“Abbiamo un periodo di nove anni per attuare le decisioni più importanti ed evitare le conseguenze peggiori del cambiamento climatico. O sarà tardi. La Cop26 è un punto di partenza per programmare le azioni da compiere nel prossimo decennio, dobbiamo fare di più”. L’inviato speciale del presidente Usa per il clima, John Kerry, interviene in collegamento da Parigi al Green&Blue Open Summit. Davanti a una platea di studenti, l’ex segretario di Stato americano traccia un bilancio della conferenza Onu di Glasgow e chiede maggiore responsabilità da parte di tutti i Paesi del mondo. Soprattutto dei grandi inquinatori, che finora si sono sottratti agli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra.
“La Cina non ha ancora definito i suoi target per l’abbattimento della CO2 – prosegue Kerry rispondendo alle domande del direttore di Repubblica, Maurizio Molinari – ma alcuni impegni sono stati presi. Hanno promesso che faranno il possibile per accelerare la transizione ecologica e hanno accettato di partecipare a un gruppo di lavoro, nel quale i loro esperti s’incontreranno con i nostri e condivideranno informazioni anche sulle nuove tecnologie in materia di cattura dell’anidride carbonica”.
Green&Blue Open Summit, John Kerry: “Cop26 ha raccolto molto più di quanto si pensi, vi spiego perché”
Poi, i giovani. “Ha ragione Barack Obama, quando avverte che protestare non basta perché la lotta al riscaldamento globale è una maratona e non uno sprint. I ragazzi e le ragazze hanno un potere enorme, a livello mondiale. Possono guidare e aiutare i politici ad attenersi alle proprie responsabilità, possono persuadere le persone a cambiare abitudini e boicottare i prodotti di quelle aziende che non rispettino l’ambiente. Insomma, sono in grado di generare un impatto notevole sull’opinione pubblica e su chi prende le decisioni in ogni nazione. Bisogna, però, tradurre la protesta in partecipazione. Allora la democrazia potrà funzionare”.
Green&Blue Open Summit, il ministro Cingolani con Maurizio Molinari e Riccardo Luna: che succede dopo Cop26?
Infine, Kerry ringrazia il nostro presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, per la “leadership straordinaria” che l’Italia ha saputo rivestire nell’organizzazione della Cop26 e degli altri vertici sull’emergenza climatica. In vista della Cop27, che si terrà in Egitto nel 2022, auspica che la collaborazione continui: “Il vostro Paese, insieme all’Europa, contribuisce in modo significativo alla gestione dei rapporti con i Paesi vulnerabili e può offrire la sua esperienza rilevante in termini di società energetiche, capacità tecnologica o di progettazione”.