Le foglie cadute da alberi e piante possono diventare carta biodegradabile e riciclabile. Ci ha pensato Valentyn Frechka, che a soli 17 anni, ancora studente, ha fondato nel 2017 la startup Releaf Paper insieme all’amico Alexander Sobolenko. Dopo aver partecipato alle Olimpiadi nazionali e aver fondato Releaf Paper nel 2020, la sua startup guadagna attenzione da parte di investitori. L’invasione russa della sua terra lo costringe a trasferirsi in Francia e Valentyn, a 23 anni, prosegue la sua attività progettando un impianto pilota previsto entro il 2025 con l’intenzione di allargare la produzione in tutta Europa. Releaf Paper oggi è tra le finaliste del Premio Giovani Inventori all’European Inventor Award, il cui vincitore darà svelato il 9 luglio.
Nel 2022 Releaf Paper ha vinto il programma EIC Accelerator della Commissione Europea, che ha permesso di ricevere 2,5 milioni di euro per la costruzione dell’impianto pilota di produzione che si prevede avrà una capacità di lavorazione di 10 tonnellate di materie prime all’anno. Nei prossimi 5 anni la startup conta di acquisire almeno altri tre stabilimenti in Europa. Il mercato globale della carta kraft per gli imballaggi sostenibili dovrebbe raggiungere i 16,95 miliardi di euro entro il 2030 e Releaf Paper è in prima linea in questa trasformazione con l’intento di ridurre la deforestazione, abbassare le emissioni di CO2 e utilizzare meno acqua rispetto alla produzione convenzionale di carta. Tutti obiettivi che rientrano nell’Agena dell’Onu per il 2030.
Dalle foglie cadute la carta sostenibile
Releaf Paper riutilizza le foglie che normalmente andrebbero bruciate o compostate, trasformandole in cellulosa attraverso un processo altamente tecnologico, evitando così emissioni di anidride carbonica e riducendo gli sprechi. Il prodotto principale che ne risulta sono carta, sacchetti di carta e cartone per realizzare scatole senza l’uso del legno.
L’attività di Releaf si basa su una tecnologia intelligente, implementata da una linea di produzione dedicata alla lavorazione delle foglie e da un’esclusiva gestione dell’infrastruttura di lavorazione delle foglie, combinata con un processo in quattro fasi. Le foglie cadute vengono dapprima raccolte in ambienti urbani dove altrimenti sarebbero considerate rifiuti (parchi, piazze, aree verdi, ecc.). Per queste esigenze, si utilizzano foglie insieme a rami ed erba. Una volta raccolte, le foglie vengono poi pulite, portate all’umidità richiesta e granulate, mantenendo la quantità richiesta per tutto l’anno. Le foglie preparate sono lavorate in un sistema di camere e reattori speciali con l’uso di un minimo di acqua, energia elettrica e prodotti chimici per l’estrazione delle fibre. Le fibre risultanti sono lavate e macinate in un processo che non utilizza componenti chimici contenenti zolfo o cloro. Infine, la polpa ottenuta è poi miscelata con bio-riempitivi per creare vari prodotti di carta, come sacchetti e cartone.
Questa tecnologia – spiegano da Releaf Paper – avanzata permette di produrre una tonnellata di cellulosa da 2,3 tonnellate di foglie cadute, risparmia 17 alberi rispetto ai metodi tradizionali, riduce le emissioni di CO2 del 78%. Non solo, il consumo di acqua è 15 volte inferiore rispetto alla produzione convenzionale di carta a base di legno e il consumo di energia elettrica 3 volte inferiore rispetto alla tradizionale produzione di carta a base di legno.
La startup ha avviato la produzione industriale di imballaggi nel 2021, acquisendo clienti di levatura, come L’Oréal, Samsung, Weleda, Schneider Electric. Solo nel 2022, Releaf Paper ha prodotto 150 tonnellate di carta. Oggi l’azienda ha uffici a Parigi e Kiev.
I tre finalisti del Premio Giovani Inventori 2024
Oltre a Valentyn Frechka, pioniere nella produzione di carta ricavata da foglie cadute, il Premio Giovani Inventori vede sul podio dei finalisti altri giovani imprenditori che hanno portato avanti tecnologie applicate in vari settori in chiave sostenibile e nel segno dell’innovazione. Come la scienziata olandese di 29 anni, Rochelle Niemeijer, che ha sviluppato un kit di test portatile che utilizza l’intelligenza artificiale per l’identificazione rapida delle infezioni batteriche, fondamentale nella lotta alla resistenza agli antibiotici. Questo strumento innovativo è stato progettato per rendere accessibili diagnosi accurate anche in aree remote e prive di risorse, migliorando l’efficacia dei trattamenti medici e allineandosi all’Obiettivo di sviluppo sostenibile 3 delle Nazioni Unite (Buona salute e benessere). Il lavoro di Niemeijer non solo fa progredire l’assistenza sanitaria, ma assicura anche che i trattamenti antibiotici siano utilizzati in modo responsabile ed efficace.
Khaoula Ben Ahmed, Ghofrane Ayari, Souleima Ben Temime e Sirine Ayari, inventrici tunisine di 27-28 anni, hanno creato un sistema avanzato di controllo della sedia a rotelle che utilizza i segnali cerebrali, i comandi vocali, il movimento degli occhi e il riconoscimento dei movimenti del viso per guidare la sedia. Questo dispositivo aumenta in modo significativo la mobilità e l’indipendenza delle persone con gravi disabilità fisiche, migliorando esponenzialmente la loro qualità di vita. Il loro lavoro contribuisce direttamente all’Obiettivo 10 di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (riduzione delle disuguaglianze), migliorando la qualità della vita delle persone disabili e integrando tecnologie innovative nelle soluzioni di mobilità personale.
Il premio è rivolto ai giovani innovatori di età non superiore ai 30 anni che, con le loro invenzioni scientifiche e tecnologiche, mirano ad affrontare le questioni globali critiche definite negli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs). I tre finalisti sono stati scelti per i loro approcci visionari alla sostenibilità ambientale, all’assistenza sanitaria e all’accessibilità. Il premio mette in luce la loro passione, la loro creatività e il loro impegno per costruire un futuro migliore.