Perché la gente sta tanto al cellulare ai concerti? Me lo chiedo sempre, specie dopo gli ultimi spettacoli a cui sono andata. Ma goditi la musica, l’atmosfera. Che fai poi? Quante volte riguarderai quelle ore di girato forza 9, lontano dal palco, dove si sente solo il tuo vicino stonare come una campana? Però se osservi bene, su quegli schermi non c’è solo un puntino distorto tra le luci. Spesso ci sono le persone a cui vuoi dedicare un ricordo, quelle a cui vuoi suscitare un pizzico di invidia e quelle che non sono potute venire all’ultimo. Come Nic, messo k.o. dall’alimentazione tutt’altro che salutare a base di panini e farfalle degli ultimi due mesi.
La trottola dall’energia (alla fine non) infinita della nostra famiglia allargata ha ceduto e ha visto con noi in videochiamata qualche spezzone dello show a Castel Volturno. Fra ha provato a metterci una pezza, ma dobbiamo dirlo: non ha mai saltato allo stesso modo. E poi sarà settembre che si avvicina, l’inizio del nuovo anno dopo la pausa (si fa per dire) estiva, ma i discorsi sul futuro tornano più ingombranti del solito. Qual è la strada giusta per andare avanti col fumetto, la recitazione, i laboratori coi bambini? E camparci, ça va sans dire.
Certo ancora non è la preoccupazione di Finn, 18enne dalla camicia di lino, che gioca a fare l’uomo vissuto ma ha davanti a sé ancora l’ultimo anno di liceo, scudo dalle responsabilità dell’essere grandi davvero. Sassa è bravissima a tenere tutto dietro il sorriso sempre accennato. Non vuole certo rovinare la sua tappa preferita, tra neomelodici e mozzarelle di bufala. Unica pecca l’assenza del tanto agognato Gigi D’Alessio. “Jova, ma davvero non lo hai invitato?”. In compenso ha intervistato la fumettista Zuzu e il suo modo di vedere le cose l’ha affascinata: “Faccio fatica a immaginare il mondo malato”, le ha detto. “Siamo noi i malati e dovremmo curare lo sguardo con cui guardiamo il Pianeta perché lui sopravviverà anche senza di noi”.
Effettivamente siamo tutti ogni tappa un pelo più stanchi, più sfibrati, più suscettibili. E capita allora di dover dire scusa Charlie, perché una preoccupazione diventa accusa e no, non volevi che lo fosse, ma a una certa ora i pensieri diventano parole senza passare dal via. E non sai più quanto pesano.
Viareggio è il penultimo tassello di questo tour estivo. Possiamo farcela. Ci vediamo lì.