Simbolo per eccellenza della montagna, la stella alpina è una pianta dalla rara bellezza, che vive in alta quota, sopra i 2000 metri di altitudine, su terreni aridi e rocciosi. Tuttavia, può essere anche coltivata in pianura, in posti dove non sia eccessivamente caldo. Contraddistinta da fiori bianchi e soffici, questa splendida pianta è tanto piccola, quanto tenace: conosciuta per la sua grande resistenza, cresce in condizioni climatiche differenti, sopportando anche temperature sottozero.
Stella alpina: coltivazione in giardino e in vaso
La stella alpina è chiamata a livello scientifico leontopodium nivale ed è anche nota con il nome di edelweiss. Originaria dell’Asia centrale, si è poi diffusa in Europa: in Italia cresce in modo spontaneo su Alpi e Appennini centrali ed è vietato raccoglierla in quanto è una specie protetta visto che è a rischio estinzione. Parte della famiglia delle Asteraceae, la stella alpina fiorisce durante l’estate, tra giugno e luglio, ma in caso di una primavera calda potrebbe anche anticipare la fioritura a partire da metà maggio. Durante l’inverno la sua parte aerea tende a seccare, mentre la radice resta viva, germogliando e rifiorendo in seguito all’arrivo della primavera.
Specie perenne e rustica, la pianta può essere coltivata in giardino oppure in vaso, tenendo conto che preferisce un clima fresco, sopportando il freddo e adattandosi oltre a -20 gradi, mentre potrebbe avere problemi in caso di estati con temperature superiori ai 30 gradi. La stella alpina è coltivabile sia da una piantina già germogliata, sia dai semi: in entrambi i casi è opportuno ricorrere a un nutrimento naturale per stimolare l’attecchimento dei semi e delle radici, come perle bioattivanti, per poi ripetere l’operazione dopo un paio di mesi durante tutto il suo periodo vegetativo. La semina va effettuata tra marzo e aprile oppure nel mese di febbraio, se eseguita in un ambiente protetto. Per quanto riguarda il trapianto in giardino i semi vanno raccolti in gruppi di 10 e posti a un centimetro di profondità, senza coprirli con il terriccio. Tra i gruppi di semi è necessario lasciare una distanza di 20 cm e di 15 cm qualora si desideri ottenere un risultato più denso. Il substrato va mantenuto umido in modo costante fino alla germinazione, premurandosi però che non sia bagnato.
Se la stella alpina si coltiva in vaso è importante considerare come questa richieda molto spazio per la sua crescita: è necessario ricorrere a un contenitore in plastica della profondità di 20 centimetri, per poi rinvasare la pianta in uno più grande durante la primavera, operazione da eseguire per i primi 3 anni. Quando si effettua il trapianto è molto importante prestare attenzione a non rompere la zolla di terra che si trova attorno alle radici. Per uno sviluppo ottimale della pianta, il vaso va posto all’aperto, spostandolo all’ombra durante il periodo estivo.
Dove collocare la stella alpina
Per quanto riguarda il terreno la stella alpina ne richiede uno drenante, ghiaioso e sabbioso, ma allo stesso tempo fertile e contenente della sostanza organica dal ph neutro. Se si possiede un giardino roccioso, può essere piantata direttamente in questo ambiente. In merito alla sua esposizione è necessario collocare la pianta in un luogo che sia soleggiato, in cui batta il sole durante la giornata, ma che sia comunque fresco: se il freddo non è un problema, visto che la stella alpina tollera bene anche i climi più rigidi, il caldo invece rappresenta una criticità, soprattutto in caso di temperature sopra i 30 gradi, che potrebbero farla seccare e ingiallire. Proprio per questo, in estate è opportuno collocare la pianta in un punto semi-ombreggiato, ricorrendo a un telo con cui proteggerla durante le ore centrali della giornata e dandole da bere in modo costante. Inoltre, dovrebbe essere riparata dalle piogge dirette.
Stella alpina: irrigazione e altri consigli utili per la sua cura
La stella alpina non necessita di molta acqua, essendo abituata alla carenza idrica nel suo habitat naturale. La pianta deve essere irrigata con costanza tra maggio e settembre, dandole da bere in modo abbondante quando il terreno risulta asciutto, evitando tassativamente i ristagni idrici. Durante gli altri mesi si deve procedere con annaffiature moderate. Per uno sviluppo ottimale, una volta all’anno va concimata in modo leggero, non richiedendo tanti nutrienti, svolgendo questa operazione dopo la sua fioritura. La potatura non è necessaria, dovendo limitarsi a rimuovere foglie e fiori secchi.
Nella manutenzione della stella alpina ci sono delle problematiche alle quali prestare molta attenzione. Tra i suoi nemici rientrano i ristagni d’acqua, responsabili del marciume radicale, e i parassiti, tra cui afidi, cocciniglie e acari, da rimuovere evitando pesticidi chimici, per non danneggiarla, ma affidandosi bensì a oli essenziali dall’azione repellente, come l’olio di melaleuca e l’olio di neem, da applicare su un batuffolo di cotone con cui trattare l’infestazione. Inoltre, la pianta può essere colpita da malattie fungine, dovendo intervenire con trattamenti specifici in modo tempestivo se presenti. Altra criticità che potrebbe colpire la stella alpina è il fatto che si secchi, situazione che insorge per via di condizioni ambientali errate, come per esempio temperature eccessivamente elevate, un terreno poco drenante e nutrienti scarsi, dovendo rivedere l’irrigazione, evitando sia di renderla un’operazione sporadica, sia di eseguirla in modo troppo sovente e abbondante.