In Islanda si potrà ancora continuare a cacciare e uccidere le balene, almeno per quest’anno. Per la precisione 128 grandi cetacei potranno essere cacciati nella regione tra la Groenlandia e l’Islanda occidentale (99 esemplari) e fra l’Islanda orientale e le Farore (29).

 

Doveva essere un giorno storico per la protezione dei grandi mammiferi marini: dopo una lunga campagna portata avanti da attivisti e animalisti ci si aspettava uno stop, da parte del governo inslandese, alla richiesta di rinnovo della licenza da parte dell’ultima e unica compagnia baleniera rimasta a operare in Islanda, la Hvalur Hf. Quando però il ministro dell’Alimentazione del paese, Bjarkey Olsen Gunnarsdóttir, è uscita da una lunga riunione poco dopo l’ora di pranzo, si è scoperto il verdetto: la ministra ha concesso ancora la licenza  per quest’anno.

 

Una decisione che scontenta tutti: in primis gli animalisti, che speravano in una bocciatura tale da poter porre fine alla caccia delle balene in Islanda, e in secondo luogo anche gli stessi balenieri dato che da mesi lamentano estremi ritardi per una decisione, quella arrivata oggi, che è giunta quando in teoria il periodo di caccia è già iniziato (da fine maggio sino a settembre).

 

Al grido di #EndWhalingForever diversi gruppi e associazioni ambientalisti, ma anche star di Hollywood come Leonardo DiCaprio, negli ultimi mesi si sono battuti per chiedere all’Islanda (e non solo) di fermare per sempre la caccia alle balene, una pratica che continua ancora oggi anche in Giappone e Norvegia. L’Islanda, sostengono gli attivisti, non rinnovando la licenza a Hvalur Hf avrebbe avuto la possibilità di interrompere per sempre una pratica oggi non più necessaria per il sostentamento, come avveniva in passato.

 

Nonostante Bjarkey Olsen Gunnarsdóttir abbia dichiarato che si tratta di “una decisione che non necessariamente concorda con le mie opinioni”, ha motivato la scelta come fattore in ottemperanza alle “leggi e i regolamenti da seguire”. Il sito del governo islandese afferma inoltre che la decisione sul volume di pesca “rientra nei limiti dei consulenti dell’Agenzia norvegese per la ricerca marittima del 2017” e tiene anche conto “dei fattori conservativi dell’ecosistema della Commissione baleniera internazionale”.

We are outraged to hear that Iceland has issued a license to Hvalur hf., the nation’s only whaling company, to kill 128 whales in the 2024 hunting season. This decision is unacceptable and inhumane.

Read our full statement here: https://t.co/T2Xl8yLcWp pic.twitter.com/XRAGM61e9i

— World Cetacean Alliance (@WorldCetacean) June 11, 2024

A livello di opinione pubblica un recente sondaggio aveva rilevato come ormai il 51% degli islandesi si dica contrario alla caccia e solo il 29% favorevole, soprattutto fra gli over 60. Durissima, a commento della decisione presa dal governo islandese, la nota di World Cetacean Alliance (Wca) che parla di scelta “inumana”.

 

“Wca è indignata dalla notizia odierna. Questa decisione, che consente a Hvalur di uccidere 128 balene nella stagione di caccia del 2024, avrebbe potuto rappresentare un punto di svolta cruciale per la caccia alle balene in Islanda” spiegano dall’associazione ricordando come sarà necessario lavorare insieme, fra più attori, per “porre fino al massacro. Il divieto di questa pratica orribile e obsoleta è atteso da tempo, con i sostenitori dei diritti degli animali e gli ambientalisti che chiedono la fine della caccia alle balene da molti anni, anche all’interno della stessa Islanda. Esortiamo il governo a riconsiderare e dare priorità alla conservazione dei nostri oceani e della vita marina, riconoscendo il loro inestimabile contributo all’equilibrio ecologico e al benessere del nostro Pianeta”.