Il giallo acceso degli alberi, l’arancione dei cespugli e qualche ciuffo di foglie rosse risaltano fra le montagne dalle punte innevate e i laghetti color cristallo che resistono al freddo. Un paesaggio da fiaba che rende l’autunno una stagione magica, quando i colori del foliage dipingono boschi e vallate. Ancora più suggestivo se ammirato dal finestrino del trenino del Bernina, che si arrampica in un viaggio di emozioni fino a sfiorare i 2099 metri di altezza. Un’esperienza che ha il suo fascino in tutte le stagioni: si parte in Italia da Tirano – famosa per la Basilica della Madonna di Tirano, il terzo monumento religioso in Lombardia per ordine di importanza dopo il Duomo di Milano e la Certosa di Pavia – e arriva in Svizzera nella modaiola Saint Moritz.
Il treno delle 7,45 lascia Tirano quasi addormentata, appena rischiarata dall’alba, per iniziare la salita attraverso le 13 stazioni principali lungo la tratta, in cui è possibile scendere dal treno per qualche escursione. Il primo stop è a Campocologno, sulla linea di confine fra Italia e Svizzera, punto di riferimento per lo sviluppo dell’attività e della produzione dell’energia idroelettrica: qui fra il 1904 e il 1907 venne realizzata la centrale idroelettrica attiva ancora oggi. A seguire si attraversano Campascio e Brusio, dove si passa da uno dei punti più fotografati: il viadotto elicoidale, simbolo del centenario trenino rosso del Bernina. Si tratta di un ponte a nove campate che compie un giro di 360 gradi, in cui si raggiunge la pendenza massima del 70 per mille. E’ ancora presto per scendere dal treno, soprattutto se si ha a disposizione soltanto una giornata per questa esperienza.
Dietro una curva, in mezzo a una macchia indefinita di giallo e verde, spunta un lago incantato nel quale si specchiano le montagne cariche dei colori dell’autunno. Intorno si vedono qualche casa che sembra ancora avvolta dal tepore della mattina e un paio di turisti con zaino in spalla, che hanno deciso di scendere alla fermata Miralago-Le Prese per fare il giro dello specchio d’acqua. Il serpentone rosso riprende la sua salita, attraversa placidi torrenti e pascoli di mucche. Più si sale, più i colori del foliage si fanno intensi: le cime degli alberi diventano dorate e il contrasto con il grigio della roccia regala un effetto sorprendente. Dopo aver superato il borgo di Poschiavo, una tappa che merita la sosta – da maggio a ottobre – è Cavaglia. Qui è possibile visitare il parco delle marmitte giganti, un parco geologico caratterizzato da una trentina di buche nel terreno, alcune profonde anche 14 metri, scavate e levigate più di 11mila anni fa dall’azione dei ghiacciai. Va tenuto in considerazione che una volta scesi a una fermata, i treni successivi passano ogni 50 minuti-un’ora.
Il trenino riprende poi la corsa, scompare nelle gallerie e sbuca in mezzo a boschi incontaminati: chi ha preso posto nelle carrozze in testa, riesce a fotografare la coda che si snoda come un serpente seguendo le curve delle montagne. E seduti comodamente, guardando fuori dal finestrino, scivolano paesaggi fiabeschi, incantati, che emozionano non soltanto i bambini, ma anche gli adulti. Una delle fermate più scenografiche è Alp Grum: una terrazza a 2091 metri di altezza affacciata sul ghiacciaio Palù, che con le sue acque alimenta il laghetto sottostante a forma di cuore e dal colore cristallino. Nella stagione autunnale gli alberi gialli incorniciano il lago e ne esaltano il colore, regalando un vero spettacolo della natura. Dopo una serie di scatti d’obbligo in questo punto panoramico, si risale sul treno per la prossima tappa: Ospizio Bernina, il punto più alto raggiunto dalla locomotiva.
