LONDRA – Per la sua posizione geografica e per il suo passato di centro industriale, Dundee era considerata la città più inquinata del Regno Unito: l’ossido di carbonio generato dalle automobili viene per così dire parcheggiato nelle sue strade e non si sposta più di lì. Ma negli ultimi anni le cose stanno cambiando e cambieranno ancora di più nel prossimo futuro grazie a un rivoluzionario progetto che sta riempendola di colonnine per caricare le batterie delle auto elettriche. Con una importante novità: sono colonnine “pop-up”, che saltano fuori dalla pavimentazione soltanto quando vengono azionate da una apposita applicazione, utilizzata dall’automobilista che si appresta a ricaricare di energia la propria macchina.
“Un sacco di gente ci passa davanti senza neanche accorgersi che ci sono”, dice Fraser Crichton, manager della transizione alle energie sostenibili del comune di Dundee, interpellato dal Financial Times per un servizio sull’argomento.
Ventisei colonnine di questo tipo sono state installate di recente in vari punti della città e altre seguiranno nei mesi a venire. È uno sviluppo significativo perché i punti di ricarica finora esistenti sono ingombranti e piuttosto brutti come aspetto: le colonnine che appaiono quando servono e scompaiono sottoterra dopo l’uso risolvono anche il problema estetico.
Si tratta di un passo fondamentale per espandere una rete di ricariche elettriche giudicata al momento del tutto insufficiente a realizzare l’obiettivo prefissato dalla Gran Bretagna di vietare la vendita di auto a benzina o a diesel dal 2030, ovvero entro poco più di otto anni. La ministra dei Trasporti Rachel Maclean ha annunciato di recente che il governo passerà una legge entro la fine dell’anno per garantire che tutte le nuove abitazioni costruite abbiano un punto di ricarica elettrica davanti al portone. Ma gli esperti osservano che questo non basta per gli 8 milioni di nuclei familiari residenti in case senza diretto accesso a un marciapiede: per esempio tutti coloro che vivono in un condominio o in un grattacielo.
Il numero delle colonnine di ricarica oggi esistenti, 25 mila in tutto il Paese, dovrebbe comunque essere almeno decuplicato entro la fine del decennio per rispondere alle esigenze di un mercato in cui le auto elettriche saranno sempre più numerose. I costi dell’installazione sono coperti al 75% dallo stato, ma le autorità locali devono pagare il restante 25 per cento e non sempre sono in grado di farlo dopo i pesanti tagli alla spesa pubblica dell’ultimo decennio. Alcune multinazionali petrolifere, come la Shell e la BP, si sono impegnate a costruire a proprie spese decine di migliaia di punti di ricarica, con un investimento non immediatamente redditizio ma destinato a crescere in futuro, quando le vetture a elettricità saranno la stragrande maggioranza. Tuttavia anche questo potrebbe non essere sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale di punti di ricarica.
Tocca dunque alle singole amministrazioni locali muoversi e Dundee, quarta maggiore città della Scozia con 150 mila abitanti, è all’avanguardia in questo campo. Da dieci anni ha lanciato un’iniziativa per studiare come rifornire di energie rinnovabili le esigenze pubbliche e private dei suoi abitanti. Il piano per le colonnine “pop-up” fa parte di questo programma. Attualmente ne ha installate abbastanza per rifornire di elettricità 4.334 veicoli, abbastanza per il giorno in cui il 7% di tutte le auto e i camion cittadini saranno elettrici, mentre nel resto della nazione la percentuale esistente è soltanto dell’1,9%. La città più inquinata del Regno Unito vuole diventare al più presto la più pulita.