Coccinelle, libellule, damigelle, scarabei, farfalle. L’affollato mondo degli insetti è un mondo decisamente colorato, dove le diverse intensità e tonalità delle tinte funzionano al pari delle nostre parole: il colore per questi animali è soprattutto un’importante forma di comunicazione. E i cambiamenti climatici rischiano di stravolgere questa comunicazione: le temperature che impennano possono cambiare i colori degli insetti e quindi il significato dei loro discorsi, anche quelli amorosi e quindi riproduttivi.
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Ad approfondire il tema è una review appena pubblicata sulle pagine di Ecology & Evolution, in cui alcuni ricercatori australiani hanno passato in rassegna le evidenze in materia di effetti climatici sul colore degli insetti e sui loro comportamenti riproduttivi. Prima però hanno ricordato che ruolo può avere il colore per gli insetti e il fatto che sia il prodotto di processi diversi. Una premessa doverosa per capire perché fattori climatici e ambientali – le temperature sì, ma anche l’umidità e la radiazione solare – possono influenzare la sopravvivenza di questi animali.
I colori, ricordano Tangigul Haque della Macquarie University e colleghi, sono importanti soprattutto a fini comunicativi, contribuendo a regolare comportamenti come la riproduzione o per tenere lontani possibili predatori o semplicemente camuffarsi, ma svolgono un ruolo chiave anche nei processi di regolazione della temperatura (più sono scuri più calore assorbono). Questi colori poi, proseguono i ricercatori, possono derivare tanto dalla produzione di pigmenti che dall’organizzazione delle strutture sul corpo degli insetti (e per questo noti come colori strutturali). Entrambi sono sensibili a quello che succede fuori e possono quindi mutare l’aspetto degli animali. Ce ne sono di diverse di evidente in tal senso, e arrivano da studi diversi che hanno analizzato trend temporali, gli effetti della latitudine e altitudine sugli insetti oppure hanno semplicemente osservato cosa succedeva sperimentalmente cambiando la temperatura all’aspetto degli animali.
Qualche esempio? La farfalla Colias meadii con l’aumento delle temperature ha ali meno ricche di melanina, in alcune zone ma non in altre, mentre il coleottero Oreina sulcate appare più verde a basse altitudini, più scuro e più riflettente a quelle più alte. Gli esempi raccolti dai ricercatori sono tantissimi, ma l’aspetto più interessante della loro revisione è aver sottolineato come questa colorata variabilità legata ai fattori climatici abbia delle conseguenze reali sul comportamento e sulla fitness degli insetti. Nella damigella Ischnura elegans i colori più scuri indotti da latitudini più elevate aumentano i conflitti sessuali, mentre l’aumento dei pigmenti scuri nelle ali della libellula Pachydiplax longipennis indotto da cambiamenti della temperatura accresce l’abilità di volo dei maschi.
Ma i cambiamenti di colori indotti dai fattori ambientali potrebbero influenzare ancor prima i segnali che gli insetti si scambiano, e che usano per accoppiarsi, come accade alle farfalla Colias philodice eriphyle, che scelgono più volentieri maschi con più melanina, ricordano ancora gli autori.
“L’effetto del cambiamento climatico globale sul colore degli insetti può avere un impatto sulle funzioni fisiologiche, sulla comunicazione intra e interspecifica e sulla selezione sessuale, che possono contribuire al declino globale degli insetti – si legge in chiusura del paper – Riteniamo che monitorare l’impatto del cambiamento climatico globale sulle caratteristiche degli insetti aiuterà la gestione della biodiversità e la sostenibilità ambientale”. E su questo, malgrado gli esempi fatti ne sappiamo ancora poco, motivo per cui, per avere risposte più chiare, sarà necessario indagare meglio, ribadiscono gli esperti, su più fronti e con diverse tecniche, con analisi genomiche, fotografiche e sfruttando gli esemplari conservati nei musei per cominciare.
“Se stiamo influenzando la loro riproduzione, stiamo seriamente compromettendo la sopravvivenza della loro popolazione. Dobbiamo capirlo”, ha dichiarato al Guardian Mariella Herberstein, tra gli autori del lavoro.