Spinto dalla ricerca di cibo, di un areale dove iniziare un nuovo branco, o forse semplicemente da un’indole curiosa e una buona resistenza, il lupo M237 ha stabilito il primato della migrazione più lunga. Secondo le informazioni fornite da Kora, una fondazione svizzera per la salvaguardia della fauna selvatica, in particolare dei predatori, il giovane lupo monitorato con un radiocollare ha percorso 1927 km sul terreno (829 km in linea d’aria) in 9 mesi. Partito dalla Svizzera, dove appunto gli era stato applicato il radiocollare, M237 è arrivato in Ungheria e potrebbe spingersi ancora oltre.

La migrazione di M237 dal 9.6.2022 al 22.03.2023, © AJF GR
La migrazione di M237 dal 9.6.2022 al 22.03.2023, © AJF GR 

Come confronto, la fondazione Kora sul suo sito ricorda la migrazione del lupo tedesco Alan, che nel 2009 è migrato dalla Germania alla Bielorussia, percorrendo circa 1550 km. Due anni dopo, è stato possibile rintracciare il segnale gps del lupo Slavc, che si è spostato dalla Slovenia all’Italia per quasi 1200 km. Slavc, che proviene dalla popolazione dinarica, si è successivamente accoppiato con una femmina della popolazione alpina. “Si è trattato della prima prova conosciuta di un legame tra le due popolazioni – scrive Kora – In generale, i migranti a lunga distanza sono molto importanti per collegare le popolazioni”. Gli esperti svizzeri ipotizzano che anche M237 possa portare a un nuovo legame, perché non è molto lontano da un’area di un’altra popolazione di lupi, quella dei Carpazi.

M237 è nato nel Cantone dei Grigioni, gli è stato applicato un trasmettitore dall’Ufficio per la caccia e la pesca grigionese e ha migrato per centinaia di chilometri, dal giugno 2022 al marzo 2023, verso est fino al confine tra Ungheria e Slovacchia. Il Cantone dei Grigioni è così riuscito a documentare la più lunga migrazione conosciuta di un lupo in Europa.

M237 è nato nel 2021, e fa parte di una cucciolata di 6 cuccioli nel branco di Stagias. La sua genealogia è ben delineata dalla fondazione Kora, che ha identificato la madre, la lupa F31, discendente dal fondatore del primo branco di lupi svizzeri del Calanda, e il padre, il lupo M125 di origine sconosciuta. “Alla fine di marzo 2022, M237 è stato catturato dall’Ufficio caccia e pesca del Cantone dei Grigioni e dotato di un collare con trasmettitore gps – scrive Kora -. Alla scadenza del 22 marzo 2023, il suo trasmettitore aveva già fornito dati molto interessanti per la ricerca. Questo anche perché M237 ha iniziato la sua migrazione già pochi mesi dopo aver ricevuto il trasmettitore, nel giugno 2022. Prima di allora, è rimasto nel suo branco di origine”.

Il giovane lupo ha attraversato la Svizzera, ha passato il confine con l’Italia, in Bassa Engadina, alla fine di giugno 2022. Ha vagato per una decina di giorni in Alto Adige e poi ha attraversato il confine con l’Austria. Da quel momento in poi ha camminato in direzione nord, poi in direzione nord-est. In ottobre era nella regione di Innsbruck, da dove ha proseguito attraverso il Tirolo verso Vienna. Ha trascorso la fine dell’anno a ovest della capitale austriaca, poi ha vagato fino al Danubio, per poi cambiare idea e dirigersi verso sud-est. A metà febbraio ha attraversato il confine ungherese ed è migrato verso Budapest. Ha impiegato circa un mese per superare la città a ovest e attraversare il Danubio. Dopodiché, si è incamminato in direzione della Slovacchia.

La migrazione di M237 non è una rarità e dimostra la capacità di adattamento dei lupi. Il giovane esemplare è stato capace di muoversi in territori con caratteristiche molto diverse, ha attraversato fiumi, campi coltivati, regioni antropizzate, montagne alte 3500 metri. Queste migrazioni avvengono di solito dopo il primo anno di età, quando i lupi lasciano il territorio del branco di origine per cercare una zona in cui formare un nuovo branco. Ma ciascun esemplare lo fa a modo suo, perché non si può sottovalutare la particolarità di ciascun individuo: “In ogni specie capita di trovare un animale più curioso, più portato all’esplorazione – spiega Ezio Ferroglio, professore di parassitologia all’Università di Torino – proprio nei giorni scorsi abbiamo individuato uno stambecco, animale che difficilmente si sposta a bassa quota, nella parte più bassa della Val di Susa, a Musinè”.

La lunga migrazione di M237 dimostra anche che la popolazione di lupi si sta espandendo su tutte le Alpi. Secondo il recente censimento dell’Ispra, soltanto sul nostro arco alpino si muovono 950 esemplari (sono quasi 2400 quelli distribuiti lungo il resto della penisola). “È un’espansione che dobbiamo monitorare con attenzione – osserva Ferroglio – nel caso dei miei studi specifici la lunga migrazione di M237 mi fa anche pensare alla possibile introduzione di nuovi patogeni in aree diverse. Di sicuro i lupi sulle Alpi, non solo sui nostri versanti, stanno bene: trovano ungulati da mangiare, la rinaturalizzazione di vaste zone crea un habitat adatto con ottime possibilità per nutrirsi. Basta dire che questa mattina ne ho avvistati due a 20 km dal centro di Torino: sono ottime notizie che però hanno una serie di conseguenze gestionali. Bisogna investire sulle politiche per evitare i conflitti con l’uomo”.