Le Isole Eolie saranno al 100% green entro il 2030 grazie all’Unione Europea. Sono infatti inserite tra le 30 isole e arcipelaghi coinvolte nel programma europeo “100% Renewable Energy Islands for 2030”. La prima è stata Salina entrata già nel 2019 tra le sei isole europee designate come “EU Pilot Island“, ma tutte le Eolie sono state selezionate dal segretariato e impegnate, con l’assistenza tecnica del Politecnico di Torino, a redigere la Agenda per la transizione energetica, con l’obiettivo di raggiungere il 100% di energia rinnovabile entro il 2030. Una sorta di road map in sei punti.

 

L'isola di Salina
L’isola di Salina 

Luoghi di straordinario patrimonio naturalistico e paesaggistico del nostro paese, le isole minori ora sono investite da un programma di tutela ambientale e transizioni energetica chiamato verso le rinnovabili: energia eolica e fotovoltaica soprattutto. Dopo il “Laboratorio per lo sviluppo turistico sostenibile” inaugurato a Ventotene e Santo Stefano, i progetti green sull’isola di Capraia e di Pantelleria, i grandi passi avanti che si stanno facendo sulle Isole Tremiti diventate un modello per le misure prese per ridurre sprechi d’acqua e circolazione delle auto, comtinua il rapido avanzamento della “Agenda per la transizione energetica delle isole minori europee”. Promossa dal segretariato europeo “Clean Energy for EU Islands” istituito nel 2018 da Commissione e Parlamento europei. 


Sei obiettivi entro il 2030

L’Agenda per le Eolie ha fissato sei nuovi target da raggiungere entro il 2030: ulteriori impianti fotovoltaici per 2,6 MW di potenza totale installata; il progetto di un impianto geotermico a Panarea per coprire il 35% del fabbisogno dell’isola, compresa l’alimentazione di un mini dissalatore; il progetto di efficientamento delle reti idriche di Salina; l’incentivazione della mobilità elettrica mediante sostituzione praticamente gratuita degli scooter a benzina di proprietà degli isolani con mezzi elettrici; l’acquisto di autocompattatori elettrici e altri mezzi ecologici per la raccolta di rifiuti e l’igiene urbana; la costituzione di comunità energetiche rinnovabili e solidali nelle isole maggiori. 

 

I sei obiettivi, con relativi progetti e investimenti, saranno messi a fuoco da istituzioni, esperti e imprese nella settima edizione dei “Green Salina Energy Days”, organizzati dall’associazione Isole sostenibili il 5 e 6 giugno e seguiti dalla seconda edizione del Blue Island Day il 7 giugno.  Nel corso di quest’anno le Eolie hanno registrato una accelerazione verso la transizione green, anche per spendere in tempo i circa 61 milioni stanziati dal Pnrr con la misura Isole verdi. Salina è passata da poco più di zero a oltre 300 kWp di potenza fotovoltaica installata; Lipari da 120 a 500 kWp; si è chiuso il primo bando per la sostituzione dei ciclomotori; si stanno progettando l’impianto di geotermia a Panarea da 100 kW (1,5 milioni di euro); con il programma Nesoi, l’Ati di Messina ha completato lo studio di fattibilità per la rete idrica e il dissalatore a Salina (7,9 milioni il costo totale); si stanno progettando impianti fotovoltaici a Lipari per 700 kWp su Monte Sant’Angelo e per 400 kWp su edifici comunali, e a Salina per oltre 600 kWp.

I collegamenti marittimi: la prima fonte di inquinamento

La principale fonte di inquinamento nelle Isole Eolie è rappresentata dai collegamenti marittimi, che incidono per il 60%, seguiti dagli edifici (14%), mobilità interna (13%), attività terziarie (11%), industria e agricoltura (3%). Ecco perché con il progetto Nesoi, l’Autorità portuale dello Stretto ha progettato interventi per l’elettrificazione delle banchine e l’abbattimento delle emissioni dei collegamenti marittimi con l’arcipelago e lo studio di fattibilità dei dissalatori per Salina, redatto da Ati di Messina, prevede di rifornire Salina di acqua potabile per oltre 550mila mc all’anno, rendendo superfluo il servizio con le navi cisterna che costa oggi allo Stato oltre 13 euro al metro cubo.