Cinquanta giovani che hanno fatto dell’ambiente e della natura non solo una passione e una causa per cui battersi, ma anche, in prospettiva, una professione: studenti di ingegneria energetica, esperti di nanotecnologie, consulenti per la sostenibilità aziendale, economisti, filosofi e specializzandi in diritto ambientale.

Verso Cop26

Da Milano a Glasgow, 50 giorni per il clima

di Emanuele Bompan

Sono loro i protagonisti di Italy Goes Green, l’evento organizzato, nell’ambito di pre-Cop26, da Vodafone Italia, Officine Italia e Politecnico di Milano, con la collaborazione di AsviS e Anci, che si è svolto al Vodafone Theatre di Milano. Mentre nelle strade del capoluogo lombardo sfilavano i ragazzi di Fridays for Future, le loro sorelle e i loro fratelli maggiori si sedevano intorno a un tavolo (anzi 10, uno per ogni capitolo dell’emergenza climatica) con l’obiettivo di formulare dieci “domande trasformative”, in grado cioè di suscitare il dibattito e di essere propositive nel trovare nuove soluzioni. Le domande saranno consegnate infatti alla delegazione italiana che parteciperà a Cop26 a Glasgow tra il 31 ottobre e il 12 novembre, perché servano di stimolo nella più attesa tra le conferenze Onu sul clima degli ultimi anni.

Selezionati da Officine Italia in base alla loro attenzione verso la causa ambientale, alle precedenti esperienze su temi della sostenibilità e alla familiarità con il metodo di lavoro del design thinking, i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni si sono confrontati, prima di elaborare le 10 domande, con esponenti di aziende e associazioni: illycaffè, Coima Res, Italo, Leonardo, Wwf, Edison, Comieco, Chiesi Farmaceutici e Gruppo Davines, Nativa, BPer Banca.

All’evento Italy Goes Green hanno partecipato, tra gli altri, Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano, e Jill Morris, ambasciatore britannico in Italia, che ha ricordato la strettissima collaborazione tra Londra e Roma, copresidenti della Cop26 di Glasgow, e ha incoraggiato i 50 under 30: “Abbiamo bisogno della vostra creatività e della vostra energia”. Da Roma è intervenuto Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. E nel pomeriggio Fabiana Dadone, ministra per le Politiche giovanili, ha dialogato con i partecipanti ai tavoli di lavoro.

“La vostra generazione rischia certamente più della nostra”, ha ammesso il padrone di casa Aldo Bisio, amministratore delegato Vodafone Italia. “Ma starà a voi guidare e stimolare questa fase. Ecco perché vi invitiamo a investire nelle vostre competenze: l’Italia, l’Europa, il mondo ne hanno bisogno per costruire un futuro sostenibile”. I ragazzi hanno accettato la sfida e si sono messi al lavoro per formulare i 10 quesiti. Toccherà poi ai grandi della Terra riuniti a Glasgow dare le risposte.

Ecco, in dettaglio, i dieci quesiti emersi da Italy Goes Green

1 – Utilizzo del suolo e agricoltura 

Come possiamo implementare, incentivare e diffondere su larga scala i 5 pilastri dell’agricoltura rigenerativa in tempi brevi e con un approccio multi-stakeholder, garantendo una resa sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico? 

2 – Smart cities e Vite nelle aree urbane  

Come possiamo strutturare un sistema di collaborazione tra il settore pubblico e privato nei processi di rigenerazione urbana, attraverso un equilibrio tra regolamentazioni e incentivi, per una gestione più efficiente del consumo di suolo e del costruito con l’obiettivo di mitigare il cambiamento climatico per rendere le città più vivibili? 

3 – Finanza sostenibile e investimenti  

Considerando l’urgenza di accelerare la transizione ecologica e la necessità di maggiori risorse finanziarie per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi, come possiamo sensibilizzare ed informare gli investitori privati per renderli più consapevoli del ritorno economico, ambientale e sociale degli investimenti sostenibili e del loro ruolo catalizzatore del cambiamento? Quali azioni possono intraprendere i policymakers per incentivare gli investimenti in strumenti finanziari ESG? 

4 – Salute e Benessere 

Come attivare governi, autorità regolatorie ed organizzazioni mondiali nella definizione non solo di obiettivi comuni ma anche di schemi di implementazione condivisi, al fine di garantire l’equilibrio tra salute del pianeta e salute della persona? 

5 – Energia

Come possiamo rendere sostenibili tutti i costi della transizione energetica che i cittadini e le aziende dovranno affrontare in modo da creare opportunità di sviluppo economico, sociale e tecnologico che abbiano un impatto a livello locale e duraturo nel tempo? 

6 – Mobilità e infrastrutture  

Cosa si può fare, concretamente, per riadattare infrastrutture e servizi, in ambito urbano ed extraurbano, affinché la mobilità pubblica e condivisa, i cui vantaggi sull’impatto ambientale sono ben noti, diventi accessibile a tutti e ovunque e più integrata, al fine di permettere viaggi più sostenibili e confortevoli ed economici? 

7 – Biodiversità terrestre e oceani  

Dato il ruolo essenziale della biodiversità terrestre e marina per la nostra esistenza e nella lotta al cambiamento climatico, come superare i criteri dell’(eco?)nomia convenzionale investendo nell’enorme capitale naturale ed incorporarlo come criterio cardine dell’efficacia delle nostre politiche, sistemi produttivi e attività individuali? 

8 – Educazione e consapevolezza

Come possiamo facilitare la collaborazione tra studenti, docenti, PA, settore privato e terzo settore per progettare percorsi formativi che integrino nei contenuti e nei metodi una visione sistemica, che abbiano la capacità di superare le resistenze al cambiamento e che abilitino ad un’azione efficace contro i cambiamenti climatici? 

9 – Manifattura e industria 4.0  

Come disegnare le politiche del lavoro per garantire che la trasformazione delle global value chain dovuta all’introduzione di nuove tecnologie digitali preservi le risorse ambientali e sociali?  

10 – Gestione dei rifiuti ed economia circolare  

In che modo la regolamentazione può accompagnare i nuovi modelli di economia circolare, supportando la riconversione delle filiere strategiche dove la discontinuità sarà più significativa e assicurando che i settori produttivi abbiano il tempo necessario per adeguarsi al cambiamento?