Il cambio di rotta fa leva su due fattori: da una parte l’evoluzione tecnologica che negli anni ha consentito di abbattere i costi per l’installazione e la gestione degli impianti fotovoltaici, aumentandone al contempo l’efficienza; dall’altra la spinta del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), che indica la transizione ambientale tra gli obiettivi primari. Tra le misure previste nel PNRR grande risalto è dato all’agrisolare ed all’agrovoltaico. Mentre l’agrisolare ha come obiettivo quello di supportare le aziende agricole ad un ammodernamento ed un efficientamento strutturale, con la finalità di installare impianti sui fabbricati esistenti, l’Agrivoltaico ha come obiettivo ambizioso quello di creare una stretta sinergia tra la coltivazione dei campi e la produzione di energia elettrica, venendo incontro all’esigenza di un minore sfruttamento del terreno agricolo, un miglioramento delle tecniche di produzioni agricole, un risparmio idrico e allo stesso tempo garantendo una produzione di energia da fonti rinnovabili che darà il suo contributo al cammino verso l’indipendenza energetica.
Va ricordato che nel corso degli ultimi anni l’attività degli agricoltori è da tempo sotto pressione tra la variabilità dei prezzi dei prodotti (un problema acuitosi negli ultimi mesi con l’impennata dell’inflazione), dalla insufficiente produzione agricola di alcuni prodotti, dei costi dei mezzi tecnici e delle politiche agricole comunitarie, che limitano la scelta delle colture da inserire negli avvicendamenti colturali. Così è cresciuto l’interesse per l’installazione di impianti in grado di produrre energia dal sole, dunque in maniera pulita, da abbinare al proseguimento dell’attività agricola e pastorale esistente o favorendo una nuova attività agricola anche di maggior qualità, nel rispetto delle caratteristiche del terreno e delle produzioni presenti in una determinata area geografica.
“Un impianto agro-fotovoltaico è un sistema, normalmente ad inseguimento solare per migliorare sia la produzione energetica, sia quella agricola, realizzato su strutture di sostegno meccanizzate. Su quest’ultime sono montati gli assi principali orizzontali sui quali sono incernierati gli assi secondari che sostengono i pannelli solari”, racconta Roberto Capuozzo, development director Italy di Powertis, sviluppatore di questi impianti. Strutture, ricorda l’esperto, che “hanno dimensioni adeguate al terreno e al territorio nel quale vengono installati al fine di ottimizzare sia le performance energetiche, che quelle agricole”.
In questo modo viene resa possibile una perfetta convivenza, sulla medesima area, tra coltivatori, allevatori e impianti fotovoltaici, con evidenti e conseguenti vantaggi, tra i quali lo sfruttamento di quasi la totalità del terreno (fino al 90%) per fini agricoli e/o pastorali, l’incremento dell’occupazione, l’ottimizzazione delle produzioni (sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo) il recupero della fertilità del suolo e la riduzione del consumo idrico.
“Con oltre 50 progetti in attesa di autorizzazione tra Puglia, Basilicata, Molise, Sicilia e Sardegna, e altrettanti in corso di deposito presso gli enti competenti Powertis aspira a diventare un attore di primo piano per quel cambio di passo necessario a consentire al nostro Paese di raggiungere il target Green Deal 2030 mediante l’installazione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli con un layout e un posizionamento sul terreno tale da garantire la continuità (e in alcuni casi il miglioramento) dell’attività agricola e pastorale esistente, favorendo una nuova attività agricola, nel rispetto delle caratteristiche del terreno e delle produzioni presenti in una determinata area geografica, garanzia offerta tramite la redazione di un piano agronomico economicamente sostenibile”, sottolinea il manager. Del resto, già oggi, a tre anni dal debutto nel mercato italiano, l’azienda è arrivata a gestire 3 GW. “Puntiamo ad allacciare 1 GW entro il 2024 e a diventare leader dell’agrovoltaico in Italia”.
Nell’iter di progettazione e di conseguente realizzazione degli impianti Powertis valuta gli impatti socio economici che potranno generare i propri progetti, così come tutti gli effetti, diretti ed indiretti, per ridurre al minimo gli impatti ambientali negativi e per massimizzare le potenziali sinergie ambientali.
“La ricerca è un asset fondamentale per il nostro gruppo”, spiega. “Siamo, infatti, sempre alla ricerca di nuove tecnologie per migliorare l’efficienza dei nostri impianti e la valorizzazione dell’attività agricola o pastorale, consentendo l’ottimizzazione produttiva delle colture sottostanti(anche avvantaggiandosi dell’ombreggiamento) attraverso il montaggio di file di pannelli fotovoltaici a una distanza tale da consentire il normale svolgimento della coltura o del pascolo” Prospettive che aprono a ulteriori miglioramenti in termini di efficienza e redditività nel rispetto dell’utilizzo del suolo.