“Siamo l’unica squadra italiana che affronta ogni partita con il logo dell’Agenda 2030 dell’Onu sul petto, è un modo per testimoniare il nostro impegno per l’ambiente. Perché ormai è chiaro: il futuro della Terra dipende dalle nostre scelte quotidiane. La grande sfida? Cambiare mentalità. Cominciando da chi, come noi, ogni domenica scende in campo e ha un grande impatto comunicativo sulla comunità dei tifosi che ci seguono. Anche le maglie realizzate con le bottiglie di plastica riciclate, va in questa direzione. Ma è solo l’inizio”.
Michele Cignareale, manager del Potenza Calcio, squadra che milita nella serie C (ma che da maggio disputerà i play-off per tentare di salire di categoria) ha le idee chiare su quanto il mondo dello sport, in generale, e del calcio, in particolare, possa fare per contribuire alla tutela della sostenibilità ambientale, etica e sociale.
Con in testa l’idea che “essere sostenibili anche per un club sportivo significa fare scelte precise”, i calciatori rossoblu lucani sono passati dalle parole ai fatti, dimostrando che è possibile innescare un cambiamento di mentalità. Prova concreta del loro impegno è la decisione presa dai vertici delle società, prima di abolire completamente la plastica dentro e fuori lo stadio e pure negli spogliatoi. Poi, di far giocare i calciatori (tutti giovanissimi: l’età media è 23 anni) ogni domenica già dall’inizio di Campionato, indossando una maglia con il logo dell’Onu e i suoi 17 obiettivi per salvare il Pianeta. “Lo stesso logo lo abbiamo riprodotto su tutti gli oggetti del club non brandizzati. Vogliamo che il messaggio arrivi anche a chi non viene allo stadio. Alla comunità che vive a Potenza”, tiene a sottolineare Cignareale. Rispetto per gli sponsor e marketing a favore dell’ambiente. Si può fare.
Ci vogliono 12 bottiglie di plastica per confezionare una maglia. Il presidente del Potenza Calcio, Donato Macchia, e del Corepla (il Consorzio nazionale per la raccolta il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica), Giorgio Quagliuolo, ci stavano lavorando da tempo e alla fine hanno siglato un accordo. Lo hanno presentato il 27 aprile insieme nell’Area Hospitality dello Stadio Alfredo Viviani: verrà creata la prima maglia realizzata al 100% in poliestere e ottenuta dal riciclo della plastica. Si tratterebbe della prima t-shrt interamente green di una squadra di calcio italiana che milita in un campionato di serie C.
Soddisfatti i dirigenti del club e anche al Corepla che lavorano per sensibilizzare i cittadini sull’importanza della raccolta differenziata e del riciclo della plastica. Il mondo del calcio, vista la grande comunità dei tifosi di questo sport, sta diventando una risorsa fondamentale per parlare di sostenibilità.
“Con il Potenza Calcio condividiamo valori e obiettivi – conferma Donato Macchia – In Corepla siamo convinti che progetti come questo siano vincenti perché lo sport è una cassa di risonanza forte. Capace di sviluppare una coscienza collettiva sui temi ambientali e favorire così la promozione di uno stile di vita sano, fondato sul rispetto di quello che ci circonda e sulle risorse, spesso ignorate, che abbiamo a disposizione”. Convinti anche al Potenza Calcio: “Siamo certi che questo processo contribuirà a trasferire il messaggio sulle buone pratiche quotidiane, a chi ama i colori rossoblù e come fattore di sviluppo per tutti”, ha detto il presidente del club.
Come ha spiegato più volte Morten Thorsby, il giocatore norvegese della Sampdoria “con la sua “potenza di fuoco il mondo del calcio potrebbe fare molto di più in difesa dell’ecosistema”.
Elemento di identità della squadra
È infatti una piccola rivoluzione green quella che sta avvenendo nel club del Potenza Calcio. Perché qui i calciatori stanno sfidando in prima persona anche gli sprechi alimentari e puntano sull’abbattimento dei rifiuti. “Noi vogliamo che il nostro impegno per la sostenibilità diventi una forte elemento di identità della nostra squadra”, spiega ancora il dottor Michele Cignareale. Così è stato creato un accordo con i Magazzini Sociali, una società che si occupa di redistribuire le eccedenze alimentari: quando ci sono partite casalinghe, eventi o allenamenti, il catering consegna direttamente il cibo ai volontari. E poi il codice etico sugli sponsor definito “molto stringente” dai dirigenti. Infine, i libri.
Una biblioteca allo stadio
L’area relax dello stadio Alfredo Viviani, è diventata una piccola sezione distaccata del Polo Bibliotecario del capoluogo lucano: con un protocollo d’intesa, il primo a livello professionistico, firmato tra il presidente della squadra di calcio e il direttore del Polo Bibliotecario di Potenza, Luigi Catalani. L’idea è unica in Italia: saranno 200 i volumi “prestati” al club, scelti direttamente dallo staff tecnico e i calciatori, consultabili direttamente allo stadio. Attivo il collegamento online alla biblioteca digitale per la consultazione di altri tipi di testi non presenti negli scaffali.
La struttura resterà aperta per due giorni per due ore alla settimana e i libri, che ogni tre mesi saranno aggiornati. Riguardano la storia calcistica del Potenza, lo sport in genere, ma anche fumetti, arte, storia e attualità. Una grande storia del Sud.