È stata esposta solo per qualche ora perché il clima di Milano avrebbe potuto esserle fatale. In natura la Nymphaea thermarum è un fantasma: si è estinta nel 2008 ma sopravvive negli orti botanici e nelle collezioni private. L’ultima popolazione di questa ninfea, la più piccola del mondo con una foglia di circa un centimetro di diametro, era localizzata in una sorgente termale nella regione di Mashyuza, vicino al confine tra Congo e Rwanda.
La pozza, di pochi metri quadrati, è stata poi prosciugata per sfruttarne le acque decretando così il tramonto definitivo di questa specie. In precedenza ne erano stati raccolti solo alcuni semi ma la loro coltivazione si è rivelata un rompicapo. Richiede un ambiente difficilmente replicabile ma dopo anni di insuccessi è stata riprodotta nel 2009 da Carlos Magdalena, botanico e orticoltore dei Kew Gardens. La pianta è talmente preziosa che nel 2013 ne è stato rubato un esemplare, mai più ritrovato, dalla serra tropicale. Ora, per la prima volta in Italia, è stata presentata al pubblico giovedì 5 maggio in occasione dell’apertura di Orticola, la mostra mercato di fiori, piante e frutti insoliti, rari e antichi che si tiene ogni anno a Milano.
La ninfea, è bene precisarlo, non è in vendita ed è in coltivazione per la collezione privata di Water Nursery, un vivaio di Latina specializzato in piante acquatiche e da anni impegnato nella ricerca e conservazione di specie endemiche e in via d’estinzione. “Rispetto a tutte le altre ninfee, le cui foglie emergono dal basso verso la superficie dell’acqua, questa pianta non ama essere annegata e si comporta come una palustre – spiega Valerio La Salvia, titolare del vivaio laziale che, a lato dell’attività commerciale, conta un orto botanico di quasi duemila piante a rischio estinzione – non sopporta il sole pieno e le temperature inferiori ai quindici gradi ed è particolarmente difficile quindi tenerla in vita d’inverno. I fiori sono molto piccoli e producono semi per autoimpollinazione ma la pianticelle, nonostante l’alta percentuale di germinabilità, difficilmente raggiungono la maturità perché sono molto delicate”. Presto altre ninfee di questa specie si potrebbero vedere anche nell’orto botanico dell’Università di Padova e in quello della Sapienza a Roma. Entrambe le istituzioni ne hanno fatto richiesta.
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Oltre alla ninfea africana a Orticola erano presenti in anteprima altre rarità come un vischio che cresce su un cactus. Una sorta di specie ponte tra le regioni polari e i boschi aridi subtropicali. Si tratta del Viscum minimum ed è una pianta parassita dello stesso genere del vischio comune ma che in questo caso viene ospitata su un esemplare di Euphorbia horrida originaria del Sudafrica.
Tra le curiosità anche Plantago sempervirens, un arbusto sempreverde presente in molte regioni dell’Italia centro-settentrionale, così come in Abruzzo, Molise e Puglia. Questa specie ha una particolarità: predilige ambienti calpestati. Altra pianta particolare il clone di Venere acchiappamosche, una carnivora originaria delle praterie umide della Carolina, caratterizzato da una dentatura irregolare per dimensioni e posizione.