Meno emissioni inquinanti nell’ambiente, inclusione sociale e migliore vivibilità dei quartieri. La rigenerazione urbana ha impatti positivi sulla sostenibilità a vasto raggio e questo facilita la ricerca di fondi pubblici in grado di innescare un circolo virtuoso di energie sul territorio.
Tema centrale per il Pnrr
La capacità di impattare a vasto spettro sui bisogni della comunità ha reso la rigenerazione urbana uno dei temi centrali del Pnrr, tanto da prevedere 3,4 miliardi di euro per progetti di questo tipo, entro il 2026. In particolare, i fondi pubblici si concentrano sul sostegno ai Comuni che attraverso il rifacimento di piazze e quartieri portano avanti piani in grado di ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale nonché di migliorare la qualità del decoro urbano, oltre che del contesto sociale e ambientale.
Gli investimenti finanziabili riguardano diverse tipologie di azione, come: manutenzione per il riutilizzo e la rifunzionalizzazione di aree pubbliche e strutture edilizie pubbliche esistenti a fini di pubblico interesse, compresa la demolizione di opere abusive eseguite da privati in assenza o totale difformità dal permesso di costruzione e la sistemazione delle aree di pertinenza; miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, anche attraverso la ristrutturazione edilizia di edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo di servizi sociali e culturali, educativi e didattici, o alla promozione di attività culturali e sportive; infine interventi per la mobilità sostenibile.
Per l’archistar Renzo Piano, più che grandi opere infrastrutturali, che pure sono necessarie, la priorità per le città italiane oggi è integrare le periferie dismesse nei contesti urbani, portando la bellezza nelle aree degradate per frenare i fenomeni di marginalizzazione sociale generati da crescenti disparità di reddito e di accesso alle opportunità di crescita e di carriera.
La sfida è smettere di consumare suolo
Secondo il primo Rapporto nazionale sulla rigenerazione urbana, curato da Scenari Immobiliari con Urban Up Unipol, nell’ultimo decennio in Italia sono stati rigenerati 312 kmq, con un valore aggiunto di circa 160 miliardi di euro. Circoscrivendo l’analisi a Milano e Roma, in questo arco di tempo hanno ricevuto un valore aggiunto di circa 25 miliardi di euro.
Ma i principali effetti sono di là da venire, grazie alla crescente sensibilità delle istituzioni e dell’opinione pubblica verso il tema e all’evoluzione della tecnologia. Gli analisti stimano che da qui a metà secolo la rigenerazione urbana riguarderà 920 Kmq di superficie rigenerabile in Italia, sviluppando 2.300 miliardi di fatturato e creando 100 mila posti di lavoro, indotto comprese.
La vera sfida, spiegano gli autori dello studio, è stoppare il consumo di suolo e ottimizzare il verde esistente in modo da una parte di ridurre le emissioni, dall’altro di creare intorno agli spazi naturali piazze nelle quali le comunità tornano protagoniste, contribuendo a superare le marginalità. Con benefici a vasto spettro, dal contrasto all’inquinamento alla riduzione della criminalità.