“Agli inizi del 2000 c’era una piccola società, composta da un gruppo di ingegneri del torinese, che andava a installare pannelli fotovoltaici per i pozzi d’acqua in Africa. A me e il mio socio sembrò affascinante, e quella curiosità si è trasformata prima in sperimentazione e poi in attività professionale”, così racconta dei suoi esordi nel fotovoltaico Giorgio Giacone (classe 1960) della Giacone e Rainero Srl di Canale, in provincia di Cuneo. La sua è una delle tantissime società che in Italia ha contribuito all’installazione degli impianti per villette singole, condomini, imprese e capannoni. “Però sgombriamo il campo da fraintendimenti: al netto di qualche eccezione il settore è sempre stato alimentato dagli incentivi e quindi adesso con la fine del Superbonus 110% siamo in una fase un po’ stagnante”. Il riferimento è a un sistema che da una parte ha sempre consentito l’autoconsumo, e quindi un risparmio sulla bolletta, e di ottenere un contributo in base alla produzione.

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“Poi è vero che i prezzi degli impianti di quasi venti anni fa erano tre volte superiori rispetto a quelli attuali, ma il tempo di ammortamento rimane di 7-8 anni. Prima però, raggiunta la soglia, si iniziava a guadagnare seriamente, ora meno”, aggiunge Giacone. La storia del fotovoltaico è legata anche alla dismissione dei tetti in Eternit: chi poteva approfittare degli incentivi per mettere pannelli e rifare le coperture dei capannoni l’ha fatto. “La differenza tra la fase pioniera e questa è che bisognava montare sette metri quadrati di pannelli per un solo kW, oggi basta la metà dello spazio per ottenere la stessa potenza. E poi i pannelli di oggi sono di maggiore qualità e il monocristallino è più efficiente. Anche se comunque una giornata nuvolosa, con pioggia o nebbia rimane poco produttiva”, ricorda l’esperto. Giacone sottolinea che nel tempo è migliorata la qualità dei componenti e di conseguenza l’affidabilità. Fermo restando il fatto che la condizione ideale di massima efficienza sarebbe quella di “avere l’esposizione del sole dell’equatore con la temperatura della Finlandia”. Il motivo si deve al fatto che le alte temperature – come quelle in Italia d’estate – riducono la resa fino al 25%. “Noi abbiamo una storia che è iniziata esattamente 41 anni fa. Oggi siamo una trentina e ci occupiamo di installazioni elettriche, elettroniche per la sicurezza, antincendio. Il fotovoltaico ha avuto periodi dove montavamo più impianti al giorno, adesso meno di uno alla settimana”, racconta Giacone.

DOSSIER Lavori green

Passione e opportunità. Sono state queste le molle che hanno fatto scattare tanti anni fa in un giovane canalese, con le qualifiche professionali per apparecchiature elettriche ed elettroniche, la voglia di puntare sul fotovoltaico. “Io ho sempre creduto nell’energia green e poi è cresciuta la domanda ed è andata bene”. Oggi per chi vuole iniziare ci sono diverse possibilità. La prima è quella di occuparsi esclusivamente, e con minima formazione, dell’installazione dei pannelli. La seconda è quella di presidiare altre fasi chiave. Infatti ogni impianto ha bisogno di un progetto realizzato da un ingegnere elettrotecnico o un perito elettrotecnico abilitato. E dopo il montaggio ci vuole una dichiarazione di conformità eseguita da uno specialista con patentino FER – un’abilitazione che richiede requisiti tecnici professionali e la frequentazione di corsi specifici. “Difficile avere problemi; stiamo parlando di una tecnologia matura che funziona”.

E per le batterie di accumulo che consentono di immagazzinare energia per poi impiegarla in altri momenti? “Finché c’era il Superbonus venivano acquistate, poi a causa del prezzo alto gli ordini sono calati. Ora qualcosa si muove con il bando Agrisolare e Transizione 5.0”. Un impianto con batterie praticamente costa il doppio. In teoria un fotovoltaico da 3 kW ha bisogno di una batteria da 9 kW, ma la sua saturazione e massima efficienza è possibile solo in brevi periodi durante l’anno. La prospettiva del prossimo futuro è di avere impianti fotovoltaici con componenti sempre più connessi, con migliore gestione, riduzione dei pesi e superfici. “Ma quello che fa la differenza è l’esperienza sul campo. La casistica. E certamente anche la certificazione FER obbligatoria. Abbiamo visto cose negli anni che voi umani… Quindi sconsiglierei vivamente di fare da soli o affidarsi a tecnici improvvisati non professionisti”, avvisa Giacone.