straordinaria vista sull’Aletschergletscher, il ghiacciaio più lungo delle Alpi.
Tornando al Goldenpass Express, la linea ha origini storiche. L’idea di collegare tre stazioni turistiche già allora famose nel mondo – Montreux, Gstaad e Interlaken nacque nel 1873. Negli anni tra fine Ottocento, le due tratte, quella tra Montreux e Zwiesimmen e quella dalla Simmental a Interlaken vennero create sotto la spinta di diversi gruppi di operatori locali, che, complice la diversa orografia, crearono due linee che non “comunicavano” tra loro. Già nel 1916, la linea del Golden Pass collegava Montreux, non solo a Interlaken, ma, grazie alla tratta che costeggia l’attuale Passo Brünig, anche Lucerna. Bisognava però cambiare due volte treno, perché a Interlaken, ancora una volta, lo scartamento scendeva a 1 metro, con tanto di cremagliera.
Il tutto non impedisce ai convogli siglati Mob di trovare proseliti in ogni angolo del mondo. Merito anche di molte iniziative pioneristiche sul fronte del turismo del lusso e – come si direbbe oggi – della lentezza. Carrozze “salone” e ristorante sono vere e proprie prime mondiali almeno per le ferrovie di montagna. In anni recenti arrivano le carrozze panoramiche. Ma l’obbligo di cambio è penalizzante. L’idea che per molti anni si fa strada, sin dal 1928, è quella di aggiungere un terzo binario a scartamento ridotto tra Zwiesimmen e Interlaken. Un progetto perpetrato a più riprese per 80 anni e affossato definitivamente nei primi anni Duemila tra costi troppo elevati e vincoli di natura ambientali. Fino all’uovo di Colombo. Pensato nel 2008, il carrello a scartamento variabile è ora una realtà.
Inaugurata l’11 dicembre, la nuova Goldenpass offre fino a giugno una corsa giornaliera per direzione. Dall’11 giugno le corse diventeranno quattro per due. Le classi sono tre, seconda prima e prestige. Per quest’ultima la prenotazione è obbligatoria, per le altre è raccomandata. In Prestige le poltroncine ruotano di 180 gradi – anche per ammirare meglio il panorama – e sono riscaldabili.
Nella stagione dei cambiamenti climatici, in quella che mette sempre più a repentaglio un certo modo di vedere la stagione turistica invernale, persino nei luoghi per tradizione più freddi e nevosi delle Alpi, la capacità di individuare e promuovere forme di turismo montano e alternativo può fare la differenza. La Svizzera, con la sua rete ferroviaria di montagna che è un unicum a livello mondiale, ha un’arma importante. E nel Paese che vanta numerosi record in campo ferroviario – dal tunnel più lungo del mondo, Gottardo alla rete ferroviara a più alta densità territoriale d’Europa; dalla linea più ripida del mondo (Pilatus, 48 per cento) alle più elevate d’Europa (lo Junfraujoch in assoluto, il treno del Bernina tra le ‘non cremagliere’) – lo sanno bene.
Tanto che il miglior testimonial possibile che il turismo svizzero potesse trovarsi ‘in casa’, quel Roger Federer che ritirandosi dal tennis in una serata che è stata anche la celebrazione dell’amicizia nella rivalità sportiva, è stato recentemente avvistato alla stazione di Zurigo, in compagnia di Trevor Noah, il comico e anchorman che lo ha recentemente ospitato nel suo Daily Show, e al quale ha raccontato la divertente vicenda dell’addetta alla security che non l’ha lasciato entrare a Wimbledon, ma anche del suo ruolo di ambasciatore del suo Paese. I due erano circondati da cameranen e truccatori. Rumors provenienti dai media elvetici – non confermati ma neanche smentiti dalle fonti ufficiali – raccontano che i due stanno girando il prossimo spot sul turismo svizzero. E che, oltre che alla stazione di Zurigo, sarebbero stati filmati, guarda caso, sul Goldenpass Express.
Per informazioni, Turismo Svizzero.