L’energia è il grande tema che tiene paesi, governi, consumatori con il fiato sospeso. La transizione energetica è al centro della partita geopolitica internazionale. E se l’energia prodotta da fonti rinnovabili, è la strada tracciata per rendere ogni paese meno dipendente dal fossile, e per risparmiare alla Terra altro inquinamento ed emissioni, l’equazione non è così facile da risolvere. Le incertezze sono spesso burocratiche, legate a vecchie logiche economiche, che mettono il consumatore all’angolo. Per capire come cercare di uscirne, ne abbiamo parlato con Giorgio Tomassetti, Ceo di Octopus Energy Italia, giovane azienda inglese, da appena 3 anni nel nostro Paese, che punta tutto sulle rinnovabili, sull’intelligenza artificiale. E sulla flessibilità.

In che situazione ci troviamo?

“È sotto gli occhi di tutti che la crisi energetica ha rivelato problemi strutturali, non solo contingenti. In Italia, il mix energetico è ancora troppo povero di fonti rinnovabili e la velocità con cui si connettono nuovi impianti è troppo lenta. Ma si può intervenire su altri fronti: rendere certi i tempi di connessione che danno sicurezza ai grandi investitori sul ritorno economico in un determinato periodo temporale. E usare meglio l’elettrone verde sulla rete, cioè avere maggiore flessibilità, dove si può intervenire grazie alla tecnologia”.

Come possiamo ridurre la dipendenza energetica dall’estero, a livello Paese?

Serve puntare sull’indipendenza come strategia strutturale. Il problema cambia nome ogni anno – prima il gas russo, poi i ritardi nelle forniture via nave – ma è sempre lo stesso. Le rinnovabili costano meno: sarebbe criminale ignorare questo vantaggio, ancora peggio è non riuscire a trasferirlo al consumatore finale, come accade oggi. È lì che serve agire subito, contro caro vita e inflazione, poi va bene qualche provvedimento di aiuto, tipo il decreto bollette, però quello non risolve il problema di fondo”.

Le rinnovabili saranno sufficienti a garantire la sicurezza energetica in futuro?

Le rinnovabili, già oggi, producono energia a costi inferiori. Il nucleare di nuova generazione? Potrà anche arrivare, ma non risolve nulla oggi o nel breve termine, ma serve un cambio di paradigma: passare da una gestione “deterministica” dell’energia, in cui tutto è certo e prevedibile, a una “probabilistica”, dove si usano tecnologia e intelligenza artificiale per reagire agli eventi in tempo reale. È un’evoluzione culturale prima che tecnologica, ma noi siamo focalizzati sull’oggi, e vediamo che anche il costo delle batterie sta scendendo. Un computer oggi, costa meno di un computer di ieri, e questo accadrà anche con il solare. La tecnologia permette di gestire le probabilità e soprattutto di reagire alla realtà in modo veloce, quindi se un evento non si verifica, con la tecnologia è possibile rimediare immediatamente e non avere un problema ne di fornitura ne di prezzo”.

E sul fronte dello storage, delle batterie, non rischiamo una nuova dipendenza?

La completa indipendenza non è realistica, probabilmente non lo saremo mai. Anche tutti i dispositivi tecnologici che usiamo dipendono da supply chain globali. Ma non bisogna ignorare la provenienza, come si è fatto in passato ad esempio con il gas russo. Possiamo diversificare, evitare dipendenze critiche e innovare ed oggi le batterie stanno diventando più economiche e con materiali alternativi. Serve consapevolezza”.

Il cavallo di battaglia di Octopus sono le fonti rinnovabili. Da dove proviene l’energia che immettete sul mercato italiano?

“Stiamo crescendo molto in Italia, quindi acquistiamo grandi quantità di energia nel Paese, sempre con certificazione di provenienza verde, parallelamente sviluppiamo i nostri impianti eolici, solari e di accumulo. Siamo in una fase ibrida, con un impianto operativo ad Ascoli e altri in attesa di connessione. Intanto cerchiamo di stimolare un cambiamento strutturale nel settore, in cui è necessario aumentare il mix rinnovabile”.

L’energia viene tutta dall’Italia?

“L’approvvigionamento è italiano. Ovviamente, per esigenza, la rete può far transitare energia da altri Paesi, ma non è questo il punto: è il sistema di mercato a non incentivare la riduzione dei costi. Il gestore della rete, Terna, finora ha operato con il mandato di garantire sempre l’energia, ad ogni costo e da qualsiasi fonte. Secondo noi questo approccio andava bene fino a qualche anno fa, oggi gli italiani non accettano più questo compromesso. Infatti noi chiediamo che venga introdotta anche la variabile prezzo nel bilanciamento: vogliamo fare in modo che il gestore abbia un incentivo pratico a ridurre il costo, e questo ci porta anche a degli eccessi di picchi. Questo renderebbe il sistema più sostenibile per tutti”.

