Vietare per non bloccare e non inquinare. Nel Regno Unito si sono accorti di un problema serio, sia a livello ambientale che economico, troppo spesso sottovalutato finora: l’impatto delle salviettine umidificate, quei prodotti – il più delle volte composti anche da fibre con polimeri – che se gettati nei water finiscono per intasare e inquinare le fognature. I livelli raggiunti dall’inquinamento da salviettine sono talmente alti che i britannici stanno valutando la possibilità di una legge per vietare quelle che non sono completamente biodegradabili.
In un recente rapporto di Water Uk, ente che rappresenta l’industria idrica nel Regno Unito, analizzando i materiali presenti in 53 reti fognarie del Paese gli esperti hanno scoperto che il 93% era composto da salviettine umidificate. Prodotti che secondo l’ente soltanto per i costi di pulizia delle fognature impattano per circa 115 milioni di euro ogni anno.
Non solo: la maggior parte delle salviettine in commercio contiene ancora strati e parti in plastica che non si decompongono e nel tempo contribuiscono alla creazione di quelli che i britannici chiamano “fatberg”, ovvero una massa di materia di scarto che diventa simile a una roccia ed è creata dall’accumulo costante di salviettine, materiali vari solidi non biodegradabili, ma anche olio e grasso. Con il passare degli anni queste masse possono diventare enormi andando ad intasare completamente le tubature e contribuendo a forme di inquinamento ambientale legate alla plastica.
Di conseguenza, per cercare di ovviare al problema, il governo di Londra promuoverà una consultazione pubblica sull’opportunità di eliminare o meno le note salviettine, quelle che contengono ancora elementi in plastica, mentre alcuni rivenditori e aziende di salute e bellezza hanno già smesso di venderle proponendo alternative biodegradabili. Anche quelle che in teoria dovrebbero degradarsi in ambiente, secondo diverse analisi spesso non sono in grado di decomporsi davvero: da un’indagine del 2021 è emerso ad esempio che il 90% delle salviettine conteneva plastica.
Sul tema è intervenuto, parlando alla Bbc, anche il ministro dell’Ambiente Therese Coffey, che ha spiegato la necessità di una consultazione e l’idea di vietarle già dal prossimo anno, una soluzione che rientra in un piano più ampio – chiamato Plan for Water – per migliorare la qualità dell’acqua in una Inghilterra che ha gravi problemi di inquinamento idrico. Tra gli altri scopi del piano c’è anche un potenziale divieto di alcuni tipi di prodotti chimici e di PFAS, così come limitare l’inquinamento legato agli scarichi degli allevamenti intensivi. Il divieto piace alle compagnie idriche (private) che spendono milioni di sterline per eliminare fatberg e salviettine dalle tubature, ma molti partiti politici di opposizione hanno criticato i piani del governo parlando sia di mossa “tardiva” sia di “farsa” perché a loro dire i piani idrici dell’esecutivo sono stati finora troppo spesso “chiacchiere e non azione” e soprattutto perché, sostengono i Verdi, “i piani dell’esecutivo lasciano ancora l’industria idrica in mani private”.