L’Italia è un paradiso per osservare gli uccelli: il nostro Paese è sulle principali rotte migratorie dall’Africa al Nord Europa e grazie alla sua straordinaria biodiversità sono moltissime le specie osservabili. “E finalmente anche da noi il birdwatching viene praticato da sempre più persone – osserva Marco Gustin, ornitologo responsabile specie e ricerca della Lipu – abbiamo infatti documentato un aumento considerevole degli appassionati negli ultimi venti anni. Certo, non siamo ancora ai numeri delle nazioni del Nord Europa o della Gran Bretagna, però le richieste di informazioni e di iscrizione ai nostri corsi parlano chiaro”.

“I più esperti frequentano soprattutto le piccole isole del Tirreno – dice l’ornitologo – ma dall’arco alpino fino alla Sicilia le zone per l’osservazione ad ogni livello sono davvero tantissime: certo, ogni stagione ha le sue specificità, ma proprio per questo il nostro Paese è un paradiso, non ci sono periodi dell’anno in cui un appassionato di birdwatching non possa divertirsi”.

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“Sono le rotte migratorie che rendono alcuni territori più interessanti, soprattutto in primavera da fine marzo fino a maggio inoltrato – precisa Gustin – quando i migratori trans sahariani, cioè le specie che in inverno frequentano le zone tropicali e subtropicali dell’Africa, volano verso l’Europa settentrionale. Alcuni si possono vedere  dalla finestra di casa, moltissimi sono i passeriformi, ma conoscendo le zone si possono vedere cicogne, nibbi e molti altri. In autunno la migrazione è anche di ritorno, ma in numeri minori perché alcune specie fanno percorsi diversi; più interessante è osservare le specie che nidificano in Europa e a ottobre e novembre attraversano l’Italia lungo l’area alpina, le isole minori e le coste. L’inverno, poi, è il periodo ideale per osservare gli uccelli acquatici nelle tante zone umide della penisola”.

Marco Gustin, ornitologo responsabile specie e ricerca della Lipu
Marco Gustin, ornitologo responsabile specie e ricerca della Lipu 

Se primavera e autunno sono il periodo dei voli, l’estate è il momento in cui godersi canti e danze: “Il periodo riproduttivo, che in altitudine si protrae fino ad agosto – spiega l’esperto – è importante perché è il momento in cui si ascoltano di più gorgheggi e richiami, ma non solo. Con qualche conoscenza in più si possono individuare specie interessantissime per le parate nuziali, come il falco pecchiaiolo, che nidifica in montagna in zone boscose. In estate, questo rapace diurno ha un comportamento tipico nel momento della riproduzione, perché delimita il suo territorio sbattendo tra loro più volte le ali sopra al corpo, un atteggiamento noto come “applauso””.

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Uno dei luoghi preferiti da Gustin in estate ha proprio a che fare con il falco pecchiaiolo: “Da molti anni frequento la Val di Rabbi, in Trentino, che grazie ai suoi tanti sentieri, che partendo da 1500 metri arrivano a quote elevate, fornisce punti di osservazione eccezionali. Lì oltre al rapace diurno si vedono diversi tipi di picchi, come il cinerino e il tridattilo.

In estate tutto l’Arco alpino è un ottimo sito di osservazione, tra le zone migliori ci sono il Parco nazionale dello Stelvio, dove nelle praterie si vede la coturnice, nelle foreste o al loro limite il francolino e nelle foreste meno sfruttate il gallo cedrone”. Ma anche chi va al mare ha grandi opportunità: “Le zone umide del ravennate e ferrarese nel Parco del Delta del Po, molto vicine a località balneari assai frequentate, non deludono mai – suggerisce Gustin – e perfino in una città come Cagliari passeggiando nello stagno di Molentargius si possono vedere centinaia di fenicotteri rosa in volo. Il consiglio, per chi inizia, è di dotarsi subito di un binocolo con buona ottica e di fare le prime uscite con una guida”.

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