Soddisfare la crescente domanda senza impattare sulla salute della Terra. È questa la sfida epocale che ha oggi davanti l’agricoltura in un contesto difficilissimo.

Solo nell’Ue, la metà dei terreni ha colture dipendenti da impollinatori in declino, la siccità costa ogni anno almeno 9 miliardi di euro e a livello globale le rese continuano a diminuire. Una risposta univoca a questi problemi non c’è, ma secondo Dario Frisio, professore di Economia agraria all’Università di Milano, per tentare di risolverli è necessario continuare a puntare sulla produttività, virando però su scelte più sostenibili e tecnologiche.

“La domanda continua ad aumentare, ma l’offerta non regge – spiega Frisio – dobbiamo impegnarci ad aumentare la produttività: in passato si sono intensificati la meccanizzazione e l’impiego di fertilizzanti, ma oggi è complesso riuscire a comprendere l’impatto ambientale di questi sistemi. Ecco che per sostenere la produttività allora dobbiamo pensare a innovare”.

COME PARTECIPARE AL FESTIVAL G&B Clicca per registrarti / Iscriviti ai laboratori

Secondo Frisio anche il biologico è importante, ma puntare totalmente su questo settore “rischia di essere fallimentare perché non tutti saranno disposti a pagare un 30% in più per i prodotti biologici”.  Ecco allora che “tra le innovazioni va considerato anche il miglioramento genetico delle piante, che per molti è  un argomento tabù, ma che è una possibilità da non negare dato che garantirebbe più produzione e alla portata di tutti. Penso per esempio a piante con una maggiore resistenza ai cambiamenti climatici: in Egitto stanno lavorando su frumento resistente alla siccità. Davanti alla grande sfida del futuro dell’agricoltura, tutte le soluzioni dovrebbero essere esplorate”