Il paradiso è a secco. Una delle più famose e iconiche isole della Thailandia, Koh Samui, meta di migliaia di turisti ogni anno, sta sperimentando una condizione di estrema siccità tale che secondo le autorità locali rimarrebbero appena 30 giorni di acqua potabile e dolce a disposizione per i residenti.

La pressione sui rifornimenti idrici dell’isola è doppia: da una parte un prolungato periodo di siccità e alte temperature, legato agli effetti della crisi del clima, dall’altro il ritorno del turismo di massa stanno mettendo in crisi le riserve a disposizione. In sostanza, non c’è acqua per tutti.

Le autorità di Koh Samui di conseguenza hanno lanciato un appello: un po’ come da noi nelle scorse estati, dove venivano poste restrizioni all’uso dell’acqua per innaffiare giardini, lavare auto o riempire piscine, anche qui è stato diffuso un richiamo ad un uso “parsimonioso e responsabile” dell’acqua perchè si vuole evitare che l’isola diventi  “zona disastrata”.

Sutham Samthong, vicesindaco di Koh Samui, ricordando la mancanza di pioggia degli ultimi mesi, ha sollecitato chiunque a prestare attenzione all’appello, dai residenti sino ai turisti che affollano le paradisiache spiagge del luogo. Samthong ha spiegato che la gestione prevedeva rifornimenti da altre aree e bacini con un piano di previsione di due mesi: successivamente si aspettava la pioggia, che però è totalmente mancata.

Fra le concause dell’assenza di acqua potrebbero esserci i cambiamenti legati al riscaldamento globale e, si teme per questa parte di Asia popolata da resort di lusso e centinaia di strutture turistiche, in un futuro molto prossimo potrebbe farsi sentire anche il fenomeno meteorologico El Niño, destinato ad aggravare le condizioni siccitose.

I residenti dell’isola raccontano che negli ultimi tre mesi in più occasioni i rubinetti fornivano acqua “solo due tre volte a settimana”. Qualche volta è stata assente per oltre sette giorni. L’assenza di acqua, logicamente, sta anche impattando sul turismo, fonte di sostentamento per molti residenti. Alcune camere in affitto non possono per esempio garantire l’acqua per le docce ai viaggiatori.

Durante la pandemia il turismo nell’isola thailandese era calato drasticamente, con appena 5mila camere disponibili in tutta Koh Samui ma ora si è rapidamente tornati a i livelli pre Covid, con quasi 25mila camere a disposizione. La maggior parte di queste strutture si trova in resort e hotel di lusso con piscine, spa e servizi che consumano una grande quantità di acqua e alcune associazioni locali denunciano il fatto che ci sia stata una totale mancanza di pianificazione sulla reale acqua presente e quella necessaria per mantenere le strutture ricettive.

Secondo Kannapa Pongponrat Chieochan della Thammasat University “Samui ha così tante spa e ville con piscina… Sulla base della mia ricerca abbiamo scoperto che sono le grandi aziende, i grandi hotel, i resort a 4 o 5 stelle, quelli di lusso, dove c’è molto consumo di acqua e le comunità intorno a quel tipo di proprietà soffrono di acqua insufficiente perché viene pompata tutta nel resort” ha spiegato.


La siccità di conseguenza ha allargato le disuguaglianze: alcuni dei grandi hotel hanno pagato camion carichi di forniture d’acqua per non far mancare nulla ai clienti, mentre la popolazione locale e i piccoli fornitori sono rimasti a secco. Secondo le stime, Koh Samui avrebbe bisogno di circa 30mila metri cubi di acqua al giorno: la maggior parte, quasi 24mila, arrivano tramite un impianto sotterraneo da Surat Thani sulla terraferma, mentre il resto sono scorte di serbatoi.

 

A breve, nel tentativo di porre rimedio al paradiso privo di risorse idriche, pomperanno altra acqua, ma potrebbe non bastare a soddisfare tutti, anche se in caso di criticità  è prevista la possibilità di continuare a rifornire a giorni alterni l’isola e le sue bianche spiagge con acqua proveniente dalla terraferma. Un sistema estremo che potrebbe comunque non perdurare a lungo, motivo per cui gli esperti, nel tentativo di garantire un futuro all’economia di Koh Samui, invocano subito “più pianificazione e adattamento”.