Sì, potrebbero essere un inverno e un inizio primavera più freddi del solito e no, per rispondere agli scettici sul riscaldamento globale, ciò non ha a che fare con la crisi del clima. Dopo che nei mesi scorsi il fenomeno naturale di El Niño si è esaurito, portando precedentemente a temperature decisamente elevate in varie zone del globo, ora secondo il WMO (World Meteorological Organization) dopo un lungo intervallo “neutro” potrebbe presto subentrare il suo fenomeno opposto, La Niña.

Secondo i modelli elaborati dagli scienziati La Niña potrebbe infatti manifestarsi nei prossimi tre mesi, in particolare tra febbraio e inizio aprile 2025, portando – con ripercussioni che si faranno sentire anche in Europa – ad un generale abbassamento delle temperature. Già a breve, per l’influenza di vortici polari, in alcune zone del Vecchio Continente sono previsti forti abbassamenti delle temperature ma la formazione de La Niña è attesa un po’ più in là, tra metà inverno e inizio primavera. Questo fenomeno naturale che si verifica quando le temperature della superficie del mare nell’Oceano Pacifico centrale e orientale scendono al di sotto della media (condizione opposta alla fase calda di El Niño) è già stato sperimentato di recente per un periodo che andava dal 2020 sino a parte del 2023. Ora, dicono i modelli, potrebbe formarsi nuovamente ma secondo le indicazioni del WMO sarà relativamente “debole e di breve durata”.

In generale La Niña porta temperature più fredde soprattutto sull’Europa occidentale e condizioni più umide e gelide per esempio sulle Alpi, con la possibilità anche di nevicate più abbondanti, opzione fortemente attesa sia per la carenza di risorse idriche, sia per la stagione turistica legata allo sci. Attualmente, nel passaggio tra i due fenomeni naturali opposti, siamo in una fase neutra: entrambe le previsioni di alcuni dei centri meteorologici più importanti stimano però come tra dicembre 2024 e febbraio 2025 ci siano buone probabilità di “transizione” verso appunto La Niña. Per il WMO questa probabilità è di almeno il 55%, per il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) c’è un 57% di probabilità che La Niña si formi già in questo periodo impattando soprattutto tra i mesi di gennaio e marzo. Da aprile, per entrambi i centri, dovremmo tornare a condizioni neutrali.

Come ricordano dal WMO però non è facile comprendere – soprattutto dopo un 2024 anno da record come temperature medie globali elevate – che impatti questo fenomeno avrà dato che “si verifica nel contesto più ampio del cambiamento climatico indotto dall’uomo, che sta aumentando le temperature globali, aggravando condizioni meteorologiche e climatiche estreme e influenzando i modelli stagionali di precipitazioni e temperature”. Come spiega Celeste Saulo, segretario generale del WMO, “l’anno 2024 è iniziato con El Niño ed è sulla buona strada per essere il più caldo mai registrato. Anche se si verificasse un evento La Niña, il suo impatto di raffreddamento a breve termine non sarebbe sufficiente a controbilanciare l’effetto riscaldante dei gas serra che intrappolano il calore record nell’atmosfera. E anche in assenza delle condizioni di El Niño o La Niña da maggio, abbiamo assistito a una straordinaria serie di eventi meteorologici estremi, tra cui piogge record e inondazioni che purtroppo sono diventate la nuova norma nel nostro clima che cambia”.

Per capire se, come e quando La Niña si farà sentire gli esperti stanno monitorando le temperature della superficie del mare del Pacifico equatoriale centro-orientale: da fine novembre sono leggermente al di sotto della media, motivo per cui si crede che il fenomeno inizierà a breve, anche se “tuttavia questo raffreddamento non ha ancora raggiunto le soglie tipiche de La Niña”. Già da inizio del nuovo anno si attendono preziose indicazioni per comprendere sviluppi ed impatti a livello globale e nel frattempo, in Italia così come in alcune zone d’Europa, il meteo per questo dicembre e Natale secondo le ultime previsioni sembra altalenante: lungo lo Stivale ad esempio piogge e rovesci sino a domenica 15 sulle isole maggiori e al centro-sud poi. dal 16 al 20, condizioni in generali miti (per il periodo) grazie all’anticiclone. Per Natale invece regna incertezza: per via di vortici che comporteranno una forte dinamicità, non è ancora chiaro se ci aspetta più freddo, quello che molto probabilmente già da fine gennaio potremmo sperimentare appunto con La Niña.