Ogni anno si celebra il rito del più originale, o brutto, o grande, o “stiloso” albero di Natale. E ogni anno siamo qui a piangere alcuni alberi secolari abbattuti per l’occasione e traghettati in città, come quello che ogni volta viene trasportato a Roma, per la gloria del Signore, o meglio, di coloro che celebrano, a modo loro, la nascita di Gesù Cristo. L’abete di quest’anno è arrivato dal Trentino, è alto 28 metri e aveva 113 anni. Ecco, prima o poi sarebbe il caso di evitare di offrire un secolare alle nostre ambizioni umane, oltremodo vista la fiducia in una ecologia integrale di cui l’attuale pontefice è fautore. Si dirà: che cosa vuoi che sia un singolo albero? Eppure i simboli, lo sappiamo, hanno la loro importanza.

(foto: Mark Ralston/Afp via Getty Images) 

Se ci dedichiamo agli alberi veri, con radice, tronco, fronda, lasciati a vegetare nel loro posto natio ma addobbati per le imminenti festività, allora ci ritroviamo dinnanzi a un elenco di grandi conifere. General Grant Tree è noto come il più grande albero naturale del mondo, fino al 1930 era considerato il maggiore albero del Pianeta per dimensione, ma le moderne misurazioni lo hanno scalzato a favore del “vicino” di foresta, il General Sherman Tree. Esiste una strada disegnata tra le montagne della Sierra Nevada, in California, che i turisti e i visitatori percorrono ed è detta Generals Highway, unisce il grove, la concentrazione di grandi alberi millenari che circonda il Grant e la Giant Forest, la foresta gigante così come denominata da John Muir, il grande ecologista e autore, laddove troneggia “re” Sherman. Sia Sherman sia Grant furono protagonisti della sanguinosa guerra civile (1861-1865), e a loro vennero dedicati alberi monumentali. Grant divenne presidente degli Stati Uniti tra il 1869 e il 1877, fu proprio sotto la sua presidenza che i nuovi Stati Uniti si compattarono e fu anche artefice del bando al Ku Klux Klan.

L’interattivo

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Tra i primi audaci lavoratori ed esploratori delle montagne interne della California, diventato Stato soltanto nel 1850, vi furono diversi ex soldati scampati alla guerra civile,? a mano a mano che le attività umane si espandevano. Dapprima quella mineraria, quindi quella di abbattimento delle foreste, la caccia, la pastorizia, l’edilizia. I luoghi remoti e per secoli conosciuti soltanto dalle popolazioni indiane venivano resi noti. I primi vasti abbattimenti ebbero come conseguenza involontaria la nascita di un movimento ambientalista che portò alla formazione di alcuni dei primi parchi statali e nazionali. Il turismo iniziò allora ad essere un reale attrattore di popolazione benestante, ma anche di amanti della natura, sul finire del secolo, per poi esplodere nei decenni successivi. Oggi milioni di turisti da ogni parte del mondo visitano i parchi californiani.

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Le cronache accertano che l’albero che oggi chiamiamo Grant venne “scoperto” nel 1862 da Joseph Hardin Thomas, proprietario di una ditta di legname attiva nella zona, e venne ribattezzato cinque anni più tardi da Lucretia Baker, quando Grant era ancora al comando delle armane unioniste. Nel 1890 passa la legge che sancisce la nascita del Parco Nazionale di Sequoia, attorno alla Giant Forest e il General Grant National Park.

Ai piedi di General Grant Tree venne celebrata una prima cerimonia natalizia a mezzogiorno del 25 dicembre 1925, e pochi mesi dopo venne dichiarato albero di natale della Nazione. Nel corso degli anni si è consolidata la tradizionale marcia della seconda domenica del mese di dicembre, lungo i sentieri del King’s Canyon National Park, erede del General Grant National Park, per arrivare ai suoi piedi e salutarlo. La neve non manca e dunque ammirare questi signori del tempo immersi in un paesaggio innevato, con le loro misure ciclopiche, le cortecce aranciate-cinnamomo, i grandi rami ritorti, è uno spettacolo emozionante.

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Per coloro che non hanno mai visto in natura le sequoie patriarcali della California e dell’Oregon ricordo che il General Grant Tree è alto 81 metri, ha una circonferenza del tronco alla base di poco superiore ai 32 metri, e il suo volume complessivo è pari a oltre 1300 metri cubi. Per fare un paragone con architetture che l’uomo ha costruito, la torre di Pisa è alta 56 metri, il campanile di Giotto a Santa Maria del Fiore a Firenze sfiora gli 85 metri, il Duomo di Milano i 108 metri.

E nella nostra piccola Italia? Alcuni anni fa si era accesa una competizione per definire quale comune avesse l’albero naturale di Natale più alto: i contendenti erano le sequoie costali del parco di Villa Inzoli, a Tradate (VA) e quelle del parco di Villa Ogliani, a Rivara Canavese (TO), in entrambi i casi stiamo parlando di alberi alti una spanna oltre i 35 metri. In Europa un albero di Natale molto noto è la sequoia gigante del Wrest Park in Inghilterra, messa a dimora nel 1856.