Lo scatto simbolo è quello di un’aquila reale morta in Sicilia: qualche minuto prima una pala eolica l’aveva letteralmente affettata. Era uno dei quaranta esemplari monitorati sull’isola: una perdita importante. Ma non è un caso isolato: la mortalità correlata alle infrastrutture energetiche (in particolare elettrocuzione, collisione di linee elettriche e collisioni di parchi eolici) è un tema critico: responsabile, secondo studi recentissimi, di 835 dei 1704 casi di uccelli trovati morti lungo la rotta africano-eurasiatica tra il 2023 e il 2024.
In particolare, rapaci, cicogne e gru. Per un totale di 45 specie a rischio. Con segnali preoccupanti per l’Italia, dove, denunciano gli ornitologi, “le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e di Incidenza (VINCA) spesso si rivelano inadeguate”. Ed è per questo che il Centro Italiano Studi Ornitologici ha presentato al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, una mozione con cui si sottolinea la necessità di “adottare misure concrete per minimizzare l’impatto degli impianti eolici sull’avifauna”.
Un nido artificiale per salvare la ghiandaia marina
Tra le proposte, la necessità che il ministro indichi “principi e criteri per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee (auspicandone una equa distribuzione tra regioni) all’installazione di impianti a fonti rinnovabili di potenza complessiva almeno pari a quella individuata come necessaria dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec), stabilendo le modalità per minimizzare il relativo impatto ambientale e la porzione di suolo occupabile dagli impianti, nonché dagli impianti già installati”.
Si chiede inoltre che “le nuove linee di distribuzione dell’energia elettrica derivanti dalla realizzazione di nuovi impianti siano adeguatamente protette per evitare fenomeni di elettrocuzione e collisione da parte degli uccelli”.
Gli ornitologi sottolineano poi la necessità che il ministro istituisca un tavolo nazionale aperto alle aziende produttrici e che distribuiscono energia elettrica per definire un piano di bonifica e di mitigazione dal rischio di collisione ed elettrocuzione estesa alla rete elettrica nazionale in modo – spiegano – da offrire una prima convincente opera di contrasto e di compensazione all’effetto additivo di mortalità causato dall’aumento degli impianti. Per censire in modo scientifico gli effetti sugli animali, si suggerisce – ancora – l’istituzione di una banca dati nazionale in cui far convergere i risultati delle indagini riguardanti l’entità della mortalità per collisione con le pale eoliche. C’è poi un capitolo che riguarda eventuali azioni di compensazione, volte cioè a tutelare complessivamente le specie più impattate degli impianti eolici. Come? Con interventi per ridurre l’incidenza di altre cause di mortalità legate all’uomo: bracconaggio ed avvelenamento in primis.
La mozione nasce da un workshop svoltosi a Roma nel mese di marzo, con il coinvolgimento di oltre 200 tra ricercatori, tecnici e rappresentanti delle istituzioni. Un incontro nato proprio con l’obiettivo di approfondire le problematiche legate all’impatto delle energie rinnovabili sull’avifauna e individuare soluzioni per una transizione energetica sostenibile e compatibile con la tutela della biodiversità. I lavori hanno, in particolare, fotografato la proliferazione disordinata degli impianti eolici, una proliferazione – hanno sottolineato i ricercatori – spazialmente sovrapposta ed eccessiva di impianti che regionalmente superano la potenza complessiva individuata come necessaria dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) e non sono localizzati in aree idonee, per esempio ex aree industriali ma in aree di pregio naturalistico, a immediato ridosso di aree protette e con ulteriore sottrazione di suolo agricolo.
“La transizione energetica è fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici, ma deve avvenire in modo da non compromettere la biodiversità”, sottolinea Maurizio Sarà, Presidente del Ciso. “Le nostre proposte – aggiunge – mirano a rendere la produzione di energia eolica realmente sostenibile, coniugando la tutela dell’ambiente con la necessità di decarbonizzare il sistema energetico italiano”.