Zero emissioni nette entro il 2050. È l’obiettivo ambizioso fissato dall’Icao, l’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale, che nei giorni scorsi ha tenuto il suo ultimo meeting, che aveva come punto principale la necessità di accelerare nel processo di transizione ecologica. Un obiettivo, quest’ultimo, non solo legato a ragioni di responsabilità sociale, ma anche a considerazioni di carattere economico e di stabilità geopolitica, alla luce di quanto accaduto negli ultimi mesi nello scenario internazionale.

L’impegno a lungo termine

L’organizzazione presieduta da Salvatore Sciacchitano ha diramato un comunicato nel quale sottolinea l’importanza di insistere sulla svolta green. “L’adozione da parte degli Stati di questo ambizioso obiettivo a lungo termine (il riferimento è alle zero emissioni nette entro metà secolo, ndr)”, si legge nel documento, “offrirà un contributo fondamentale all’innovazione green, con l’obiettivo di arrivare a voli a motore senza emissioni inquinanti”.

L’ostacolo principale su questa strada, è stato sottolineato nel corso del meeting, è relativo ai costi che la transizione green comporta. Il che pevede una presa in carico da parte degli Stati non certo facile in questa stagione di rallentamento della crescita, ma comunque necessaria dato che l’inazione rischia di avere costi – sociali ed economici – ancora più elevati.

Nella dichiarazione finale, i rappresentanti degli Stati hanno sottolineato l’importanza di “finanziamenti sostenibili e di sostegno alla transizione ecologica”, rimarcando il fatto che non esiste una soluzione alternativa a questo percorso. Inoltre è stata rimarcata l’importanza di controlli rigidi sulle emissioni, in modo da cercare di limitare i rischi di greenwashing, vale a dire di impegno verso la sostenibilità solo dichiarato dagli operatori, ma senza riscontri significativi nel concreto.

Allo stato attuale l’industria aeronautica è responsabile di circa il 2,5% delle emissioni di CO2 a livello globale, anche se gli scienziati ritengono che l’impatto effettivo sia superiore alle statistiche ufficiali, specialmente con la continua espansione dell’aviazione civile.

La carta dei Saf

Nel corso del meeting sono stati sottolineati i progressi della tecnologia nel campo dei carburanti. Il riferimento, in particolare, è ai Saf (Sustainable Aviation Fuel), combustibili prodotti da risorse sostenibili come oli usati e residui agricoli che consentono di ridurre le emissioni di CO2 dell’80% rispetto a quelli fossili tradizionali. Attualmente il loro utilizzo nell’aviazione è legato alla miscelazione con il carburante tradizionale, ma l’obiettivo è di arrivare a utilizzarli in via esclusiva. 

L’Icao ha dichiarato di voler convocare per il prossimo anno una conferenza focalizzata proprio sui progressi dei Saf e sulla modalità per una loro adozione su larga scala. Il consiglio ha inoltre confermato il programma di compensazione e riduzione del carbonio per l’aviazione internazionale (Corsia), sottolineando che è fondamentale fare leva sui progressi tecnologici per puntare a velocizzare la transizione ecologica rispetto al ritmo tenuto fino a questo momento.