Il riscaldamento globale e il cambiamento climatico sono in atto ormai da molto tempo; negli ultimi anni, tuttavia, i loro effetti hanno assunto forme sempre più visibili – anche in Italia, tra  incendi boschivi e siccità prolungata. Secondo l’ultimo report dell’IPCC (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), il tasso di crescita della temperatura è il più alto mai registrato, così come sono in aumento anche l’intensità e la frequenza di calamità naturali e disastri ambientali nel mondo. Nonostante i numerosi campanelli d’allarme, le misure attuate per contrastare queste tendenze non sono ancora sufficienti e la situazione continua a peggiorare, tanto che espressioni come “emergenza” e “catastrofe climatica” sono entrate a far parte del linguaggio comune.

I cambiamenti ecologici e sociali hanno portato anche all’introduzione di una grande quantità di neologismi: termini coniati appositamente per far fronte ai mutamenti in atto. In occasione della Giornata Mondiale della Terra gli esperti di Babbel, piattaforma per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni su app e live, e Pinterest, il motore di ricerca visiva per l’ispirazione, hanno creato un dizionario focalizzato sulla nuova terminologia relativa al cambiamento climatico e ai suoi devastanti risvolti, con l’intento di favorire la comprensione del dibattito in merito alla crisi ecologica, evitando incomprensioni in contesti internazionali.

 

L’ABC del cambiamento climatico

  • Climate change adaptation/mitigation: la prima espressione, traducibile come “adattamento al cambiamento climatico”, si riferisce a tutti quei processi di adeguamento ai suoi effetti attuali e a quelli previsti in futuro (un esempio di questo meccanismo è la costruzione di strutture per difendersi dall’innalzamento dei mari); il secondo termine, invece, definisce la “mitigazione del cambiamento climatico”, ovvero tutte le azioni messe in atto per contrastare il fenomeno, affrontando attivamente le criticità che affliggono il pianeta per evitare che diventino irreversibili.

     
  •  Climate finance: la “finanza climatica” si riferisce a fondi monetari per implementare progetti di mitigazione e adattamento (essendo misure molto costose, sono tendenzialmente riservate ai Paesi più ricchi del mondo).

     
  •  Antropocene: questo neologismo, coniato nel 2000 dal chimico olandese Paul J. Crutzen, è costituito dal sostantivo “?νϑρωπος” – “uomo” in greco antico – e il suffisso -cene – da καιν?ς “nuovo, recente” – ed indica l’attuale epoca geologica (l'”era dell’uomo”), caratterizzata dall’intervento degli esseri umani sull’ecosistema terrestre. Il termine non è ancora entrato a far parte del linguaggio scientifico ufficiale (in gergo si parla di Olocene), ma viene spesso utilizzato per evidenziare la centralità della responsabilità umana in relazione ai cambiamenti ecologici dell’era corrente.

     
  •  Reforestation/afforestation: rispettivamente traducibili come “riforestazione” e “rimboschimento”, queste due parole, apparentemente sinonimi, esprimono due concetti affini ma ben distinti: la prima descrive l’atto di riportare i terreni al loro stato originario, ovvero di rigenerare le aree disboscate a causa dell’uomo; il “rimboschimento” è invece la creazione di nuovi boschi (“polmoni verdi”) laddove non erano originariamente presenti.

     
  •  Tipping point: nel dibattito concernente il clima, questo termine – “punto di svolta” o “punto di non ritorno” – denota una soglia critica, superata la quale si innescano cambiamenti rapidi e irreversibili Il rischio di raggiungere queste soglie è strettamente connesso all’aumento delle temperature: una volta superati i tipping points, si compromette irrimediabilmente lo stato di equilibrio degli ecosistemi, innescando reazioni a catena irrefrenabili e distruttive. Un esempio emblematico è il collasso della calotta glaciale groenlandese, il quale ha causato l’alterazione delle correnti oceaniche dell’Atlantico tale da portare, a sua volta, alla distruzione di intere sezioni della barriera corallina caraibica, a migliaia di chilometri dal circolo polare.

     
  •  Net zero (emissions): con questo termine si indica il raggiungimento, a livello globale, di un equilibrio tra le emissioni di gas serra di natura umana e gli sforzi messi in atto per eliminare il carbonio dall’atmosfera e le emissioni di CO2 antropogeniche. Nell’Accordo di Parigi del 2015 lo “zero netto” è stato posto come obiettivo da raggiungere entro il 2050.

     
  •  Green Deal: termine “ispirato” al New Deal introdotto dal presidente degli Stati Uniti, Teddy Roosevelt, nel corso degli anni ’30, il Green Deal (l'”Accordo Verde”) è costituito da un pacchetto di misure, approvate a livello europeo nel 2019 atte a favorire la transizione ecologica con l’ambizioso – ma prioritario – obiettivo di raggiungere le emissioni zero entro la metà del secolo. Questo programma di interventi viene attuato in Italia attraverso il Green New Deal.

