Se per Fulco Pratesi, fondatore del Wwf Italia, l’incontro decisivo fu quello con un’orsa, per Luciano Di Tizio, presidente scelto a guidare l’associazione ambientalista quattro giorni fa, l’animale che ha cambiato il suo sguardo sulla natura è stato un pesce. “Mio fratello mi portava a pescare – racconta – e di nascosto io cercavo di ributtare in acqua quel che prendeva. Non sopportavo di vedere i pesci girare in tondo in un secchio prima di morire”.
Dopo una lunga militanza nel Wwf (ha la tessera dal 1992) per il quale è stato anche delegato Wwf Abruzzo per 7 anni, Di Tizio era stato eletto vicepresidente lo scorso 24 maggio, quando Daniela Ducato era succeduta a Donatella Bianchi. “Accettare le dimissioni di Daniela Ducato è stato doloroso – spiega il nuovo presidente – ma capiamo le sue esigenze e le rispettiamo. Quando si è dimessa io ho subito messo a disposizione anche il mio incarico, ma il consiglio nazionale ha votato perché prendessi il suo posto. Le idee e l’esperienza di Daniela rimangono di ispirazione per tutto il Consiglio nazionale nel lavoro che ci aspetta in un momento difficile, in cui le emergenze ambientali sulle quali il Wwf lavora da decenni stanno condizionando il nostro presente e il nostro benessere”.
Di Tizio, 70 anni, una laurea in filosofia e competenze da naturalista che lo hanno portato ad essere anche vicepresidente della Societas herpetologica italica, è diventato così il decimo presidente del Wwf Italia. Da quando la branca italiana dell’associazione nata in Svizzera nacque ad opera di Fulco Pratesi nel 1966, alla sua guida si sono succeduti Mario Incisa della Rocchetta, Susanna Agnelli, Fulco Pratesi (dal 1979 al 1992), Grazia Francescato, Enzo Venini, Stefano Leoni, Dante Caserta, Donatella Bianchi. La presidenza Ducato è stata la più breve, meno di due mesi, e dopo i 23 anni del fondatore i due mandati consecutivi della giornalista Donatella Bianchi rappresentano la presidenza più lunga.
Di Tizio pare la sintesi perfetta tra i presidenti degli ultimi anni: è stato giornalista con esperienze all’estero, ma incarna con la sua passione per gli anfibi la missione di proteggere animali a grande rischio di estinzione proprio come il simbolo dell’associazione, il panda. Il primo lavoro è stato nella scuola, poi è diventato giornalista professionista e si è sempre occupato di ambiente con numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative sulla piccola fauna. “Dopo il liceo mi iscrissi a medicina – racconta – ma già lavoravo come giornalista e mi resi conto che per fare medicina avrei dovuto fare lo studente a tempo pieno. Poiché la filosofia era la mia seconda passione e potevo applicarla anche ai miei numerosi interessi ho cambiato subito indirizzo di studi”.
“L’amore per anfibi e rettili è nato molto presto – dice ancora – a 10 anni ho portato a casa una raganella ferita e sono riuscito a curarla e liberarla. Sono stato a lungo acquariologo, poi ho smesso di allevare qualsiasi cosa prelevata in natura e mi sono concentrato sullo studio degli animali in difficoltà, per aiutare la loro presenza in natura. Ho passato estati a studiare come fare riprodurre una specie endemica e ad alto rischio di estinzione come l’ululone dal ventre giallo: in periodi di siccità mi preoccupavo di spostare anfibi e pesci da pozze e laghi dove erano in sofferenza verso punti con maggiore disponibilità idrica”.
Di Tizio ha condiviso questa sua passione con la famiglia: “Mia moglie e io ci siamo iscritti insieme al Wwf nel 1992, ma è stata lei a impegnarsi subito anche a livello dirigenziale. Appena il mio lavoro da giornalista mi ha lasciato un po’ di tempo l’ho seguita. Le mie due figlie sono state cresciute con un amore per la natura spropositato, spesso hanno passato l’estate in giro per torrenti e fiumi, non so quanto fosse una gioia per loro – ride – infatti ora fanno tutt’altro”.
Se vivere a contatto con la natura è per Di Tizio una priorità (racconta che anche ieri è stato in montagna vicino a Chieti, dove abita, a verificare un sentiero) sono la responsabilità per ogni spazio condiviso e la missione di ogni cittadino per l’ambiente a rappresentare il fulcro dell’impegno del nuovo presidente. “Sto meglio nella natura perché non si può star bene nelle città di oggi – sottolinea – dove tutto è asfaltato e non ci sono alberi. Negli spazi urbani dove ci sono spazi verdi dove gli anziani possono sedersi e i bambini giocare mi trovo a mio agio. Sia a livello nazionale che internazionale viviamo un momento difficile, le emergenze ambientali sulle quali il Wwf lavora da decenni stanno condizionando il nostro presente e il nostro benessere. Tutelare la biodiversità, ridurre le emissioni, restituire spazio alla natura, contribuire alla conversione in senso sostenibile delle attività economiche, informare e sensibilizzare le persone su stili di vita più responsabili sono i mattoni fondamentali sui quali costruire una società più sostenibile e inclusiva: ogni momento, ogni politica, ogni investimento, ogni decisione è importante per raggiungere questo risultato. Se c’è una parola che mi rappresenta è ‘andiamo’, descrive il fare insieme e l’impegno comune, non ho mai sopportato chi indicava la strada dicendo ‘andate’. Il mio sogno è avere cittadini più consapevoli, perché la colpa è nostra, non possiamo più delegare”.