BERLINO – La grave crisi energetica nel Kosovo, con la produzione di energia insufficiente e il ricorso massiccio dei nuclei familiari e di edifici pubblici a generatori privati, ha spinto il governo della capitale Pristina a vietare una delle attività economiche in apparenza fino a ieri tra le piú proficue per il povero Paese balcanico. L’esecutivo ha proibito il mining, cioè di fatto la produzione, di criptovalute.

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