Il problema di tutti noi consumatori, è che c’è una certa sfiducia nelle aziende energetiche. Si ha sempre l’impressione che, anche cambiando anno dopo anni, non ci sia mai un vero risparmio. Qual è la vostra soluzione per risparmiare?

“Il mercato italiano non è competitivo. Il primo operatore detiene ancora il 50% di market share, significa che ha ancora moltissima influenza, questo non è un bene per il consumatore italiano e spesso molte truffe fatte ai danni dei consumatori creano una situazione confusionaria. I clienti non chiedono l’impossibile, ma un prezzo equo, un servizio decente e la possibilità di migliorare la propria condizione, non perdendo le esigenze basiche. Noi crediamo in un modello fatto di tariffe semplici, trasparenza e strumenti, e soprattutto di flessibilità che permettano davvero di risparmiare, come il nostro Manifesto per l’Energia Giusta.

E come funziona la flessibilità che proponete?

“La flessibilità per noi si può attuare in diversi modi. Uno è attraverso le tariffe dinamiche, ovvero prezzi differenziati in base alle fasce orarie. Se, ad esempio, l’energia dalle 12 alle 13 costa dieci volte più che nelle altre ore, anche i clienti meno attenti al prezzo tenderanno a ridurre i consumi in quella fascia. Se questo comportamento viene adottato da molti, il picco di domanda si abbassa naturalmente. Un altro approccio è quello che abbiamo chiamato Energy Break, ovvero flessibilità a richiesta. In pratica, chiediamo ai nostri clienti di modificare i propri consumi in determinati momenti. A ottobre, per esempio, abbiamo proposto una riduzione del 20% dei consumi in una fascia specifica della giornata. La risposta è stata straordinaria: oltre il 70% degli utenti ha partecipato con entusiasmo. Oltre all’impatto concreto sui consumi, c’è stato anche un forte senso di partecipazione collettiva. Le persone hanno aderito volentieri, sentendosi parte di qualcosa di più grande”.

L’intelligenza artificiale ha un ruolo nel contribuire a rendere il sistema più efficiente e ad abbassare i costi?

“Qui entra in gioco Intelligent Octopus, un sistema che, tramite un’app, consente di connettere dispositivi ad alto consumo come auto elettriche, pompe di calore e altri elettrodomestici che incidono sui consumi. Il cliente può impostare le sue preferenze: ad esempio, “alle 7 voglio l’auto carica all’80%” o “voglio 20 gradi costanti in casa”. Noi rispettiamo quelle indicazioni, ma nel frattempo ottimizziamo i consumi da remoto, in tempo reale. Se vediamo che l’energia alle 3 di notte costa tre volte meno, attiviamo la ricarica in quell’orario; se alle 4 il costo aumenta, la rallentiamo. Tutto questo avviene automaticamente, più volte al secondo, sfruttando algoritmi intelligenti. Abbiamo già oltre 250.000 dispositivi connessi nel mondo, e ora stiamo partendo anche in Italia, con i primi tester attivi e rilasceremo sempre più funzionalità nei prossimi mesi. Questo permetterà ai consumatori italiani di risparmiare concretamente, e anche alla rete elettrica di beneficiare del servizio”.

La sfida della sostenibilità, della transizione energetica, dell’energia sempre più green, sono sfide che l’Italia sarà in grado di vincere?

“Negli anni passati abbiamo attraversato una fase in cui una parte dell’opinione pubblica negava l’esistenza stessa del problema ambientale ed energetico. Quel tipo di negazionismo è andato via via scomparendo, semplicemente perché la realtà è diventata troppo evidente per essere ignorata. Oggi il contesto è diverso: non si nega più il problema, ma ci si divide su come affrontarlo. Ci sono visioni politiche diverse, approcci differenti. Ma intanto è successo qualcosa di fondamentale: le tecnologie sono maturate. La transizione energetica oggi è tecnicamente possibile e anche economicamente vantaggiosa. Certo, la velocità con cui la realizzeremo dipenderà da molti attori — soprattutto istituzionali e politici — ma ignorare l’efficienza e la convenienza delle tecnologie attuali sarebbe un errore ideologico. Anche se l’Italia, in alcuni ambiti, si muove più lentamente rispetto ad altri Paesi, saremo comunque in grado di portare avanti soluzioni concrete e contribuire a velocizzare la transizione. Siamo ottimisti”.