Anche quest’anno, le immagini delle strade di Yoro, centro agricolo dell’Honduras, piene di pesci caduti dal cielo, sono rilanciate ovunque accompagnate da termini come “mistero” e aggettivi come “inspiegabile”. In realtà, la scienza una spiegazione l’ha data fin dal primo verificarsi del fenomeno (o almeno dalla sua pubblicizzazione) sulle pagine del National Geographic negli anni Settanta del secolo scorso. Partiamo dal modo in cui viene chiamato il fenomeno: gli abitanti del posto parlano di “lluvia de peces”, cioè pioggia di pesci, ma almeno per quanto riguarda Yoro non ci sono immagini o video di pesci mentre cadono, mentre ce ne sono in abbondanza delle persone che li raccolgono dai campi.
Questa mancanza di documentazione fotografica darebbe forza alla spiegazione data nel National Geographic (e dalla comunità scientifica locale, stando ad alcuni giornali del posto) secondo cui i pesci non vengono dal cielo, sollevati dal mare e poi trasportati dai tornado, ma dal sottosuolo. I ricercatori del National Geographic videro il fenomeno nel suo manifestarsi e dopo aver notato che i pesci erano completamente ciechi hanno concluso che le forti piogge che precedono la loro comparsa, probabilmente, costringono pesci sotterranei a emergere dal suolo. I pesci di Yoro sono infatti d’acqua dolce, appartengono tutti alla stessa specie e anno dopo anno appaiono sempre nelle stesse zone dei campi.
Parlare di “pioggia di pesci”, tuttavia, può essere corretto in altre parti del mondo, dove sono caduti dal cielo – oltre ai pesci – rane, serpenti, ratti, ragni, uccelli e persino meduse. In tutti questi casi, le piogge di animali sono accompagnate da eventi meteo estremi, come trombe d’acqua, cioè tornado che si formano su uno specchio d’acqua. Questi eventi meteorologici, come i tornado terrestri, sono strettamente associati a forti temporali e piogge intense e possono travolgere gli animali mentre si spostano dall’acqua alla terraferma e depositarli a chilometri di distanza dal luogo in cui sono stati trascinati dalla forza degli elementi. Tra le “piogge di pesci” più recenti c’è quella di Telangana in India, e di Lajamanu, nell’outback australiano. Anche in questi casi trovare video che le documentino è complicato, proprio perché queste piogge animali si verificano con condizioni meteo che sconsigliano di stare all’aperto, e bisogna fidarsi degli abitanti del posto che riferiscono di aver sentito il rumore di qualcosa di grosso che colpiva i tetti.
Ecco, gli abitanti. Nel caso di Yoro, un documentato pezzo del New York Times del 2017 descrive una comunità povera del tutto soddisfatta da una spiegazione religiosa. Secondo i residenti, la “lluvia de peces”, si verifica almeno una volta all’anno, a volte anche di più, a cominciare dagli anni Sessanta del XIX secolo, quando un missionario cattolico, padre Jose Manuel Subirana, pregò per un miracolo che salvasse la città da un periodo di fame. Poco dopo, si racconta, cadde il primo pesce che gli abitanti stremati dalla carestia salutarono come una manna. Per la gente di Yoro, insomma, avere dai pesci da mangiare è un miracolo, qualcosa da festeggiare in una vita di stenti e da celebrare come una ricorrenza religiosa, tanto che intorno alla “lluvia de peces” sono nate numerose manifestazioni guardate comunque con grande cautela dalla chiesa cattolica.
Per anni, le credenze religiose hanno impedito agli abitanti di Yoro di vendere il pesce “raccolto”, ma adesso la “lluvia de peces” è diventata un marchio commerciale. L’azienda Regal Springs, una multinazionale nella commercializzazione di pesci da produzione sostenibile, ha creato il marchio “Heaven fish”: i pesci raccolti durante l’annuale “pioggia di pesci” sono registrati con una denominazione di origine protetta, che conferisce agli abitanti di Yoro il diritto esclusivo di venderli. Ogni volta che si verifica il fenomeno, Regal Springs riceve i pesci dagli abitanti di Yoro e li distribuisce come prodotto gourmet stagionale. Alla fine se un miracolo c’è davvero è quello (anche lui ricorrente) del capitalismo globale, che riesce a generare profitto dove non c’era mai stato. E parlare di miracolo piuttosto che dare una spiegazione scientifica aiuta decisamente a dare forza al marchio “Heaven fish”.