Al vertice ci sono l’australiana Qantas, la neozelandese Air New Zealand e l’emiratina Etihad di Abu Dhabi. Sono le compagnie più sicure del mondo, almeno secondo i calcoli della piattaforma specializzata AirlineRatings.com. Come ogni anno, il sito ha messo sotto indagine ben 385 vettori internazionali sul fronte della sicurezza, dell’innovazione e dell’introduzione in flotta di nuovi apparecchi.
Nello specifico, lo studio della piattaforma ha preso in considerazione gli incidenti registrati da ogni singola compagnia negli ultimi cinque anni, quelli definiti “seri” accaduti negli ultimi due, gli audit condotti da organismi di sicurezza aerea governativi e associazioni di riferimento ma anche aspetti cruciali, che in qualche modo sono alla base di questi elementi, come l’età media della flotta e la tipologia di training a cui sono sottoposti i piloti. Infine hanno fatto parte della valutazione i protocolli per il Covid.
Oltre alle prime tre compagnie citate – dove Qantas ha strappato il vertice alla vicina neozelandese, finita al primo posto lo scorso anno – nella top ten rientrano Qatar Airways alla quarta piazza, Singapore Airlines alla quinta e Tap Air Portugal alla sesta. Chiudono le posizioni più alte Emirates, Alaska Airlines – l’unica statunitense fra le prime dieci – la taiwanese Eva Air, e Virgin Australia/Virgin Atlantic.
“Tutte le compagnie aeree hanno incidenti ogni giorno e molti sono problemi legati agli aeromobili o ai motori, non sono problemi operativi delle compagnie aeree. È tuttavia il modo in cui l’equipaggio di volo gestisce questi incidenti che distingue una buona compagnia aerea da una non sicura” ha spiegato Geoffrey Thomas, direttore di AirlineRatings.com. La redazione fa notare che dal lato di Qantas, a cui pur incidenti in passato non sono mancati, ci sono i cento anni di storia operativa alle spalle.
Allargando lo sguardo alle seguenti dieci compagnie, dunque a completare la top 20, ci sono Cathay Pacific Airways (la compagnia di bandiera di Hong Kong), Hawaiian Airlines, la scandinava SAS, United Airlines, Lufthansa/Swiss Group, Finnair, British Airways, KLM, American Airlines and Delta Air Lines. Il conteggio finale dice che, analizzando le prime venti, troviamo sei vettori asiatici (includendo per comodità anche Qantas e Air New Zealand), i tre leader mediorientali, sei europei e cinque statunitensi. Risulta evidente la totale assenza di compagnie sudamericane, centroamericane, russe, turche, canadesi, caucasiche o africane. Quanto alle europee, non c’è traccia – tanto per citare le più note – dell’italiana Ita, della spagnola Iberia (che fa parte tuttavia del gruppo Iag a cui appartengono British, Aer Lingus e Vueling) o di Air France (che anche in questo caso fa però parte del conglomerato con KLM).