Italia, è vero boom di cicloturismo. Nel 2022 sono state oltre 33 milioni le presenze di vacanzieri che usano la bicicletta. L’impatto ecomomico ha superato i quattro miliardi. Questo il quadro che emerge dal rapporto “Viaggiare con la bici 2023”, realizzato da Isnart per l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio, promosso con Legambiente.

Dati presentati al Forum del cicloturismo, evento dedicato agli operatori e alle reti nazionali e internazionali all’interno della seconda edizione della Fiera del cicloturismo di Bologna. Nel dettaglio, si stima che in Italia nel 2022 i soli cicloturisti “puri”, ossia i turisti italiani e stranieri che scelgono l’Italia appositamente per una vacanza in bicicletta, abbiano rappresentato oltre nove milioni di presenze turistiche, più del doppio del 2019 (4,4 milioni di presenze), un numero capace di generare un impatto economico stimato in oltre un miliardo di euro. Accanto a questi, vi sono turisti mossi da altre motivazioni che trascorrono parte della vacanza utilizzando la bicicletta, e da qui arrivano quasi 24 milioni di presenze turistiche associabili a questo segmento, per una spesa sul territorio pari a quasi tre miliardi di euro.

“Il cicloturismo è una leva sempre più importante della valorizzazione in chiave turistica del nostro territorio – sottolinea il presidente di Isnart, Roberto Di Vincenzo – e perfettamente in linea con le scelte in termini di sostenibilità ambientale che caratterizzano il Pnrr. Isnart monitora già da alcuni anni il fenomeno, consapevole del grande potenziale in termini di indotto economico, allungamento della stagionalità e riorientamento dei flussi turistici verso borghi e aree interne del paese che il bike tourism esprime, da nord a sud”.

I dati del rapporto presentato oggi, aggiunge Sebastiano Venneri, responsabile nazionale Legambiente Turismo, “confermano la rivoluzione a pedali in atto in italia. In molte aree del paese il cicloturismo è già un’eccellenza dell’offerta turistica, anche se bisogna lavorare meglio sulla crescita culturale, sul consolidamento dell’offerta di servizi specifici e sull’integrazione di nuove ciclovie nei sistemi di offerta locali del turismo. Da sottolineare come la redistribuzione dei flussi cicloturistici verso il centro sud del paese e il lavoro che tanti territori stanno facendo per utilizzare le infrastrutture esistenti a fini cicloturistici stiano disegnando quella via italiana al cicloturismo che può rappresentare la risposta originale del nostro paese alla domanda mondiale di vacanze a pedali”.


Il consolidarsi della domanda sta premiando gli operatori specializzati che hanno fiutato la tendenza offrendo prima di altri proposte e servizi di qualità: il 38% delle imprese che operano esclusivamente nel segmento del cicloturismo ha registrato nell’ultimo anno ricavi in crescita. Il mercato si sta organizzando con proposte di qualità, a partire dall’interesse dei grandi tour operator esteri: non a caso, tra i pacchetti più venduti/prenotati per il 2023 risultano tour cicloturistici non solo di regioni ormai consolidate in questo prodotto, come la Toscana, ma anche di realtà meridionali emergenti, come Puglia e Basilicata. Anche i tour operator italiani specializzati sono molto positivi sulle prospettive di ulteriore crescita del mercato per il 2023: il 90% prevede un incremento del proprio giro di affari. Sono gli stessi operatori che, mediamente, hanno visto crescere il proprio fatturato fino a quasi triplicarlo nell’ultimo triennio, anche sfruttando -in questo caso positivamente- gli esiti della pandemia.


Tra le mete del cicloturismo cresce il sud italia. Veneto, Trentino-Alto Adige e Toscana da sole attraggono il 47% dei flussi cicloturistici del 2022, ma il cicloturismo progressivamente si va diffondendo in tutto il Paese. Tra il 2019 e il 2022, infatti, i cicloturisti che scelgono le regioni del sud sono passati dal 7% al 17,4% del totale. In crescita anche il Centro Italia che sale dal 10,9% al 15,8%. Per le regioni del Sud Italia, il cicloturismo rappresenta un’importante occasione per l’allungamento della stagionalità, per contrastare il fenomeno dell’overtourism e un importante volano di potenziale sviluppo in chiave turistica delle aree interne. L’agenzia di promozione territoriale della Basilicata da tempo ha avviato iniziative territoriali, come ad esempio “Basilicata free to move”, l’applicazione interattiva per smartphone e tablet che geolocalizza e permette di conoscere 21 itinerari cicloturistici per 1.729 Chilometri complessivi. In Abruzzo spicca l’esperienza del Gruppo di azione locale “Costa dei Trabocchi” che promuove l’omonima ciclovia e una moltitudine di percorsi “a pettine” tra mare ed entroterra, caratterizzati da diversi gradi di difficoltà. Tutto grazie a sinergie e concertazione tra istituzioni, mercato e comunità locali.

La Calabria ha fortemente puntato sulla ciclovia dei parchi, costituita da 545 chilometri prevalentemente su provinciali e arterie a bassa intensità di traffico che attraversano la dorsale appenninica della regione, toccando i Parchi nazionali del Pollino, della Sila dell’Aspromonte e quello regionale delle Serre. In Puglia, la regione sta riservando molta attenzione al cicloturismo, con uno sforzo di progettazione che mira a costruire un nuovo posizionamento “bike” in collaborazione con i comuni, le associazioni e gli operatori, anche attraverso l’organizzazione di tante iniziative legate allo sport.