“Non possiamo fermare l’innalzamento del livello del mare, ma forse possiamo riuscire a rallentarlo mentre l’umanità compie i passi necessari per allontanarsi dal carbonio”. E’ con queste parole che un gruppo di esperti glaciologi avanza l’ipotesi di pensare anche alla geo-ingegneria per affrontare il problema dell’innalzamento dei mari. Come? Magari con la dislocazione di barriere intorno ai ghiacciai o con l’uso di frangivento per evitare che il vento allontani la neve. Soluzioni limiti sì, ma il problema, quello dello scioglimento dei ghiacciai, potrebbe richiedere anche questo. A sostenerlo sono i firmatari di un documento che suona come un invito ad esplorare le possibilità di opere ingegneristiche per contrastare lo scioglimento dei ghiacciai.
Idee bizzarre per un problema così grande come quello dell’inevitabile scioglimento dei ghiacciai – per alcuni nostrani la fusione ha sfiorato i dieci centimetri al giorno – circolano già da un po’. In passato, per esempio, c’era chi aveva avanzato la proposta di cannoni per sparare neve sui ghiacciai. Da qualche mese, in una serie di incontri tra esperti di diverse discipline, invece si discute appunto della possibilità di rivolgersi alla geo-ingegneria per la creazione di (discusse) colossali opere di contrasto al fenomeno.
Le proposte ventilate sono diverse e vanno da quella che prevede la creazione di cortine ancorate al fondale marino a protezione dei ghiacciai per fermare fermare l’arrivo di acqua calda, all’utilizzo di frangivento per arrestare il fenomeno dello “scaccianeve”, all’utilizzo di cavi e sistemi di ancoraggio per evitare la dispersione del ghiaccio galleggiante.
Gli stessi autori per ora si sono limitati a portare sui tavoli di discussione solo la possibilità di esplorare nuovi modi per combattere il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai. Il loro è dunque piuttosto un appello a studiare modi alternativi, che sfruttino anche soluzioni ingegneristiche per preservare i ghiacciai, tenendo bene a mente che il punto più importante rimane la riduzione delle emissioni, rimarca l’Università di Chicago, che ha promosso gli incontri e le discussioni.
In merito alle proposte, seppur solo abbozzate, avanzate dai glaciologi nel loro documento, si sono sollevate non poche voci dubitanti e chiaramente polemiche, come racconta Science, che ha raccolto alcuni commenti di esperti in materia. Secondo questi, oltre ai costi esorbitanti, all’incertezza sull’efficacia e sulle conseguenze ecologiche di eventuali interventi, queste discussioni più che aprire a soluzioni mettono a rischio le azioni di contrasto al problema dello scioglimento dei ghiacciai con la riduzione delle emissioni, malgrado le dichiarazioni dei loro proponenti.