A Jenna Jambeck la vita è cambiata mentre stava andando a prendere i suoi figli a scuola. All’improvviso ha ricevuto una chiamata, o meglio “la telefonata”, quella  che tutti gli esponenti del mondo scientifico, accademico, dell’arte o della ricerca sperano di ricevere un giorno. Dalla MacArthur Foundation le annunciavano che era stata selezionata tra i 25 vincitori delle borse di studio di quest’anno. Non è il Nobel, ma è un premio senza vincoli in denaro di 800mila dollari in cinque anni che viene assegnato su scelta della John D. e Catherine T. MacArthur Foundation a persone “geniali” che meritano una sovvenzione per il loro lavoro. Si viene avvisati solo via telefono e i borsisti che ricevono il premio non hanno bisogno di riferire in alcun modo alla fondazione come spenderanno i loro soldi.

 

La fondazione di Chicago punta infatti a onorare e sovvenzionare persone “geniali” che sono in grado di portarci verso “nuove comprensioni e ispirazioni” con la loro ricerca e il loro “coraggio per la scoperta” ha detto Marlies Carruth, direttrice del programma dei grant. Tra i vincitori 2022 ci sono una informatica, un ornitologo, una chimica, artisti e chi, come Jenna Jameback, ha dedicato la sua vita a combattere per l’ambiente, a cominciare dal problema della plastica.

 

Quarantotto anni, professoressa di ingegneria ambientale all’Università della Georgia, Jenna Jameback è stata premiata per il suo calcolo della quantità di plastica creata nel mondo dal 1950 e finita ad inquinare i nostri ambienti: sua è per esempio la famosa stima degli 8 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono negli oceani.

 

Ai tempi del college Jameback ha iniziato a interessarsi al ciclo dei rifiuti, domandandosi dove finiva e come veniva smaltita tutta la plastica consumata. Da lì ha avviato un percorso di ricerca che l’ha condotta ad indagare sui fiumi Gange e Mississippi, a documentare le fonti inquinanti e a porsi domande sia sulla quantità sia sulle possibili soluzioni al problema. Per esempio ha sviluppato la app mobile Marine Debris Tracker che fornisce una piattaforma per i membri della comunità per aiutare a capire i tipi e le quantità di detriti di presenti nel proprio territorio e i dati raccolti aiutano ricerca e smaltimento, così come a lei e al suo team si deve il “Protocollo di valutazione della circolarità”, sistema economico per valutare la gestione del materiale plastica, metodo oggi applicato anche in alcune città dell’Asia soffocate dal problema dei rifiuti.

Tra i borsisti della MacArthur Foundation c’è anche il “poeta ornitologo” Joseph Drew Lanham, professore di silvicoltura e conservazione ambientale presso la Clemson University. Naturalista e scrittore, Lanham si batte per i diritti dei neri ed è autore di diversi libri è stato premiato perché con le sue azioni  “crea un nuovo modello di conservazione che combina la scienza della conservazione con le narrazioni personali, storiche e culturali della natura”. Ha ricevuto il premio per il suo lavoro e per i suoi libri, ma soprattutto per la “nuova prospettiva con cui guarda le cose”, inclusiva e aperta al futuro, la stessa che ha portato a vincere la borsa MacArthur anche Emily Wang, medico che ha fondato una rete di cliniche dove si curano, grazie a operatori sanitari delle comunità, le persone rilasciate dal carcere.

Joseph Drew Lanham, ornitologo, insegna silvicoltura e conservazione ambientale alla Clemson University
Joseph Drew Lanham, ornitologo, insegna silvicoltura e conservazione ambientale alla Clemson University 

Sulla stessa scia sono stati premiati gli sforzi di Reuben Jonathan Miller che ha condotto anni di ricerche etnografiche sulla vita delle persone incarcerate e che è stato cappellano volontario nella prigione della contea di Cook dopo l’incarcerazione di padre e fratello. O ancora Jennifer Carlson sociologa che studia “le motivazioni, i presupposti e le forze sociali che guidano il possesso di armi e modellano la cultura delle armi negli Stati Uniti”, oppure l’artista Paul Chan di New York, la chimica Danna Freedman del Massachusetts Institute of Technology “che crea nuovi materiali molecolari con proprietà uniche direttamente rilevanti per le tecnologie dell’informazione quantistica”, o Ikue Mori compositore e interprete di musica elettronica che “trasforma l’uso delle percussioni nell’improvvisazione ed espande i confini della musica basata sulle macchine” o ancora la violoncellista Tomeka Reid che “espande le possibilità espressive del violoncello nella musica improvvisata”.

A tutti loro, e molti altri, la MacArthur Foundation ha affidato un premio alla genialità che permetterà, sostenendoli economicamente, di continuare a “esplorare i limiti della comprensione”. Per un futuro migliore.