È risaputo che il freddo non sia un alleato delle batterie delle auto elettriche. Quando le temperature si avvicinano intorno allo 0 infatti le prestazioni della batteria calano, dal momento che gli ioni di litio si muovono con più difficoltà da un polo all’altro. Senza contare poi che per riscaldare l’abitacolo ci vuole energia, e questo incide in maniera negativa sull’autonomia del veicolo. Niente di drammatico, comunque. Basti considerare che il Paese con la maggiore diffusione di auto elettriche al mondo è la fredda Norvegia.

 

E con il caldo che cosa accade alle batterie delle auto elettriche? Diciamolo subito, anche in estate lavorano alla perfezione e i veicoli si possono guidare senza alcun problema. Tuttavia in condizioni di caldo estremo, ovvero quando le temperature superano i 30-35 gradi, è possibile andare incontro a un calo delle performance e a una potenziale perdita di autonomia. A dirlo è una recente ricerca condotta dalla società di analisi di mercato statunitense Recurrent, che ha esaminato i dati provenienti da 7500 batterie di veicoli elettrici.

 

A qualcuno (non) piace caldo

Il principale responsabile è il climatizzatore. Raffreddare un abitacolo quando la temperatura esterna è superiore ai 30 gradi richiede energia, che alla fine proviene dalla stessa batteria che alimenta i motori. Secondo Recurrent, il sistema di climatizzazione di un moderno veicolo elettrico può utilizzare da 3 a 5 kilowatt di potenza per il raffreddamento iniziale, per poi stabilizzarsi intorno a 1 kW per mantenere la temperatura impostata.

 

Nello studio si sottolinea inoltre che la perdita di autonomia è maggiore in inverno che in estate. Ciò perché la differenza tra la temperatura confortevole dell’abitacolo (21,5°C) e la temperatura esterna è solitamente superiore nella stagione invernale rispetto ai mesi estivi. Se fino a 32 gradi gli effetti negativi sull’autonomia sono trascurabili (parliamo di una riduzione media di circa il 5%), la situazione cambia quando le temperature salgono: 15% in meno quando la temperatura esterna è di 35 gradi, 31% in meno con una temperatura esterna di 38 gradi.

 

I numeri variano, anche di molto, in base al modello analizzato. Per esempio, nel caso della Mustang Mach-E, suv elettrico della Ford, gli analisti di Recurrent stimano una riduzione dell’autonomia di circa il 16% quando ci sono 38 gradi. Oppure, in un modello come la Nissan Leaf l’autonomia osservata comincia a ridursi già a temperature inferiori ai 29 gradi, e con una temperatura esterna di 32 gradi viene stimata una perdita di autonomia intorno al 22%. O ancora, c’è il caso delle Tesla, che mostrano dei dati piuttosto costanti al variare della temperatura esterna: secondo Recurrent, il contenimento delle perdite di autonomia sarebbe merito della pompa di calore altamente efficiente di cui sono dotati i nuovi modelli, che permette di gestire sia il raffreddamento in estate che il riscaldamento in inverno.

 

I consigli dell’esperto

“I BMS, ovvero i sistemi di gestione delle batterie, a bordo delle auto elettriche sono sempre più sofisticati e la gestione delle temperature è sempre più efficiente”, afferma Nicola Armaroli, chimico e dirigente di ricerca presso il CNR. “Il consumo dipende molto dalle scelte del guidatore, anche in estate. La domanda da porsi è: che temperatura voglio tenere all’interno della vettura?”. È evidente che tenere sempre acceso il condizionatore al massimo, oppure accenderlo e spegnerlo di frequente, avrà ripercussioni sull’autonomia del veicolo.

 

C’è poi la questione del surriscaldamento della batteria: bisogna preoccuparsi quando il clima diventa rovente? Per l’esperto del CNR la risposta è no. “La batteria delle auto elettriche non è come quella degli smartphone, ma è inserita all’interno di un sistema intelligente che consente, tra le altre cose, anche la sua regolazione termica. Chiaramente ciò implica un consumo di energia, ma la buona salute della batteria è l’aspetto più importante per qualsiasi auto elettrica”, ribadisce Armaroli.

 

Per affrontare la stagione estiva al meglio e preservare la batteria basta allora seguire dei piccoli accorgimenti. Per esempio, se in inverno la soluzione migliore per evitare la riduzione dell’autonomia è tenere l’auto collegata al caricabatterie e scaldare preventivamente l’abitacolo prima di mettersi in marcia, allo stesso modo nelle giornate più torride è possibile avviare la funzione di precondizionamento della vettura, portando la temperatura interna dell’abitacolo ai valori desiderati.

 

“Avere una guida predittiva è molto importante per risparmiare energia”, aggiunge Armaroli. “O ancora, è bene avere uno stile di guida il più possibile fluido, evitando frenate e ripartenze brusche”. Per un conducente di un’auto elettrica è utile poi saper sfruttare al massimo il sistema di recupero dell’energia cinetica, un elemento che caratterizza le vetture a zero emissioni rispetto ai modelli termici, visto che la benzina o il diesel non si possono certo rimaterializzare nel serbatoio. “Se per esempio parto da una località di montagna e so che la prima parte del tragitto è per lo più in discesa, non ha senso partire con la batteria al 100%. Meglio partire con l’85%, così da mantenere un margine per poter ricaricare gratuitamente la batteria grazie alla frenata rigenerativa, mentre si scende a valle”.