La salvia è una pianta aromatica che appartiene alla famiglia delle lamiacee: il suo nome deriva dal latino salvus, parola che allude alle supposte proprietà medicinali associate a questo genere. La pianta è originaria dell’area mediterranea, dove è presente con diverse specie. La più nota è la salvia officinalis (o comune), che raggiunge il metro di altezza. Le sue foglie sono caratterizzate dal piacevole profumo, una caratteristica data dalla notevole concentrazione di oli essenziali, nonché dal colore verde argenteo e l’aspetto vellutato (sul lato superiore). La fioritura della salvia officinalis avviene già nel corso della primavera e si caratterizza per il colore viola chiaro. Se desideriamo raccogliere le foglie per conservarle, dobbiamo ricordarci di farlo prima della fioritura. Tra le altre specie di salvia, possiamo citare la sclarea, che si contraddistingue per le foglie a forma di cuore e i fiori di colore bianco e blu chiaro.
La coltivazione della salvia: meglio in vaso o in piena terra?
A seconda delle particolarità climatiche dell’area in cui viviamo, possiamo coltivare la salvia tanto in piena terra quanto in vaso. Nel caso in cui scegliessimo la seconda opzione, preferiamo i contenitori in terracotta, di diametro tra i 25-30 centimetri, in modo tale da favorire lo sviluppo delle radici. Possiamo sistemare la salvia in vaso a partire dal mese di marzo, se le temperature notturne non sono troppo basse o ricoveriamo il vaso in ambiente riparato.
Per la messa a dimora in piena terra, vanghiamo accuratamente il terreno, creando una buca che sia larga circa il doppio della zolla radicale. Il periodo ideale per trapiantare la salvia è attorno a maggio o, comunque, dal momento in cui le temperature minime non scendono al di sotto dei dieci gradi. Ricordiamoci di innaffiare subito (e in modo generoso) la pianta. La salvia si sviluppa in modo lento nel primo anno di vita, mentre in seguito cresce in fretta.
La migliore esposizione per la salvia
L’esposizione ideale della salvia è quella in un luogo molto luminoso, dove la pianta possa godere dell’irraggiamento diretto del sole per parecchie ore della giornata. La salvia è una pianta dalla media rusticità, che ama le temperature elevate e non gradisce particolarmente il freddo intenso e prolungato tipico dell’inverno in alcune aree del nostro paese. Predilige inoltre i posti con un buon livello di ventilazione.
Il terreno per coltivare bene la salvia
La salvia preferisce i terreni che hanno una buona capacità di drenaggio e ben traspiranti. Bisogna prediligere il terreno neutro, possibilmente con della sabbia. Per contro, dobbiamo evitare quei terreni che si caratterizzano per la pesantezza e l’acidità.
L’innaffiatura e la concimazione della salvia
Per l’annaffiatura della salvia, ricordiamoci di non eccedere mai con la quantità di acqua: la pianta non gradisce che il terreno rimanga inzuppato. Attendiamo quindi che asciughi bene tra un’annaffiatura e l’altra. Possiamo concimare la salvia aggiungendo del fertilizzante liquido all’acqua dell’innaffiatura per un paio di volte al mese. Il periodo di concimazione coincide solo con le stagioni della primavera e l’estate. Per favorire la crescita delle foglie della salvia, possiamo preferire un concime con una buona quota di azoto.
La potatura e il taleaggio della salvia
Per dare nuovo slancio alla crescita della salvia, possiamo prevedere una potatura al termine della stagione della fioritura, cioè in autunno. Possiamo anche fare delle talee di salvia tra la primavera e l’estate: scegliamo i rami di almeno tre anni di età e tagliamo una decina di centimetri della parte terminale. Priviamoli delle foglie basali e sistemiamoli in un vaso, con terriccio fertile e sabbia, ricordandoci di bagnarli in modo costante. Quando appariranno i primi germogli, avremo la conferma che il taleaggio ha avuto successo.
Le tipiche avversità che colpiscono la salvia
La salvia può essere colpita da alcuni funghi, tra i quali l’erysiphe – che si manifesta con macchie bianche – e la peronospora, che provoca annerimento, disseccamento e perdita delle foglie. Nel primo caso, si possono eliminare le parti compromesse della pianta. Per contrastare la peronospora, si può effettuare un trattamento con un prodotto a base di rame. Gli errori colturali, come l’eccesso idrico e la scarsa distanza tra esemplari, possono provocare il fenomeno del marciume radicale. In questo caso, bisogna ridurre la quantità di acqua o distanziare maggiormente le singole piante.
Le foglie che ingialliscono e si deformano sono invece sintomo dell’attacco da parte di nematodi: qui è sufficiente evitare che le foglie si inumidiscano troppo, eliminando le parti colpite dall’avversità. Infine, anche gli afidi possono colpire la salvia: in questo caso bisogna preferire dei rimedi naturali, come la lotta biologica (coccinella) o l’uso di macerato di ortica.