Qui regnano pace, silenzio e natura. La nebbia mattutina avvolge completamente il lago Bianco e sembra di essere finiti in mezzo al nulla. Ma quando il sole si leva alto in cielo, compaiono lentamente le montagne che circondano tutto intorno, vette spruzzate di neve che si specchiano nell’acqua e assieme all’azzurro del cielo ricreano uno spettacolo da cartolina. In questo frangente di terra, dove la Valposchiavo cede il passo alla Val Bernina, nella bella stagione è possibile fare il giro del lago oppure una passeggiata costeggiando la diga di Scala per raggiungere la precedente stazione di Alp Grum. Gli amanti del trekking possono anche salire fino al rifugio Sassal Masone.
Si prosegue il viaggio passando per Bernina Lagalb e Bernina Diavolezza, due tappe prese d’assalto dagli sciatori d’inverno, che durante l’autunno si caratterizzano per un paesaggio surreale: sembra quasi di essere sbarcati su Marte, con distese pianeggianti color oro alternate a rocce spigolose che spuntano dal terreno come spine e qualche punta di albero arancione. Non c’è ancora neve sulle montagne e godere di questo spettacolo dal finestrino del treno è impagabile.
Merita invece una sosta Morteratsch, definita una delle fermate più belle del trenino del Bernina: qui troneggia il terzo ghiacciaio più lungo sulle Alpi orientali. Una volta scesi dal treno, prendete il tempo necessario per concedervi una delle escursioni che partono da qui: la più semplice e adatta a tutti comincia dalla scultura a forma di “Pianto del ghiacciaio” – che ogni anno si ritira sempre di più a causa del cambiamento climatico – e si snoda lungo il Bernina Glacier, un percorso di 2 chilometri che arriva ai piedi del ghiacciaio passando in mezzo a torrenti e alberi di pino cembro e larice, che in questa stagione hanno colori pastello.
Dopo questa sosta potrete decidere di raggiungere direttamente l’ultima tappa, Saint Moritz, godendovi lo spettacolo dal finestrino, oppure, per gli infaticabili, di continuare con una sosta a Pontresina, avventurandovi nella “Valle delle cince”, ai piedi del ghiacciaio Roseg costeggiando il torrente Ova. Si tratta di un sentiero pianeggiante di 7 chilometri che si può percorrere a piedi o in mountain bike nella bella stagione, con sci da fondo in inverno, oppure scegliendo un’opzione più romantica su una carrozza trainata dai cavalli. Alberghi di lusso dominano la collina, assieme al casinò, boutique di grandi marchi della moda, ville incredibili. Sotto si spande il grande lago circondato dalle montagne. Il trenino è arrivato al capolinea, il capotreno fischia: Saint Moritz. La regina delle nevi, amata da sciatori e turisti di tutto il mondo per le sue piste e per il clima champagne, frizzante e con le bollicine: pare che di media in un anno ci siano 322 giorni di sole, che assieme al vento costante garantiscono un clima secco e piacevole.
Dopo una passeggiata in centro e una cioccolata calda in una delle pasticcerie che vantano le migliori praline di cioccolato in Svizzera, non resta che rimettersi sul treno di ritorno (fino al 30 ottobre l’ultimo treno parte da Saint Moritz alle 19,48 e in due ore e mezzo raggiunge Tirano) e lasciarsi cullare dalla dolce discesa fino a Tirano. E’ possibile scegliere per il viaggio di ritorno, per chi non lo avesse fatto all’andata, uno dei treni panoramici del Bernina Express (con un supplemento di 25 euro), che rispetto al treno normale ha vetrate più grandi e garantisce una vista a 360 gradi, ma penalizza chi vuole fare fotografie, visto che non si possono aprire i finestrini e compare sempre il riflesso del vetro. Il trenino del Bernina, Patrimonio mondiale Unesco, è un’esperienza che andrebbe fatta in tutte le stagioni, ma l’autunno con i suoi colori caldi e le giornate di sole è forse uno dei momenti più belli per scivolare in questo viaggio senza tempo che trasporta in un mondo fiabesco e incontaminato.