     
  •  Climate justice: con concetto di “giustizia climatica”, divenuto il grido di battaglia di molti movimenti ed attivisti, si evidenzia la correlazione tra il cambiamento climatico e le sue implicazioni sociali e politiche – specialmente per le categorie di popolazione meno privilegiate. Ad esempio, l’innalzamento delle temperature colpisce in maggior misura popolazioni dell’Africa e dell’Asia che non sempre dispongono delle risorse e della ricchezza necessarie per compensare la mancanza di risorse dettata dal cambiamento climatico.

     
  •  Blue economy: l'”economia blu” è un modello economico che promuove sviluppo economico ed inclusione sociale attraverso l’innovazione tecnologica e il riuso delle risorse precedentemente sprecate. Particolare attenzione è rivolta alla protezione degli oceani e delle aree costiere. È un ramo della green economy ma, a differenza di quest’ultima, oltre alla riduzione dell’impatto sull’ambiente ha anche l’obiettivo del net zero.

     
  •  Solarpunk: nato su Internet nel 2008 e diventato popolare nell’ultimo decennio, questo neologismo rappresenta l’emblema di una filosofia di vita ben riassunta dai due termini che lo costituiscono: “solar” evoca l’importanza delle energie rinnovabili, mentre “punk” la necessità di ricorrere ad una lotta pacifica verso il sistema capitalista che è causa dell’emergenza climatica e della disparità socio-economica.

Clima e società: gli altri termini da conoscere

Il peggioramento di una crisi profonda e radicale come quella climatica richiede costantemente l’introduzione di un lessico adeguato a descrivere al meglio la nuova realtà che ci circonda.

  •  Solastalgia: unione del sostantivo latino “solacium” (“conforto”) e di quello greco antico “?λγος” (“dolore”), questo termine inglese di origine recente (è stato coniato nel 2007 dal filosofo australiano Glenn Albrecht) è connesso all’impatto negativo del cambiamento climatico sulla psiche umana. Il senso di impotenza e la mancanza di controllo sulle catastrofi ambientali, in corso e potenziali, causano ansia e stress, specialmente per chi vive quotidianamente gli effetti del cambiamento climatico in prima persona.

     
  •  Teuchnikskreis: secondo gli esperti di Babbel si tratta di una storpiatura della parola tedesca “Teufelskreis” (traducibile come “circolo vizioso”) unita al sostantivo “Technik” (letteralmente “tecnica”). Esprime la sensazione di essere bloccati in un circolo vizioso in cui, per affrontare i problemi ambientali e le conseguenze di tecnologie precedenti, si utilizzano nuove tecnologie, le quali a loro volta produrranno problemi non intenzionali che dovranno essere risolti con nuove invenzioni. Si determina, così, un loop infinito dal quale è difficile uscire.

     
  •  Marsification: è una parola macedonia composta da “Mars” (“Marte”) e “colonisation” (“colonizzazione”) utilizzata con due significati diversi: da un lato indica il progetto utopistico di una colonizzazione di Marte come potenziale nuovo habitat dell’umanità a seguito della distruzione della Terra; dall’altro, invece, descrive la trasformazione del nostro pianeta in una landa arida e inospitale – proprio come il Pianeta Rosso.

     
  •  Kaitiakitanga: questo termine M?ori, intraducibile in italiano, evidenzia la responsabilità dell’umanità nei confronti della Terra e la conseguente necessità di contribuire a creare un futuro più sostenibile. Nella visione di questo popolo, le persone sono un tutt’uno con gli elementi naturali: ciascun essere umano, quindi, deve essere contemporaneamente guardiano, custode e protettore del pianeta (la radice della parola, “kaitiaki”, significa proprio questo).

     
  •  Flygukam e Treintrots: i viaggi in aereo sono tra i principali responsabili delle emissioni di CO2; tale constatazione ha portato alla coniazione del sostantivo in svedese “flygukam”, che in italiano si può parafrasare come “vergogna di volare in aereo”. La maggiore attenzione alla questione ambientale fa sì che si preferisca, quando possibile, il treno: ciò ha contribuito alla comparsa di termini come l’olandese “treintrots” (“orgoglio del treno”) e lo svedese “tågskryt” (“vantarsi di viaggiare in treno”).

     
  •  Greta effekt: l'”effetto Greta” in tedesco fa riferimento ai cambiamenti nelle abitudini d’acquisto, nelle intenzioni di voto e nelle modalità di viaggio adottati dai sostenitori delle istanze portate avanti da Greta Thunberg, volto per eccellenza della lotta contro il cambiamento climatico. Dal 2018 i suoi scioperi per il clima, tenuti ogni venerdì, sono divenuti un fenomeno globale, contribuendo a dirigere l’attenzione pubblica verso la catastrofe climatica in atto.