Gli italiani sono sempre più interessati all’offerta green del settore automobilistico che parallelamente si apre a livello esponenziale alle sfide del digitale e delle nuove tecnologie. Stravincono sul mercato quindi le auto ibride su cui stanno puntando tutti gli italiani. Infatti oltre al profondo cambiamento sul versante produttivo del settore, si registra anche una svolta radicale nelle aspettative dei consumatori che si sono evolute rapidamente dall’irruzione della pandemia.
Lo conferma un’indagine di Deloitte in base alla quale oltre 6 italiani su 10 sarebbero disposti a condividere più dati personali per ridurre la congestione del traffico e migliorare la viabilità stradale (63%), ma anche per ridurre i consumi e i costi legati alla manutenzione del proprio veicolo (62%). Un italiano su due invece si dichiara disposto a utilizzare app multimodali per trovare nuove soluzioni di mobilità.
“I cambiamenti in atto nel settore automotive richiedono un profondo ripensamento del concetto stesso di auto, attraverso una trasformazione dei modelli di business e delle dinamiche competitive lungo l’intera catena del valore”, parola di Giorgio Barbieri, responsabile per l’automotive di Deloitte.
“Oltre a essere più green, la mobilità del futuro diventerà sempre più smart. I benefici della sostenibilità ambientale possono infatti essere ulteriormente potenziati dall’integrazione di tecnologie digitali sempre più sofisticate a bordo dei veicoli”, prosegue il manager. E aggiunge: “Per le case produttrici si tratta di un importante fattore distintivo su cui puntare. L’adozione di tecnologie 4.0 e di connettività (es. intelligenza artificiale, connessione 5G, IoT, realtà aumentata) saranno essenziali per centrare un duplice obiettivo. Da un lato, ottimizzare le performance dei veicoli, sfruttando ad esempio sensori avanzati di sicurezza e assistenza alla guida; dall’altro, rendere più distintiva la propria offerta di mercato“.
L’evoluzione della mobilità del futuro sarà quindi trainata dal miglioramento di macchine non soltanto più ecologiche, ma anche dotate di livelli crescenti di automazione, connettività e capacità di offrire servizi personalizzati e a valore aggiunto per gli utenti.
“A tutto ciò si affiancherà un ripensamento strategico delle logiche competitive e dei modelli di business da parte degli operatori del settore, sotto la pressione innovatrice dei nuovi entranti sul mercato (es. start-up e altri soggetti provenienti dal mondo Tech ed Energy) e dell’affermarsi di soluzioni di mobilità alternative, a loro volta alimentate dai cambiamenti nelle abitudini e nelle preferenze dei consumatori. La rilevanza di questi cambiamenti dirompenti rispetto alle logiche tradizionali riguarda inevitabilmente tutti gli operatori della filiera automobilistica, seppure con intensità e modalità differenti a seconda dello specifico ambito di riferimento. Uno scenario pieno di sfide e implicazioni strategiche che avrà un impatto su tutte le categorie del settore: dalle case automobilistiche, ai fornitori di componentistica, fino ai concessionari”, conclude Barbieri.