I tedeschi vanno pazzi per le fragole, ma i frutti rossi che si vendono in Germania iniziano ad avere un sapore amaro. La maggior parte delle fragole presenti su questo mercato – dove sono in vendita tutto l’anno – arrivano infatti dalla Spagna e in particolare dall’Andalusia dove ora infuria la polemica per l’ipotesi di ampiamento di un’area di coltivazione dedicata a questi frutti a discapito di una riserva naturale.

Gustare uno dei profumatissimi frutti rossi in Germania rischia di avere un impatto sulla protezione ambientale della penisola iberica, visto che la regione vorrebbe ampliare di 800 ettari la superficie di coltivazione delle fragole all’interno della zona umida di Doñana dichiarata Riserva della Biosfera dall’Unesco nel 1980 e poi Patrimonio dell’Umanità nel 1994. Quella di Doñana, 122.000 ettari tra parco naturale e “zona cuscinetto”, è una delle aree protette più importanti d’Europa, estesa su una decina di comuni nelle province di Huelva, Siviglia e Cadice. Per la sua superficie e il suo clima nei mesi invernali ospita centinaia di migliaia di uccelli migratori.

Ma la zona ospita anche numerose aziende agricole che hanno prosperato grazie a pozzi legali e illegali utilizzati per deviare grandi quantità d’acqua indispensabili per le coltivazioni di verdura e frutta, soprattutto per le fragole vendute in tutta Europa ma principalmente in Germania che è il più grande cliente al mondo delle fragole andaluse: nel 2021 delle 324.000 tonnellate di fragole prodotte in questa regione spagnola 113.000 tonnellate sono arrivate nei supermercati tedeschi.  L’acqua, indispensabile per la coltivazione delle fragole, frutti ad alta intensità idrica, è estratta dalla stessa falda che dovrebbe mantenere l’equilibrio ecologico dell’area: il rischio è il prosciugamento della zona umida.

Secondo il WWF e altre organizzazioni di protezione ambientale il livello delle acque sotterranee nella riserva di Doñana è in forte calo da anni, e i dati della stazione biologica del parco nazionale indicano che quasi il 60% di tutte le lagune si è prosciugato nell’ultimo decennio. Il progetto del governo andaluso che minaccerebbe il paradiso naturale intende aiutare l’agricoltura che è il motore economico della provincia sottosviluppata di Huelva. Le fragole giocano un ruolo chiave in questo progetto: secondo l’associazione Interfresa i frutti rossi hanno assicurato 100.000 posti di lavoro nel 2021 e quasi l’8% del reddito lordo in Andalusia. La disputa in corso vede scontrarsi per proteggere la riserva naturale il governo andaluso, quello centrale di Madrid e Bruxelles, ecologisti e agricoltori.

L’Ue minaccia punizioni, l’Unesco avverte che il Parco Nazionale di Doñana sarà rimosso dalla lista se il progetto verrà portato avanti, il WWF, secondo cui per produrre un chilo di fragole vengono utilizzati circa 300 litri di acqua, ha lanciato una raccolta di firme che sta avendo grande successo.

Madrid non intende rimanere con le mani in mano, mentre si studiano le possibili azioni per proteggere la riserva naturale, il ministro dell’agricoltura spagnolo Luis Planas ha dichiarato: “Doñana è per la biodiversità ciò che il Prado è per la pittura, un qualcosa che dobbiamo difendere, questo governo farà tutto il necessario affinché questa iniziativa non arrivi a buon fine”.