L’emergenza climatica è un tema di primissimo piano ed in cui un ruolo cruciale è svolto anche da regioni, province e comuni, responsabili delle strategie per i territori. Diventa fondamentale oggi non solo mitigare gli effetti del cambiamento climatico, riducendo le emissioni di CO2, ma anche mettere in atto misure di adattamento e resilienza dei sistemi socio-economici, per garantire la prosperità delle nostre società a fronte degli effetti estremi derivanti dal fenomeno globale che continueranno ad impattare sui Paesi e i territori per decenni, anche dopo l’auspicato raggiungimento dell’obiettivo della neutralità carbonica fissato al 2050. Per questo le Nazioni Unite hanno lanciato Race To Resilience, l’iniziativa rivolta agli attori non governativi (regioni, province, comuni, ma anche imprese e enti finanziari) per lavorare a interventi di resilienza e sviluppo dei territori e promuovere la condivisione di buone pratiche con un network globale.
L’iniziativa punta a mettere a disposizione di regioni, province e comuni piattaforme di confronto per la condivisione di esperienze e best practice, a supporto di tutte le realtà, anche quelle più piccole. Una chiamata all’azione e all’impegno per gli enti sul territorio perché avviino o condividano in rete a livello nazionale e internazionale le loro esperienze e guidare il percorso verso la resilienza climatica nel nostro Paese.
La Race to Resilience, promossa da Italy for Climate (l’iniziativa italiana sul clima della Fondazione per lo sviluppo sostenibile) e Green City Network, in collaborazione con l’Ambasciata Britannica a Roma, è una occasione per aiutare i territori ad attrezzarsi contro gli impatti climatici. Gli esempi virtuosi non mancano. Come la Regione Lombardia, ad oggi l’unica ad aver aderito alla campagna Race to Resilience e impegnata da dieci anni sul tema dell’adattamento climatico. Un percorso che ha portato nel 2014 alla definizione della Strategia Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SRACC) e nel 2016 all’elaborazione del “Documento di Azione Regionale sull’Adattamento al Cambiamento Climatico, un importante strumento di governance e di intervento cui si collegherà il Piano Regionale per L’Ambiente e Clima (PREAC) la cui approvazione è attesa nelle prossime settimane.
Bologna non è staa ferma a guardare. Nel 2008 il Comune ha aderito al Patto Dei Sindaci Europeo, il più grande movimento al mondo di città e regioni che realizzano azioni per il clima e l’energia. Da qui la definizione del primo Piano d’Azione per l’Energia ed il Clima (PAESC) e il Piano di Adattamento climatico. Ora Bologna punta a essere tra le prime 100 città a raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. Tanti i progetti in cantiere: creazione di una grande infrastruttura ecologica, incremento del verde, sviluppo di 6 nuovi parchi metropolitani, piantumazione di un albero ogni quattro persone.
Anche il Comune di Genova si è dato da fare con interventi messi in campo per l’adattamento e la resilienza climatica. A cominciare da Genova Lighthouse, una strategia che ha posto le basi per lo sviluppo di un vero e proprio piano di azione al 2050 su adattamento e mitigazione climatica, attraverso un approccio inclusivo che coinvolge tutta la città e che mira ad acquisire una piena consapevolezza di quelle che sono le problematiche locali. L’Action Plan al 2050 si struttura su tre asset principali che delineano le linee di intervento individuate: Progettazione innovativa delle Infrastrutture (GREY), Rigenerazione Urbana (GREEN), Sviluppo delle economie genovesi attraverso la Community e le Imprese (SOFT). Uno strumento che guida già da oggi tutte le attività del Comune.
La Sardegna si rimbocca le maniche. L’isola, per la sua posizione centrale nel Mediterraneo, riconosce l’importanza di prendere un’iniziativa concreta e significativa per attrezzarsi ad affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici. La Regione ha definito lo scenario climatico per il 2050 con la Strategia regionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Sracc), mediante accordi di collaborazione con gli enti locali. Nel 2020 è stato stabilito il percorso di revisione della strategia estendendo i settori di indagine e i relativi strumenti all’ambiente urbano, alla costa e agli ambienti di transizione, considerando che in Sardegna i rischi climatici sono aggravati dalla conformazione geografica isolata e amplificati dalla pressione antropica. Nel 2021 sono stati sottoscritti tre accordi di collaborazione con le Università di Cagliari e di Sassari, con l’Arpas e con l’Ispra, prevedendo di concludere la fase di studio e la revisione della Strategia entro il 2023.
In tema di adattamento climatico, per fare un esempio vitruoso, Sorradile (OR) è protagonista in Sardegna fin dal 2014 sulle iniziative legate ai cambiamenti climatici, distinguendosi per gli importanti risultati raggiunti a partire dalla riduzione del 40% delle emissioni di CO2. Il Comune ha presentato già nel 2015 il proprio Piano di adattamento ai cambiamenti climatici che è stato premiato dal Green City Network e sta lavorando all’aggiornamento di un nuovo piano di azione integrato sul clima.
Italy for Climate, c, è il referente dell’iniziativa delle Nazioni Unite nel nostro Paese. Già da tempo I4C promuove azioni che contribuiscono ad alimentare il dibattito nazionale sui temi del clima in Italia, attraverso studi, ricerche e sensibilizzando sull’importanza di individuare un percorso condiviso per la neutralità climatica del Paese che coinvolga tutti gli attori del sistema. I4C si è fatto promotore del Primo Ranking delle regioni sul clima, il Rapporto che ha misurato e valutato le performance delle Regioni italiane in termini di impatto sul clima, realizzato in collaborazione con Ispra e tracciato una Roadmap climatica per l’Italia con obiettivi e proposte di intervento in linea con le indicazioni europee del Green Deal e con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.