L’inquinamento che filtra all’interno degli appartamenti potrebbe essere ridotto impiegando un nuovo tipo di vernice fotocatalitica, ovvero capace di sfruttare la luce per attivarsi. La novità si deve alla startup cagliaritana Clentech, fra le protagoniste della recente manifestazione Smau Paris – una vetrina realizzata in collaborazione con Italian Trade Agency per far conoscere le startup italiane.

“Possiamo assicurare fino al 97% della degradazione inquinante in ambiente indoor. Si pensi all’abbattimento di composti organici derivanti da combustione dei motori delle auto, l’eliminazione di muffe, batteri e alcuni virus, la riduzione di oltre il 90% di ossido di azoto, la degradazione delle polveri PM10, etc.”, si spiega Carlo Usai, co-fondatore e Ceo di Clentech. “Il composto è stato validato dai laboratori dell’Università di Cagliari e i prototipi sono stati sottoposti a diversi test che hanno confermato ogni qualità”.

Il tema centrale è che l’inquinamento indoor è considerato dalla comunità scientifica più nocivo di quello esterno – fino a 20 volte in alcuni contesti – poiché in molti casi si passa la maggior parte del tempo al chiuso e senza che avvenga un’adeguata aerazione. Senza contare il rischio di patologie legate alla presenza di muffe, umidità e ovviamente batteri, soprattutto per le persone più deboli. Non a caso Clentech suggerisce che una delle applicazioni primarie potrebbe essere proprio negli ambienti ospedalieri, oltre che in ambito domestico o professionale.


Clentech sfrutta la luce naturale e a Led

La genesi del progetto è maturata nel 2021 in ambiente universitario: Clentech è uno spin-off dell’ateneo sardo e sfrutta un brevetto internazionale erede di un progetto del professore di fisica sperimentale Pier Carlo Ricci. Grazie a una licenza d’uso esclusiva è stato possibile realizzare “un composto di biossido di titanio modificato innovativo (TiO2), prodotto in formato poroso, estremamente duttile, che può essere applicato su varie tipologie di prodotti”.

In pratica la luce solare e quella artificiale, in particolare Led, sono in grado di innescare nel composto delle reazioni fotochimiche (“ossidazione”) che trasformano gli agenti inquinanti in sostanze innocue, come calcari e sali inerti. Sul mercato esistono soluzioni analoghe ma sono limitate dal fatto di aver bisogno perennemente della luce solare e la componente ultravioletta, quindi la loro massima efficacia è in esterno. La tecnologia Clentech invece estende il suo effetto fotocatalitico (una sorta di fotosintesi) e quindi riesce anche ad attivarsi sotto le comuni lampade a Led. “Non c’è bisogno che una parte specifica venga irradiata direttamente, l’effetto è complessivo. Certamente con il totale buio non c’è attivazione”, puntualizza il manager.


Il composto volendo può essere aggiunto come additivo alle vernici oppure trasformato in una sorta di smalto trasparente da applicare su mura già verniciate, ed è così che per ora è stato sperimentato. Ma la prospettiva è che possa trasformarsi anche in spray o potenzialmente usato per creare carte speciali, filtri dell’aria o dell’acqua. Per altro questa tecnologia consente alle aziende di ottenere diverse certificazioni per la sostenibilità, nel rispetto della normativa italiana e comunitaria sugli standard ambientali qualitativi.


Un mercato già pronto per la novità

Oggi, come spiega Usai, per ottenere un abbattimento degli inquinanti in casa si possono impiegare condizionatori oppure purificatori come quelli di Dyson o altri marchi. “Però ovviamente consumano energia, localizzano l’intervento e poi i filtri vanno periodicamente puliti o sostituiti, mentre il nostro trattamento applicato a un muro non ha bisogno di ulteriori interventi o manutenzione. Regala un sentore di sanificazione, aria pulita, e il processo è attivo per circa 6 anni”, sottolinea Usai. Per altro su un immobile da circa 100 metri quadrati non c’è bisogno di avere tutte le pareti trattate.

“Oggi siamo alla ricerca di partner industriali per la produzione ma stiamo per avviare un impianto pilota qui a Cagliari. La riflessione non è tanto sulla tecnologia ma dove applicarla prima, in relazione ai mercati. Prevediamo lo sbarco sul mercato entro giugno e poi potenziare i proof of concept internazionali per vagliare anche contratti di sublicenza. Siamo in sette in azienda ma cresceremo”, conclude Usai.