Nell’anno della Cop26 la Conferenza Nazionale sul Clima promossa da Italy For Climate (con il patrocinio del ministero della Transizione ecologica, della Commissione europea e di Rai per il Sociale e con la media partnership di Rai News e Rai Radio 1) torna a fare il punto sui progressi realizzati dal Paese nel percorso verso la neutralità climatica.
Negli ultimi anni l’Italia ha rallentato il passo sulla strada della decarbonizzazione: dal 2014 e il 2019 le emissioni si sono ridotte di appena 10 milioni di tonnellate di CO2eq. Ad allarmare è anche l’aumento dei consumi di energia + 9% (tra il 1990 e il 2019) e il dato sull’utilizzo delle fonti rinnovabili: ferme dal 2015 al 2019 e addirittura diminuite nell’anno della pandemia di circa 400 mila tonnellate equivalenti di petrolio (circa il 2%). Ad oggi, inoltre, in Italia circa l’80% del fabbisogno energetico è soddisfatto da gas, petrolio e carbone.
La Roadmap 2.0 proposta da Italy for Climate per raggiungere la neutralità carbonica entro la metà del secolo prevede una riduzione delle emissioni del 55% al 2030 rispetto al 1990, a fronte del taglio del 19% registrato al 2019. Per fare questo in appena un decennio sarà necessario ridurre i consumi energetici di circa il 15% e raddoppiare la produzione di fonti rinnovabili, portandole nel settore elettrico al 70% della produzione nazionale e facendole crescere in modo significativo anche nella generazione di calore e nei trasporti: complessivamente queste dovranno arrivare a soddisfare circa il 43% del fabbisogno energetico nazionale.
“L’Italia non è ancora sulla strada giusta per rispettare gli impegni dell’Accordo di Parigi e rispondere alla chiamata della recente Cop26. – ha dichiarato Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate – La neutralità climatica è un traguardo sfidante che richiede un percorso chiaro, efficace e condiviso. Non esistono percorsi e soluzioni uniche adatte per tutti: l’obiettivo è comune, ma diversi sono i contributi che ciascun settore dell’economia può e deve mettere in campo. Nella nostra Roadmap climatica abbiamo avanzato oltre 40 proposte di intervento, articolate nei singoli settori economici, che potrebbero essere decisivi nel processo di decarbonizzazione del Paese”.
Per raggiungere questi risultati I4C ha definito delle roadmap settoriali che identificano specifici target climatici ed energetici e proposte di intervento mirate per ciascun settore che contribuisce al quadro emissivo nazionale: industria, edifici, trasporti, agricoltura e generazione elettrica.
Le proposte di Italy for Climate:
Industria
Quello industriale è il primo settore per emissioni di gas serra in Italia, con il 37% del totale nazionale, ma è anche quello che più di tutti le ha ridotte, con un taglio dal 1990 al 2019 di 85 milioni di tonnellate di CO2eq. Il settore industriale dovrà tagliare le proprie emissioni del 43% rispetto al 2019, arrivando a circa 87 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 2030. Un taglio possibile non solo grazie ad una riduzione degli attuali consumi di energia dell’11%, ma soprattutto grazie ad una importante crescita delle fonti rinnovabili (che nel 2030 saranno il doppio di quelle attuali) e alla elettrificazione di una parte dei consumi da combustibili fossili.
Edifici
Il comparto degli edifici – residenziali, pubblici e commerciali – è il secondo per emissioni (il 28% delle emissioni nazionali) ma il primo per consumi di energia con quasi la metà del totale nazionale. Dal 1990 al 2019 ha ridotto del 10% le emissioni di gas serra, ma allo stesso tempo ha aumentato di ben il 44% il consumo energetico. Gli edifici sono il settore che fornirà il maggior contributo in termini di riduzione delle emissioni di gas serra nazionali da oggi al 2030, con un taglio del 55% rispetto al 2019 grazie soprattutto alla riqualificazione energetica degli edifici: il 2% degli edifici privati e il 3% degli edifici pubblici ogni anno dovranno essere riqualificati in “deep renovation”, cioè migliorando in modo significativo la performance energetica dell’edificio.
Trasporti
Quello dei trasporti rappresenta il terzo settore per emissioni di gas serra, con il 26% del totale nazionale. Ma soprattutto è l’unico settore che nel trentennio analizzato non ha ridotto affatto le proprie emissioni rimaste attorno a 110 milioni di tonnellate di CO2eq. Il settore dovrà ridurre entro il 2030 le proprie emissioni di gas serra del 29% rispetto al 2019. I trasporti dovranno ridurre entro il 2030 le proprie emissioni di gas serra del 29% rispetto al 2019 e i propri consumi di diesel e benzina del 34%. Per raggiungere questi obiettivi sarà necessario ridurre il tasso di motorizzazione ad un parco complessivo di autoveicoli di circa 33 milioni di autoveicoli nel 2030 migliorando il trasporto condiviso e la mobilità attiva in città. Sarà inoltre necessario avere sulle nostre strade 6 milioni di autoveicoli a trazione elettrica nel 2030 (oggi siamo a poco più di 200 mila unità).
Agricoltura
Il comparto agricolo è responsabile del 9% delle emissioni di gas serra nazionali. In trent’anni le emissioni si sono ridotte del 16%, ma tra il 2015 e il 2019 invece di diminuire sono aumentate. Il settore agricolo dovrà ridurre entro il 2030 le proprie emissioni di gas serra del 29% rispetto al 2019, tagliando in primo luogo le emissioni provenienti dagli allevamenti.
Generazione elettrica
Si tratta di un settore “trasversale”, che contribuisce al quadro emissivo nazionale non direttamente ma attraverso i consumi elettrici dei quattro settori finali. Oggi il consumo di 1 kWh in Italia produce circa 260 grammi di CO2 e nel 2030 dovrà più che dimezzarsi arrivando poco sopra i 100 grammi di CO2. Questo sarà possibile, solo se le rinnovabili raggiungeranno nel 2030 una quota del 70% nella generazione elettrica nazionale (oggi siamo a circa il 40%), installando ogni anno 8 GW di nuovi impianti, soprattutto fotovoltaici ed eolici.