Il sole non è ancora sorto. Alle 5,30 Paolo Rota accende le luci della stalla e dà il buongiorno alle sue creature: un allevamento di maiali, da cui trae sostentamento ed energia. Rota è un agricoltore diretto, che vive insieme alla moglie Francesca e quattro figli a Camagna Monferrato, un piccolo paese di 400 anime sulle colline piemontesi, in provincia di Alessandria, patrimonio dell’Unesco.
Con il suo esempio, Rota a 53 anni insegna a vivere di “economia circolare”. Nel 1998 ha rilevato un’azienda di produzione di suini, che oggi vanta 500 femmine e 2.200 piccoli. È uno dei cinque allevamenti in Italia di genere “triplo negativo”, una qualifica per indicare animali privi di patologie invalidanti. Un valore aggiunto garantito dalla cura personalizzata degli animali contro le terapie antibiotiche di massa assunte attraverso i mangimi.
I maiali di Rota non sono solo bestie da macello destinate anche a finire sui piatti sotto forma di salami, costine e braciole: sono un’ottima fonte di energia rinnovabile. “Abbiamo smantellato tutti i tetti in amianto e li abbiamo sostituiti con tetti coibentati. Dal 2010, ci siamo dotati di un impianto fotovoltaico per garantirci l’autosufficienza. Tre anni fa, abbiamo realizzato un impianto di biogas, utilizzando il liquame dei maiali. È un impianto da 63 KWT di energia e 80 KWT termici. Il calore prodotto dalla cogenerazione viene utilizzato per riscaldare la casa e gli allevamenti” racconta Rota. Le vasche dei liquami sono state coperte, non entra acqua e non escono odori e gas. Grazie a un piccolo impianto di separazione, la parte solida è impiegata per concimare 100 ettari di campi, dove crescono cereali, piselli e soia. Da due anni, ai margini dei terreni, vengono seminate le essenze amiche delle api, come la facelia e il grano saraceno che ha una fioritura prelibata per le api.
“Durante i periodi estivi, regalavamo troppa energia all’Enel. Così abbiamo pensato di creare un impianto di climatizzazione per la stalla che in inverno funziona da riscaldamento. Abbiamo anche acquistato una colonnina di ricarica fast, per uso pubblico” continua Rota. La colonnina è posta fuori dall’azienda ed è segnalata da specifiche App del telefono. La tariffa è di 35 centesimi, nettamente inferiore rispetto ai prezzi di mercato, ed è gratis per le autorità e i dipendenti comunali. “In 30 minuti, una Tesla ricarica una potenza tale da percorrere 200-300 chilometri. Una pausa tra le colline del Monferrato, per ricaricare auto e mente”.
Con altri otto soci, Rota ha costituito una cooperativa agricola e ha appena inaugurato un punto vendita di 100 mq, ubicato nei locali della chiesa di Camagna. “Vendiamo solo prodotti di nostra produzione e a chilometro zero. Qui lavorano due commesse, una ragazza e una signora di 50 anni che vivono in paese” spiega Rota. Ma non è tutto. L’uomo dalle mille idee verdi sta realizzando anche un laboratorio polifunzionale. “Mio figlio ha iniziato l’attività con le api. Produrremo miele e useremo la carne dei nostri suini per fare salumi. Come cooperativa agricola, vorremo prendere in conduzione una vigna per poter offrire il vino fatto dagli agricoltori di Camagna”.
Tra i dipendenti che lavorano nelle aziende agricole di Rota e di un altro socio della cooperativa, ci sono Sori e Dramè, due ragazzi scappati dalla guerra del Mali. Hanno attraversato il deserto con le carovane e il mare con i barconi, fino ad arrivare in Sicilia. “Ora hanno 26 anni, lavorano con contratto a tempo indeterminato e si sono integrati nella nostra comunità”.
Per chiudere il cerchio dell’economia circolare, “quello che noi non riusciamo a produrre, lo comperiamo in zona. Qui vicino ci sono grandi stabilimenti che lavorano riso e cereali. Acquistiamo lo scarto di lavorazione, che altrimenti finirebbe in biogas”. Le virtù dell’economia green sono tante, basta crederci.