Ci sono strade non mappate. Non se ne trovano tracce sulle cartine geografiche o nei piani relativi allo sviluppo infrastrutturale, eppure ci sono. C’è chi, come il team di ricercatori che arriva dall’Australia e dall’Indonesia, le chiama “strade fantasma” e ne ha scoperte a bizzeffe passando in rassegna i dati satellitari delle isole del Borneo, Sumatra e Nuova Guinea. Queste strade, scrivono chiaramente dalle pagine di Nature, sono una vera e propria minaccia per le foreste tropicali.
La prova è nelle informazioni messe insieme dai ricercatori che hanno passato in rassegna i dati satellitari accessibili grazie a Google Earth relativi a 1,42 milioni di km quadrati di zone forestali sparse tra Borneo Sumatra e Nuova Guinea. Non lo hanno fatto da soli – ovviamente, considerata la mole del lavoro – ma servendosi dell’aiuto di alcuni collaboratori volontari, grazie a cui hanno mappato e digitalizzato le strade (fantasma o meno) per poi confrontarle con quelle segnalate ufficialmente e reperibili all’interno di due database di infrastrutture stradali. Il risultato sono state mappe per nulla sovrapponibili: quelle manuali, realizzate grazie alla collaborazione con i volontari, erano molto più fitte di quelle ufficiali.
Misurandone la lunghezza totale, i ricercatori hanno stimato un‘abbondanza stradale dalle 3 alle 6,6 volte rispetto a quella registrata nei database. Queste strade fantasma, spiegano, si trovano all’interno di piantagioni, come quelle di olio da palma, all’interno di foreste o in terreni agricoli. Non è la prima volta che si studia il fenomeno. Dati simili sono già stati collezionati per esempio per le isole Salomone o l’Amazzonia brasiliana, ha ricordato William Laurence, dalla James Cook University, tra gli autori, ma il nuovo studio mette in risalto la dimensione del problema. Anche ammettendo eventuali ritardi nell’aggiornamento delle mappe ufficiali, considerato che le discrepanze sono notevoli.
Scoprire nuove strade “fuori mappa” significa che molto probabilmente ci si trova di fronte a strade o illegali o quanto meno informali, scrivono gli autori, la cui costruzione ha avuto verosimilmente un impatto notevole sull’ambiente circostante. Gli scienziati hanno infatti dimostrato che la creazione delle strade solitamente precede la perdita delle foreste. “Lo sviluppo stradale non regolamentato – ha commentato Laurence – sta innescando drammatici aumenti dei disagi ambientali dovuti ad attività come il disboscamento, l’estrazione mineraria e il trasporto di legname”. E tutto questo rischia di rompere (indiscriminatamente) equilibri ecologici, crearne dei nuovi.
Ma l’aspetto ambientale non è che una parte del problema: l’esistenza di strade fantasma, non dichiarate, potrebbe essere collegata infatti anche a pratiche illegali, come il traffico di droga o anche lo sfruttamento illegale della terra per l’accaparramento di risorse, come terreni e miniere, suggeriscono gli autori. “Molte strade vengono costruite in modo informale o illegale, soprattutto nelle nazioni a basso reddito dove il governo è spesso ostacolato dalla corruzione e da un’inefficace applicazione della legge – si legge nel paper – Queste ‘strade fantasma’, invisibili sulle mappe stradali ufficiali, rappresentano una delle minacce dirette più moleste per le foreste tropicali e i loro abitanti, animali selvatici ed esseri umani”.